Primi caldi di primavera, e primi sintomi dell’allergia di stagione, un vero e proprio “tormento” per almeno 10 lucani su 100 che ne soffrono. La tanto temuta fioritura delle piante che, a seconda delle specie ha inizio già nel mese di marzo, rende la primavera la stagione dei fiori ma anche quella dei raffreddori. Non c’è scampo per le persone vittime di allergie: starnuti per l’80% dei lucani che ne sono affetti e poi gocciolamento nasale (58%), lacrimazione (55%) prurito nasale e oculare (rispettivamente nel 54% e 52% dei casi), congestione nasale e occhi lucidi (48% e 42%) e talvolta anche tosse (38%). Sono questi i dati alla base della campagna di prevenzione promossa da Sanità Futura attraverso informazioni diffuse da strutture della sanità privata accreditata al Servizio Sanitario Regionale con un ruolo centrale per il presidio ambulatoriale di Polimedica a Melfi.
E’ questo il periodo – come conferma lo specifico bollettino Arpab dedicato ai pollini – di più alta concentrazione per alcuni tipi di polline. E dal momento che l’interesse del medico allergologo è sempre più rivolto, oltre che alla terapia della pollinosi, alla sua prevenzione, un valido aiuto rappresenta la conoscenza del cosiddetto “calendario pollinico” della zona in cui si vive, che prevede in anticipo la concentrazione nell’atmosfera di una località del polline dei singoli gruppi allergenici lungo l’arco dell’anno. Tale calendario viene elaborato sulla base dei valori giornalieri di concentrazione registrati con un monitoraggio di vari anni in una stessa stazione, onde poter avere dei valori statistici attendibili. I principali allergeni che si presentano nel periodo primaverile sono i pollini della Graminacee, che presentano una fioritura da aprile a giugno, della Parietaria con fioritura da marzo a ottobre. Le Composite, tra cui troviamo l’ambrosia, hanno una fioritura nei mesi successivi, da luglio a settembre; mentre le specie arboree come le Betullacee hanno una pollinazione precoce, nei mesi tra gennaio e maggio. Esistono veri e propri centri informativi sulla “fioritura”; sul territorio regionale si trovano, infatti, centraline Capta-Spore che trasmettono bollettini settimanali delle zone a maggiori rischio allergico. Grazie a queste nuove metodiche di analisi è stato possibile identificare nuovi allergeni come ad esempio il Cipresso e l’Ulivo.
Le donne si confermano le più attente alle cure – Quasi una donna su due si rivolge al medico mentre ben il 23% degli uomini aspetta che l’allergia passi da sola. Un problema di salute che sembrerebbe una “tassa” inevitabile per chi ne soffre, ma che invece si può anche prevenire, evitando il contatto con le sostanze allergeniche. Tra i consigli: finestre chiuse e aria condizionata per tenere lontani i pollini; ventilare bene le stanze, arredare con superfici facilmente lavabili ed evitare tappezzerie, tendaggi e peluche per chi è allergico agli acari. Se il problema sono le muffe occorre inoltre ridurre il tasso di umidità dell’ambiente sotto il 35%. E ai primi starnuti e occhi gonfi, ci si affida, in 7 casi su 10, ai farmaci di automedicazione per combattere i sintomi, Secondo l’Anifa, l’Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione, tra i più gettonati gli antistaminici (sia spray che orali) e i vasocostrittori. Seguono i farmaci da prescrizione (64%), i prodotti omeopatici erboristici (40%) e i vaccini (38%).
La pollinosi – sottolinea Michele Cataldi presidente di Sanità Futura – presenta non solo interesse clinico-medico, ma anche notevole interesse sociale, per le ripercussioni sul lavoro e sulle attività sociali dei pazienti, con perdita di numerose giornate lavorative e scolastiche, oltre che un notevole costo sociale per il largo uso di medicinale e spesso di ricoveri ospedalieri.
Per questo motivo è necessario accrescere informazione e prevenzione che sono aspetti fondamentali che rientrano nelle finalità di Polimedica. Siamo una struttura sanitaria, fatta di risorse umane e mezzi che si è data anche il compito di aiutare a comprendere gli aspetti della salute offrendo la competenza di un’assistenza sanitaria specializzata. Al contempo – dice Cataldi – siamo anche un’azienda che ha deciso di assicurare una funzione economica e sociale durevole nel tempo ai soci, ai propri collaboratori ed ai propri pazienti.