Il tema della restituzione dei materiali radioattivi, anche di interesse bellico, di provenienza americana presenti nel sito nucleare della Trisaia di Rotondella, in provincia di Matera deve essere portato urgentemente all’attenzione dell’opinione pubblica.
Non possiamo continuare a guardare passivamente altri che si giocano la nostra vita e quella dei nostri figli … a scacchi.
Questa potrebbe essere una sintesi, molto limitata, delle dichiarazioni di Paul e Linda Gunter di Beyon Nuclear (Oltre il Nucleare) http://www.beyondnuclear.org/ , organizzazione americana antinucleare.
Noscorie International (Noscorie Trisaia/Rapporti Internazionali) ha chiesto il loro parere in merito al ritorno ad Elk River, in Minnesota (USA) del materiale radioattivo della Trisaia
E l’unica soluzione “non risolutiva”, come già scritto altre volte, prevedere, tra le altre, la nascita di una sorta di “casta sacerdotale atomica” che si tramanda le competenze per una eterna tutela e sorveglianza di depositi di rifiuti radioattivi, lì dove si trovano …
Noscorie International
Per la sopravvivenza planetaria …
“L’America è responsabile dei materiali radioattivi in Basilicata alla Trisaia di Rotondella”: Beyond Nuclear
Da Paul e Linda Gunter, Beyond Nuclear (oltre il nucleare)
BOZZA DI RISPOSTA AGLI ATTIVISTI DELLA BASILICATA: LE BARRE DI COMBUSTIBILE DI ELK RIVER
Questa è una domanda difficile che non ha davvero alcuna risposta esaustiva.
In via di principio, da un punto di vista strettamente morale e filosofico, noi sosteniamo la posizione che le barre di combustibile di Elk River dovrebbero essere riportate nel posto che le ha prodotte, gli Stati Uniti. E, riteniamo in via di principio, dovrebbero tornare a Elk River in Minnesota. Il Minnesota ha attualmente un divieto sui nuovi reattori finchè non sia risolto il problema di stoccaggio delle scorie nucleari, ma c’è un forte e organizzato sforzo, guidato dall’industria nucleare, di ribaltare il divieto di costruzione di nuovi reattori agendo sulla legislazione dello stato. Riportare indietro le scorie di Elk River prodotte così tanti decenni fa ricorderebbe a chi è a favore di eliminare il divieto e di generare un più grande e ancora irrisolto problema di scorie nucleari che non puoi far semplicemente scomparire il tuo problema di scorie radioattive mandandolo nel cortile di qualcun altro molto lontano. Ricorderebbe anche ai politici che ancora non c’è un luogo sicuro in cui questi rifiuti pericolosi possano stare per milioni di anni.
Sfortunatamente, la realtà è che riportare indietro le barre solleva ancora più rischi e crea nuovi problemi sia lungo la via di trasporto che nella destinazione finale. Se riportato indietro, questo materiale radioattivo pericoloso dovrebbe essere trasportato prima via nave e poi via treno attraverso gli Stati Uniti fino al sito più probabilmente candidato ad ospitarle nel Laboratorio Nazionale di Energia dell’Idaho (INEL) in Idaho che normalmente riceve combustibile militare irradiato dal programma militare degli Stati Uniti di reattori di propulsione. I rifiuti radioattivi ad alta attività rimarrebbero lì in stoccaggio “ad interim” per 24 anni. L’INEL è situato al centro di una zona sismicamente attiva. Dopo questo periodo le scorie nucleari si dovrebbero, per legge, muovere di nuovo. Ma per andare dove? Nessuno al momento lo sa. Una proposta che potrebbe essere fatta è che le scorie dovrebbero andare al Progetto Pilota di Isolamento dei Rifiuti (WIPP) nelle Caverne di Carlsbad, in New Mexico, un grande deposito di sale sotterraneo che attualmente contiene rifiuti nucleari meno caldi dal punto di vista termico dal programma di armamenti nucleari americano. So che i problemi delle miniere di sale come discariche nucleari vi sono familiari dopo la lotta per fermare lo scarico a Scanzano Ionico. La combinazione di sale, calore, acqua e rifiuti nucleari è una bomba a orologeria altamente tossica per le generazioni future ovunque.
Se le barre di Elk River fossero trasportate verso gli Stati Uniti, questo solleverebbe anche significativi rischi di dirottamento o di sabotaggio visto che le barre sono bombe nucleare sporche o potenzialmente convertibili al riprocessamento per ricavare materiale per armi nucleari (nota per lo staff di Beyond Nuclear: controllare cosa esattamente queste barre contengono). Il trasporto è politicamente difficile per noi da supportare già per questi rischi di sicurezza, così come per il rischio di esposizione pubblica in tutti i porti di entrata e uscita, lungo le vie di trasporto proposte sull’acqua e sul mare, e per il rischio di contaminazione ambientale a lungo termine che potrebbe risultare da incidenti di trasporto o da atti di sabotaggio. Come sapete, le navi da Sellafield verso il Giappone che riportano indietro rifiuti riprocessati sono vigorosamente osteggiati da Greenpeace e da altri gruppi anti nucleare lungo le vie navali, nei porti, e lungo le strade e ferrovie dove il trasporto passa accanto ad abitazioni umane.
Comunque, siamo totalmente d’accordo con voi che lasciare le barre a Trisaia, come attualmente è, è ovviamente una soluzione allo stesso modo inaccettabile. Questo dimostra il problema collegato e ancora irrisolto della tecnologia nucleare stessa e una delle nostre più forti argomentazione contro la produzione di altri rifiuti radioattivi, sia da nuovi che da esistenti reattori per l’energia.
Ciò detto, il problema centrale è che rifiuti nucleari che siano depositati in qualsiasi modalità di stoccaggio, ad esempio sommersi in una piscina di stoccaggio riempita d’acqua, nel caso di un incidente che coinvolga la perdita dell’acqua di raffreddamento e di protezione o un deliberato atto di sabotaggio, potenzialmente coinvolgono tutti i rifiuti nucleari stoccati insieme e provocano il rilascio della loro totale radioattività. Piscine radioattive che si deteriorano e perdono hanno già contaminato le falde acquifere qui negli Stati Uniti così come altrove. Perciò, compartimentare I rifiuti nucleari in più numerosi e più piccoli pacchetti sigillati (di cinque barre di combustibile invece di sessanta) riduce I rischi e le conseguenze radiologiche se dovesse accadere un incidente o un atto di sabotaggio.
Qui negli Stati Uniti c’è molto disaccordo perfino tra attivisti anti nucleari riguardo cosa dovrebbe essere fatto con I rifiuti radioattivi dei reattori. Comunque, dopo un lungo, complesso e difficile processo, siamo riusciti a raccogliere il consenso su qualcosa denominato: “Stoccaggio consolidato sul posto”. E’ l’opzione “meno peggio” e significherebbe tirare fuori le barre dallo stoccaggio protetto da acqua nelle piscine vulnerabili e assicurare il combustibile irradiato dei reattori in contenitori (casks) a secco fortificati nel luogo in cui già si trovano. Lo stoccaggio di rifiuti nucleari sul posto minimizza il molto significativo rischio che avviene durante il trasporto. C’è anche il rischio molto alto che qualsiasi movimento che riguardi combustibile nucleare molto vecchio abbia come risultato il cedimento delle barre stesse, con conseguente dispersione dei frammenti e detriti radioativi e la creazione di un rischio di radiazione molto significativo e decisamente più costose operazioni di bonifica. Meno questo materiale nucleare viene maneggiato o mosso e per la minore distanza possibile più viene ridotta questa minaccia di un più vasto pericolo di radiazione e di più onerose operazioni di decontaminazione.
Questi contenitori di stoccaggio a secco sono di solito larghi “thermos” di acciaio inox sigillato che una volta caricati con le barre di combustibile vengono riempiti di gas elio. Il gas elio, essendo più leggero dell’aria, offre un sistema di raffreddamento passivo molto efficace e a causa dell’atmosfera inerte previene il combustibile dal prendere fuoco al contatto con l’aria. Il thermos sigillato d’acciaio fornisce il contenimento del gas e del particolato radioattivo. Viene poi posto dentro un silo di cemento che aiuta a schermare le intense radiazioni gamma. Il contenitore di cemento è ventilato passivamente per fornire ventilazione di raffreddamento per la superficie esterna del cilindro d’acciaio che è a contatto con I caldissimi rifiuti nucleari. Questo schema di contenitore dovrebbe poi essere posto dentro piattaforme interrate o bunker di cemento per protezione contro attacchi aerei o sabotatori.
I contenitori a secco devono essere costantemente monitorati per assicurarsi che l’elio non perda da eventuali falle nella sigillatura. In questo modo l’ambiente è temporaneamente protetto dalle radiazioni, I rifiuti sarebbero fortificati contro ipotetici attacchi, sarebbero monitorabili e recuperabili (se emergesse una migliore soluzione di stoccaggio in futuro) e sopra terra dove non verrebbero dimenticati. Lo schema dei contenitori deve essere certificato, fabbricato e testato per assicurarne la qualità. L’opzione dei contenitori a secco NON deve essere vista o male interpretata come una “soluzione” permanente. Si tratta, nella migliore delle ipotesi, di una misura temporanea e sostitutiva di protezione ambientale.
Sfortunatamente, c’è attualmente veramente poca esperienza nel trattare con contenitori di stoccaggio a secco che risultino difettosi o in avaria. Molto presumibilmente, si dovrebbe mettere tali contenitori dentro un altro contenitori in quello che sembrerà, a molte generazioni da ora, una matrioska.
Siccome questa è un pasaggio di ambito e controversia scientifica, faremo circolare una richiesta di risposta tra un paio dei nostri esperti scientifici qui negli Stati Uniti per vedere cosa pensano riguardo il problema generato dagli USA alla Trisaia. Vi faremo sapere le loro conclusioni.
Qualsiasi sia la decisione, noi supporteremo una richiesta di obbligo per Stati Uniti a pagare tutti I costi per tutti I rimedi messi in atto, avendo scaricato questo importante problema di salute pubblica e ambientale su di voi. Anche se rimandare I rifiuti indietro negli Stati Uniti non fosse politicamente, tecnicamente o ambientalmente attuabile, è essenziale che I produttori dei rifiuti siano obbligati a prendere la responsabilità finanziaria per il loro mantenimento e la protezione ambientale a lungo termine.
Speriamo che questo sia d’aiuto. Ma così come potete vedere, non si può essere d’accordo totalmente con nessuna di queste ipotesi! Il fatto che questo presenti un così irrisolvibile dilemma dovrebbe rinforzare le argomentazioni contro la produzione di altre scorie nucleari e il loro invio alla Trisaia, o a qualsiasi altro posto!