Dal 2011 interamente assorbiti nel bilancio regionale per far fronte ai tagli di trasferimenti e di servizi prima a carico dello Stato
In merito alla richiesta di intervento con le royalty del petrolio per far fronte alle diverse difficoltà che si verificano sul territorio lucano (richiesta periodicamente avanzata in una serie di comunicati e prese di posizione, da ultimo alcune sul crollo del ponte tra Craco e Pisticci), si fa presente che detti fondi sono tutti interamente utilizzati nel bilancio di esercizio 2013 e non ne esistono di disponibili.
Questa situazione perdura già almeno dal 2011 quando, a fronte dei continui tagli a trasferimenti e servizi da parte dello Stato, la Regione ha dovuto farsi carico di una serie di partite (dal personale delle Comunità montane ai soldi per le politiche sociali, dalla forestazione alle vie blu, dal Copes ai fondi per la sanità) a seguito delle quali è stato necessario impegnare nel bilancio il 100% delle royalty. Tale stato dei fatti è stato dichiarato e denunciato dalla giunta già, come detto, da almeno due anni (e ribadito anche in situazioni decisamente difficili come l’alluvione del 2011) per cui continuare oggi ad invocare l’utilizzo delle royalty per far fronte ad ogni situazione sicuramente finisce con il non apportare alcun contributo alla risoluzione dei problemi.
CSAIL-INDIGNATI: SU ROYALTIES GOVERNATORE-SCEICCO COLTO CON LE MANI NELLA MARMELLATA
Abbiamo colto il Governatore-sceicco con le mani nella marmellata: l’affermazione che “le royalties del petrolio sono tutte interamente utilizzate nel bilancio di esercizio 2013 e non ne esistono di disponibili” conferma la nostra tesi delle royalties-bancomat da cui attingere per ogni evenienza. C’è di più: è sempre l’agenzia di stampa di regime a rendere noto che “questa situazione perdura già almeno dal 2011” elencando alcune strade che hanno preso i soldi derivanti dall’estrazione del petrolio: dal personale delle Comunità montane ai finanziamenti per le politiche sociali, ai programmi di forestazione alle vie blu, dal Copes ai fondi per la sanità. Il Csail-Indignati Lucani non ha mai contestato l’impiego delle royalties per venire incontro ai problemi reali di tutte le popolazioni lucane. Non avremmo nulla in contrario, ad esempio, se le royalties servissero ad eliminare l’odiosa tassa sulla salute (ticket per la medicina specialistica ambulatoriale) per tutti i lucani. Il problema riguarda dunque gran parte degli obiettivi di spesa che toccano l’assistenzialismo, il clientelismo, il favoritismo senza affrontare i problemi veri dell’occupazione stabile e dello sviluppo produttivo. Per non parlare dei minimi benefici che arrivano alle comunità che convivono con il Centro Oli di Viggiano e le attività di estrazione. Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che la protesta dei sindaci dei sei comuni della Val d’Agri che rivendicavano più royalties è stata solo strumentale e populistica perché adesso tacciono nonostante la grave ammissione di De Filippo. Ma in previsione della nuova composizione della Giunta Regionale vogliamo mettere alla prova il Governatore-sceicco e i partiti che lo sostengono: si istituisca un Dipartimento-Assessorato specifico per l’energia (oltre al petrolio, gas e fonti alternative). Siamo convinti che mai come in questo caso i costi per l’assessore e il direttore generale siano sicuramente produttivi perché finalizzati ad incamerare più soldi e pertanto ben spesi. Si pensi solo all’incremento di royalties possibile attraverso un controllo più rigoroso sulla quantità di barili realmente estratti.
Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani