Nel mese di febbraio la Basilicata balza al primo posto tra le regioni italiane per incremento di cassa integrazione erogata rispetto al precedente mese di gennaio. L’aumento percentuale è del 197,9% con un incremento di operai coinvolti (sempre rispetto al mese precedente) di 6140 unità in più. Sono i dati più significativamente allarmanti del secondo rapporto 2013 del Centro Studi Uil nazionale con rielaborazione territoriale a cura del Centro Studi Uil Basilicata.
E’ principalmente la cig ordinaria a determinare la tendenza negativa: oltre un milione 200 mila ore erogate a 7081 lavoratori (più 551,3% rispetto a gennaio), seguita dalla cig straordinaria con 365 mila ore erogate a 2146 lavoratori (più 35,8% nel raffronto mensile). Decisamente in controtendenza la cig in deroga che scende del 96,4% tra febbraio-gennaio ed interessa poche decine di operai. In totale i lavoratori lucani collocati in cig a febbraio ammontano a 9.242 contro i 3.102 di gennaio 2013. A livello territoriale è la provincia di Potenza a segnare il 442,9% in più di ore complessive di cig, quasi interamente per l’ordinaria (1 milione 204 mila ore), mentre la provincia di Matera segna un aumento complessivo molto ridotto (più 20,1%).
Sono dati – commenta il segretario regionale Uil Carmine Vaccaro – che fotografano l’accentuata difficoltà dell’apparato industriale nel Potentino che risente, in particolare, della situazione produttiva del polo auto e una condizione del Paese, dal punto di vista economico, sempre piu’ precaria: crescita nulla, imprese in difficolta’, impatto sulla quantità e qualita’ del lavoro immediata. Ad una costante crescita del numero di disoccupati, del calo degli occupati si affianca il fortissimo utilizzo del principale ammortizzatore sociale : la Cassa Integrazione. La Uil – dice Vaccaro – non si stancherà mai di ripetere due semplici concetti : se non riprende l’economia l’emoraggia di posti di lavoro, anche se temporaneamente protetti dalla Cassa Integrazione, sara’ inevitabile e, nell’immediato, sostenere finanziariamente lo strumento che in questi anni ha evitato che si travasse nella disocupazione senza ritorno un grande numero di lavoratrici e lavoratori. Servono quindi politiche urgenti- e non più rinviabili – per affrontare l’emergenza lavoro e, principalmente, come andiamo ripetendo dal giorno successivo alle elezioni, serve un Governo nella pienezza di poteri di intervento e con un’agenda di impegni per occupazione, imprese e infrastrutture al Sud.
Mar 15