I Carabinieri del N.O.E. sequestrano un’area su cui erano depositati in modo incontrollato rifiuti da demolizione. Una persona denunciata. I Carabinieri del N.O.E. hanno posto i sigilli ad una vasta area in contrada Serra Rifusa del comune di Matera per violazioni in materia ambientale.
Nello specifico gli accertamenti condotti dal NOE, su segnalazione pervenuta dal VI Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari, hanno permesso di accertare che nell’area in questione, avente un estensione considerevole, era stato realizzato un deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi e non, costituiti da scarti provenienti da attività di demolizione, parti e pezzi metallici per ponteggi edili arrugginiti ed inutilizzabili, macchinari ed attrezzi per carpenteria in pessimo stato di conservazione, rifiuti di legno, plastica e vetro, pneumatici per veicoli dismessi, rifiuti ingombranti in genere, accumulatori al piombo esausti, contenitori per gpl. Tutti i rifiuti erano depositati direttamente sul nudo terreno ed esposti agli agenti atmosferici.
L’imprenditore, materiale utilizzatore dell’area, è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per violazione della normativa ambientale.
Accettura – Era da tempo che gli Uomini del Comando Stazione Carabinieri erano sulle tracce degli autori di alcuni “strani” furti registrati in alcune abitazioni del centro materano: in particolare, nel periodo dell’estate-autunno del 2010 si erano verificati, a stretta distanza di tempo fra loro, alcuni furti di monili d’oro all’interno di una privata abitazione del paese del Maggio; piccoli furti, compiuti in serie fra di loro, ma che complessivamente hanno causato alla vittima un danno di circa 5000 euro, un valore enorme considerato anche il valore affettivo che spesso quegli oggetti hanno. Gli ignoti autori sembravano “evanescenti” e abilissimi a non lasciare tracce: nessun segno di effrazione, nessuna impronta, nessun movimento o faccia sospetta, insomma sembrava che davvero vi fosse un gruppo estremamente abile a far sparire i preziosi senza neanche destare sospetti. A quel punto e dopo l’ennesimo colpo, la macchina investigativa degli Uomini della Benemerita, capeggiati dal Comandante della Stazione di Accettura, si è attivata in tutte le direzioni per scoprire, finalmente gli autori. Sono stati eseguiti pedinamenti, ascoltate fonti investigative, insomma ogni singolo indizio è stato vagliato sino a giungere ad un incredibile sospetto: la complicità di qualche componente del nucleo familiare delle vittime nel compiere i furti. L’intuizione investigativa è stata pervicacemente portata avanti dagli Investigatori i quali per mesi hanno condotto serrate e difficili indagini: infatti hanno incontrato non poche difficoltà data la piccola estensione del centro (dove “tutti conoscono tutti”) nonché l’inusuale stretta “vicinanza” tra la vittima e l’autore del reato. Le intuizioni investigative, dopo una serie di inconfutabili riscontri, sono state ben presto premiate per correttezza e precisione, permettendo di chiarire in maniera inequivocabile l’intero “film” della storia. Si è scoperto, infatti, che i due ventenni, allo scopo di procacciarsi denaro e altre utilità, avevano reiteratamente minacciato di mali ingiusti un minore, residente presso l’abitazione “depredata”, costringendolo a sottrarre i preziosi del proprio nucleo familiare. La triste vicenda, che per fortuna non ha mai visto concretizzarsi gesti violenti contro il ragazzo, si è protratta per lunghi mesi con il medesimo copione: i due 20enni, avvicinato a adescato il minore, richiedevano allo stesso i monili e quando lo stesso tentava di rifiutarsi lo minacciavano pesantemente allo scopo di spaventarlo. Il minore, diviso fra la paura dei suoi genitori e quella dei suoi falsi amici-aguzzini, ha sottratto di nascosto dai genitori numerosi monili in oro. I due ventenni, come ricostruito, si sono rivolti a svariati centri “Compro oro” di Potenza, ogni volta uno diverso sperando di non destare sospetti.Così invece non è stato, i Carabinieri hanno ben presto ricostruito l’intera filiera criminale, rintracciato le ricevute dei pagamenti come corrispettivo dell’oro e la vittima del reato ha riconosciuto tutti gli oggetti rubati. Complessivamente è stato ricostruito un ammontare di 5 mila euro, che per dell’oro usato è una cifra considerevole. Per i due ventenni si sono così prospettate pesanti e ben precise accuse nei loro confronti: Furto aggravato continuato e in concorso nonché estorsione nei confronti del minore. Le risultanza investigative, comunicate alla A.G. di Matera, hanno permesso di interrompere la sequela di reati e soprattutto di ridonare serenità al minore minacciato.