Il percorso che ci lega al progetto della Casa Cava ha inizio nel 1998 e riunisce il gruppo storico dell’Onyx Jazz club intorno all’idea che Matera dovesse dotarsi di un luogo in cui produzione musicale, didattica e luogo di aggregazione trovassero l’espressione ideale.
In molti abbiamo condiviso quell’idea, ci abbiamo creduto fino al punto di trasformarla in un progetto esecutivo approvato dal Comune di Matera il 29 aprile del 2002. Quell’area compresa fra la chiesa di San Pietro Barisano e il luogo più suggestivo di accesso ai Sassi, è diventata per tutti noi un piccolo sogno che con il passare del tempo si è trasformato in qualcosa di concreto, in un progetto per la città, nella prima e unica “casa del jazz” inserita in un contesto storico-architettonico unico al mondo. Con noi, a credere in quella che all’epoca poteva sembrare solo un’utopia furono Toni Strammiello, primo progettista e Dora Capozza ai quali si deve il fondamentale passaggio dall’idea al progetto vero e proprio. Nell’idea della realizzazione della Casa Cava abbiamo messo tutto il nostro impegno fino a quando, nel febbraio 2005 la Regione Basilicata ha assegnato al Comune di Matera un finanziamento per il recupero. In sostanza il progetto prevedeva un intervento di risanamento conservativo e di recupero funzionale di un complesso di immobili destinati alla creazione di una serie di servizi collettivi a sostegno della didattica e della produzione musicale. Nella Casa Cava avrebbe dovuto crearsi una piccola sala di ascolto e di registrazione, aule didattiche e servizi aggiuntivi. Ancora oggi, dieci anni dopo aver concepito l’idea di una “casa del jazz”, siamo convinti profondamente che la trasformazione della società, della collettività, passa attraverso lo sviluppo di una sensibilità culturale il più ampia possibile. Individuare spazi adeguati perché questa caratteristica possa nascere e realizzarsi è, a nostro avviso, lo strumento ideale affinché le potenzialità di questa città non vadano sprecate.
Con questo stesso spirito abbiamo proseguito la nostra attività nella convinzione che il progetto della Casa Cava non dovesse essere abbandonato.
Nel marzo del 2005, il Dipartimento della Presidenza della Giunta regionale, concesse un contributo di complessivi 590 mila euro al Comune di Matera per la riqualificazione della Piazzetta del Carro e per il recupero della Casa Cava (a cui la giunta comunale destinò 400 mila euro di quella somma).
Nel settembre dello stesso anno l’Onyx incontrò i rappresentanti del Comune illustrando la propria disponibilità a rimettere alcuni degli immobili compresi nell’area e sub concessi all’associazione pur di realizzare il recupero di una consistente parte della Casa Cava. In quella stessa occasione si fu chiesto di mantenere la stessa destinazione d’uso del progetto originario dell’Onyx. In un secondo incontro avvenuto qualche giorno dopo vennero individuate le unità immobiliari da stralciare dal progetto per far redigere all’ufficio tecnico del comune il progetto preliminare e l’appalto dei lavori per giungere, in un secondo tempo, alla rimodulazione della convenzione per la sub-concessione degli immobili rimasti. L’Onyx si impegnò a presentare un nuovo progetto preliminare per gli immobili che non erano stati oggetto di stralcio ma che avrebbero completato il recupero ed erano destinati al recupero funzionale della Casa del Jazz. Il progetto dell’ufficio tecnico del Comune fu approvato nell’ottobre 2005 e, nel maggio scorso è stata approvata la delibera per il bando di concorso per la gestione degli immobili recuperati della Casa Cava.
Giunge, dunque, ad una fase più strettamente operativa quel progetto nato da un gruppo di appassionati 10 anni fa. Quella passione e la ferma convinzione che Matera abbia tutto il diritto di possedere uno spazio destinato alla musica, sono ancora con noi, ci animano anche nella realizzazione del cartellone del Gezziamoci, delle numerose attività della nostra associazione e nel nuovo progetto dell’Ijt (indicazione Jazzistica tipica) che ci unisce con altri sei festival jazz della Basilicata.
La Casa Cava, ideata, e progettata integralmente nella prima fase ci appassiona ancora oggi nonostante la reale difficoltà dell’Onyx nel reperimento di fondi per il recupero delle ulteriori aree comprese dal progetto. Ci consola, comunque, che nel frattempo dalla regione giungano i 500 mila euro necessari per i lavori dell’area principale che l’amministrazione comunale potrà utilizzare per ultimare le opere.
Nel frattempo, proseguiamo il nostro impegno per contribuire concretamente al completamento di tutta l’area perché crediamo che i sogni a volte possano avverarsi e per questo ci consideriamo “genitori adottivi” di quello spazio nei Sassi in cui un giorno potremo veder nascere concretamente la prima “casa del jazz”.
Gen 14