A volte sono le piccole cose che irritano maggiormente, quelle banali e sulle quali non ci si sofferma ma sono sintomatiche per capire grandi cose, quali distanze separano il variegato mondo delle infinite identità e dei pensieri multiformi. La casa comunale è il luogo dove il cittadino e la politica si miscelano e si confrontano; luogo per eccellenza dedicato allo sviluppo delle integrazioni sociali, dove ogni cittadino è partecipe e sente di possedere lì la sua appendice di proprietà. E’ il sito dove ogni componente politico, eletto per volontà del suo popolo, ha il dovere di rappresentare il suo mandato ed incontrare i cittadini, per infondere senso di legittimità e trasparenza della cosa pubblica. E’il luogo ove la politica e la gente deve incontrare la fiducia e l’attenzione dei suoi delegati, indipendentemente dalle appartenenze partitiche o pregiudizi di sorta per rappresentare piccole necessità, disagi, disservizi e tutto ciò che narra il vivere quotidiano della città, nel bene o nel male. Ma come al solito questi sono gli auspici più rosei, ovviamente inutile dirlo qui accade esattamente l’opposto, provate a salire al sesto piano, la strada è sbarrata. Allora mi chiedo se le chiacchiere dalla politica e quelle quattro parole in materano sono bastate ad avvicinare il sindaco e la sua giunta alla città, se il palazzo di città ha una sua vivibilità ed è ancora il luogo di incontro e confronto tra la città ed i suoi rappresentanti o è diventato il luogo unico e privilegiato, chiuso da sistemi di sicurezza e sorveglianze ad uso specifico degni di una caserma. Guai a disturbare l’inquilino del sesto piano, protetto da porte chiuse, servizi di videosorveglianza, ascensori che non servono quel piano, in più metteteci una Guardia giurata armata pronta a sbarrare l’ingresso agli indesiderati. Certo non fa piacere a nessuno ricevere lamentele pressanti e petulanti, di gente che non sa far altro che rivolgersi al primo cittadino convinto che lui possa tutto. Si è tolta la guardia giurata dall’ingresso e si è portata al sesto piano lasciando al suo destino l’accesso al comune, quella terra di nessuno, dove oziano i relitti della nostra comunità che nessuno vuol vedere. Non capisco il senso di questo arroccamento, non ne percepisco proprio la necessità, ho manifestato il mio dissenso sinanche con quella spesa inutile della video sorveglianza agli uffici del sindaco. Tuttavia non ho rimostranze da esporre su tale questione, ci sia pure la chiusura delle stanze del sindaco, si tenga la sua Guardia Giurata, ma non può privare l’ingresso del Municipio della benché minima possibilità di immediato intervento per una qualsivoglia situazione. Percepisco che se tale decisione sia stata presa avrà gli ovvi e giustificati motivi di pericolo per la tutela del nostro sindaco, che al momento si ignorano, ma non si facciano scelte di parte perché la sicurezza va orientata nelle giuste direzioni ed opportuni obiettivi: il piazzale, l’ingresso, il bar, luoghi di grandi frequentazioni, di tensioni e di ampi spazi. Se non si vuole rinunciare al beneficio della tutela personale, che il sindaco trovi le risorse necessarie affinchè non venga eliminata la sicurezza per i tanti cittadini frequentatori del palazzo, per poi cederla al primo cittadino.
Adriano Pedicini consigliere comunale PDL