“Nessuna denuncia o esposto sono stati mai presentati nei confronti di quanti nel 2010 denunciarono il presunto inquinamento del Pertusillo”. Ad affermarlo è il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Santochirico. “Al contrario – prosegue Santochirico, allora assessore all’Ambiente della Regione – mi adoperai per accertare la verità nella massima trasparenza e affidando gli atti ai magistrati affinché chiarissero la stessa presenza di inquinanti nonché eventuali responsabilità per l’inquinamento, come si evince chiaramente dagli atti ufficiali”.
“Come risulta dalla nota di accompagnamento dell’11 gennaio 2010 (protocollo numero 3806) al Procuratore della Repubblica di Potenza – aggiunge il presidente – trasmisi doverosamente i risultati delle analisi effettuate nel corso del 2009 sull’acqua delle dighe del Camastra, del Pertusillo, di Montecotugno, di una condotta situata a Savoia di Lucania e del fiume Noce. Nonché i dati relativi alle analisi effettuate sulle acque degli stessi invasi negli ultimi tre mesi del 2008. E’ evidente, pertanto, che le affermazioni secondo cui ‘Santochirico ebbe un ruolo preciso e assolutamente contrario alle esigenze di tutela della salute dei cittadini’, oltre ad essere palesemente false, sono il ribaltamento della realtà”.
bah! tre anni dopo l’evento si fanno certe precisazioni. E’ stata necessaria una approfondita riflessione sull’accaduto per esternare. Una cosa è certa che di notizie riservate , quelle che riguardano l’ambiente e la salute di certo non lo sono, ne scappano tante e questa volta per poco non fucilavano Di Bello e non deportavano Bolognetti sulla luna. Anche l’inquinamento delle falde acquifere causate da Fenice erano riservate tanto è che sono rimaste chiuse nei cassetti per quasi 10 anni.
l’età fa brutti scherzi ed anche i tre anni passati, l’oggetto del contendere era l’inquinamento della Camastra e del Bario e del Boro presenti nell’acqua
a noi risulta tutt’altro, ten. Di Bello dixit
Si continua ancora a far finta di niente, a minimizzare e a nasconderci dietro comunicati ufficiali redatti da enti che ancora non si capisce per chi lavorano. Assistiamo ai balletti dei controllati che fanno i controllori, ai registri tumori che si fanno e non si fanno, un marasma di enti, personaggi e interessi che continuano a pescare nel torbido di quello che disseminano per l’intera regione, altro che regione verde.
Spettatore sordo e immobile: la Regione e anche il disinteresse di noi lucani; unico scatto di protesta e unità regionale che si abbia avuto è stato per il deposito scorie a Scanzano, ma non è detta l’ultima parola, noi ne saremo informati a cose fatte!
Non capisco il motivo di certe comunicazioni e precisazioni a distanza di tre anni dalla denuncia dei fatti. Comportamento strano e ambiguo, visto il tempo passato e il non ricoprire più l’assessorato all’ambiente; precisazioni che vogliono forse dire che ha fatto quello che gli competeva?
Ma da chi sono state fatte queste valutazioni dagli enti che hanno fatto i controlli sul Centro oli di Viggiano, Fenice, Valbasento?
E’ un modo per dire che non si sapeva come gestivano i risultati questi enti e da chi erano controllati?
Diceva un noto illustre attore: MA MI FACCIA IL PIACERE!
complicato racchiudere tre anni di tuttoappostismo in un commento, Di passi ne sono stati fatti e non certo per gli alambicchi di Unibas, molti altri ce ne sono da fare. siamo in epoca di memorie ne verrebbe un volume bene corposo ma non sono in un momento di amarcord