Il governatore lucano ha chiesto al Capo del Governo di intervenire “consentendo all’Amministrazione regionale di utilizzare i fondi delle royalty petrolifere e delle risorse destinate alla ricostruzione post-terremoto”.
“Il patto di stabilità sta strangolando l’economia del Paese, con riflessi sociali gravissimi soprattutto sulle aree più deboli del Mezzogiorno, a partire dalla Basilicata. La pubblica amministrazione, anziché accompagnare i processi di crescita e di sviluppo delle comunità, rischia, con i propri ritardi, di essere una delle cause principali della crisi del tessuto produttivo locale, innescando un effetto domino nei mancati pagamenti che mai, prima d’ora, si era manifestato con tale, virulenta pericolosità”.
Sono questi alcuni dei passaggi iniziali, dai toni tutt’altro che edulcorati, contenuti nella lettera scritta oggi dal presidente della Regione, Vito De Filippo, al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti.
Dinanzi alla grave crisi che, al pari di altre aree del Paese, sta investendo la Basilicata, con effetti drammatici soprattutto sul piano occupazionale, il governatore lucano ha esplicitamente chiesto al Capo del Governo un deciso intervento per allentare la morsa del Patto di Stabilità, consentendo all’Amministrazione regionale di utilizzare i fondi delle royalty petrolifere e delle risorse destinate alla ricostruzione post-terremoto per far fronte ai propri impegni nei confronti delle imprese locali per diverse centinaia di milioni di euro.
Nella sua lettera, il presidente De Filippo dopo aver ricordato che, “negli ultimi tre anni, il contributo della Regione Basilicata al raggiungimento degli obiettivi in termini di Patto di Stabilità Nazionale, sempre puntualmente rispettato, è cresciuto notevolmente, passando da un tetto di spesa di circa 732 milioni di euro del 2010 ai circa 543 del 2013, con una riduzione netta di ben 189 milioni di euro nei capitoli di spesa”, ha evidenziato la specificità del caso lucano. Infatti, ha sottolineato il presidente della Regione, “le royalty derivanti dalle estrazioni petrolifere, pur registrando un sostanziale miglioramento nel corso degli anni, restano bloccate a causa dei vincoli dettati dal “Patto”. Il che si traduce in una forte ed ingiusta penalizzazione per la Regione che, unica in Italia, contribuisce con le proprie risorse naturali ad allentare il peso della bolletta energetica nazionale”.
“Non meno ingiusta, se non addirittura odiosa, è la disparità di trattamento che la Basilicata subisce per quanto riguarda le risorse destinate alla ricostruzione nei territori colpiti da eventi sismici, posto che in tutte le Regioni interessate, a seguito della nomina di un commissario straordinario, le risorse destinate alla ricostruzione sono transitate in contabilità speciali rimanendo così escluse dal Patto di Stabilità”. La Regione Basilicata, invece, si legge ancora nella lettera a firma di De Filippo, “sia per il terremoto del 1980 che per quello del 1998, in assenza di contabilità speciale, è stata costretta a far transitare le risorse del dopo-sisma nel proprio bilancio, con il risultato di rallentare i lavori della ricostruzione”. La qual cosa, ha sottolineato il governatore lucano, ”non è più tollerabile”. Tanto che la stessa Conferenza delle Regioni, facendo proprio l’appello di De Filippo, si è espressa all’unanimità per la immediata rimozione dei vincoli del Patto di Stabilità sui fondi della ricostruzione. Esigenza peraltro ribadita lo scorso 11 dicembre dal presidente della Conferenza, Vasco Errani, in una lettera indirizzata al ministro dell’Economia, Vittorio Grilli.
Patto di stabilità, Santochirico: “Il Consiglio regionale ne discuta”. Il presidente dell’Assemblea regionale favorevole ad una nuova riflessione pubblica dopo quella del 28 maggio scorso
“In un momento particolarmente critico per la tenuta dell’economia, la necessità di allentare il Patto di stabilità, auspicata dal presidente De Filippo e che ha già trovato il sostegno delle organizzazioni imprenditoriali, merita una discussione nuova ed ampia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico, intervenendo all’assemblea annuale dei lucani nel mondo.
“Da tempo – ha aggiunto -, tutte le forze politiche, le categorie produttive e sociali affermano la necessità di una revisione complessiva del Patto di stabilità: il Governo Monti l’aveva annunciata ufficialmente in Parlamento, ma poi non se n’è fatto nulla, non si è nemmeno riusciti a scongiurare l’estensione del Patto di stabilità interno ai piccoli comuni, prevista da una norma del 2011. In tempi di crisi economica, i termini di pagamento dei crediti sono particolarmente importanti per gli imprenditori delle piccole e medie imprese. Il decreto legislativo n. 192 del 9 novembre 2012, entrato in vigore lo scorso primo gennaio, fissa gli standard per i tempi di pagamento a 30 giorni, ma anche quest’obbligo si è rivelato una chimera nell’attuale contesto della finanza locale, dove i ritardi medi nei pagamenti pubblici superano gli otto mesi”.
“Senza sostegno alla domanda, senza il pagamento dei crediti maturati per lavori già eseguiti, rischiamo di rimanere tramortiti dal rigore e dalla recessione, perché fino ad ora i tanti sacrifici chiesti a famiglie e imprese si sono rivelati inutili. Pertanto – ha concluso Santochirico -, a partire dall’iniziativa del presidente De Filippo, ritengo utile che anche il Consiglio regionale, dopo la discussione del 28 maggio scorso, possa nuovamente tornare a fare una riflessione aperta sul patto di stabilità, che dia l’opportunità di una condivisione delle scelte e ne rafforzi l’azione”.