“La sollecitazione venuta dagli Stati Generali delle Costruzioni della Basilicata per il superamento del Patto di Stabilità e prontamente recepita dal Presidente De Filippo è racchiuso in un dato: lo stock dei crediti vantati delle imprese edili nei confronti delle Pa ha raggiunto quota 19 miliardi, di cui 12 a carico delle amministrazioni locali. Una cifra che vale quasi il 27% dei 71 miliardi di debito della Pa con le imprese. E non basta, perché le imprese edili sono tra quelle costrette ad aspettare più a lungo il saldo di una fattura: in media otto mesi per ottenere il pagamento dei lavori eseguiti”. E’ quanto rileva il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma che oggi guida una delegazione di dirigenti lucani del sindacato edili Uil all’VIII Conferenza nazionale di organizzazione della Feneal con al centro la parola d’ordine “Governare il cambiamento. Lavoro e rappresentanza”.
Nel ribadire che “quello delle costruzioni è il settore che potrebbe beneficiare di più dell’apertura di Bruxelles sull’uscita dei mancati pagamenti dai vincoli di bilancio europei (secondo dati Ance ben 4,7 miliardi dei 19 totali sarebbero già disponibili in termini di cassa ma bloccati dal patto di stabilità)”, Palma sottolinea che “le proposte venute sempre dagli Stati Generali delle Costruzioni prima e il successivo convegno a Matera sull’ housing sociale e la riqualificazione del patrimonio edilizio indicano un percorso da seguire in grado di creare sviluppo e crescita e dare respiro all’economia del Paese soffocato da imposte che continuano a gravare in maniera insostenibile su redditi che, invece, restano fermi. Il Paese deve riprendere a crescere a partire dall’edilizia che può e deve rappresentare un volano occupazionale, capace di restituire ricchezza all’economia attraverso uno sviluppo sostenibile e di qualità”. Per il segretario degli edili lucani della Uil “le misure per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, anche attraverso procedure più snelle per il rilascio del permesso di costruire, sono elementi positivi per favorire con il rilancio del comparto edile l’occupazione in un settore che sul fronte del lavoro continua a pagare un prezzo altissimo in termini di licenziamenti, sospensioni e disoccupati cronici.
C’è voluto oltre un anno dagli Stati Generali delle Costruzioni in Basilicata (5 dicembre 2011) ma – continua il leader degli edili della Uil – un passo importante è stato compiuto in direzione delle proposte che unitariamente i sindacati confederali di categoria e tutte le associazioni imprenditoriali, del mondo della cooperazione e dell’artigianato edile, hanno definito con indicazioni di lavoro specifiche per la Giunta Regionale. Adesso le nostre aspettative per l’apertura, quanto prima, di nuovi cantieri sono rivolte alle azioni contenute nella nuova legge per favorire incrementi di volumetria agli edifici residenziali, l’ampliamento delle superfici esistenti degli edifici non residenziali, la ristrutturazione e il rinnovamento degli edifici non residenziali, i piani di riqualificazione di aree urbane degradate anche con il riconoscimento di forme di premialità. Ci sono però altri compiti che spettano alla Regione e alle Pubbliche Amministrazioni, tra i quali, il superamento di ritardi “epocali” da parte delle amministrazioni locali nella adozione dei nuovi strumenti di pianificazione, regolamentazione urbanistica ed assetto del territorio; di ritardi nell’avvio dei programmi di edilizia privata, housing sociale e riqualificazione del patrimonio edilizio; il superamento dell’ assenza di uno specifico polo tecnologico regionale della bio-edilizia,integrato con il distretto dell’energia; l’ultilizzo di materiali naturali, riciclabili e di produzione locale, che nel proprio ciclo di vita richiedano il più basso consumo di energia e il minimo impatto ambientale; nelle ristrutturazioni limiti sulla trasmittanza per pareti esterne e serramenti;l’ eccessiva frammentazione e scarsa efficienza delle stazioni appaltanti locali nella gestione strategica e funzionale delle attività di programmazione, finanziamento ed effettiva cantierizzazione delle opere pubbliche; la scarsa attenzione alla qualità delle progettazioni. L’impegno straordinario che continuiamo a richiedere a tutti – istituzioni e partiti – deriva da un assunto incontrovertibile: sostenere il settore delle costruzioni significa sostenere l’intera economia regionale”.
Gli Stati Generali delle Costruzioni incontrano il Presidente della Regione: chiesto lo sforamento del Patto di Stabilità.
“Le imprese chiudono e i lavoratori se ne vanno: la Regione sfori il Patto di Stabilità”. Questa è la richiesta unanime rivolta al Presidente Vito De Filippo dai rappresentanti degli Stati Generali delle Costruzioni, convocati nelle sede regionale.
Nell’apprezzare i contenuti della nota inviata da De Filippo al Presidente del Consiglio dei Ministri Monti, tesa ad alleggerire i vincoli del Patto di Stabilità utilizzando le royalties petrolifere e le risorse della ricostruzione post-terremoto, sindacati e associazioni di categoria hanno evidenziato la necessità di azioni urgenti e condivise per contrastare la crisi devastante del settore edile.
I rappresentanti degli Stati Generali delle Costruzioni hanno esaminato col Presidente i punti contenuti del Documento a suo tempo presentato, contenente una serie di azioni per il rilancio del settore delle costruzioni in Basilicata. Si è discusso quindi dell’osservatorio regionale per le opere pubbliche, della stazione unica appaltante, dei nuovi strumenti urbanistici, dell’housing sociale e dei programmi di edilizia privata, della bio-edilizia e del distretto dell’energia, delle ricadute sul territorio degli investimenti di Eni e Total.
La prima azione concreta tuttavia, che sindacati e associazioni imprenditoriali hanno chiesto al Presidente della Regione, è lo sforamento del Patto di Stabilità. Gli Stati Generali delle Costruzioni, infatti, ritengono che ci siano tutte le condizioni per sforare i tetti di spesa, così come è stato fatto in altre regioni d’Italia, pagando i crediti delle imprese lucane ed evitandone così il dissesto economico e finanziario.
La situazione di vera e propria emergenza sociale in cui siamo non consente di aspettare oltre, per cui si chiede alla Regione una scelta coraggiosa, condivisa dalle parti sociali e datoriali, cui lo stesso Presidente De Filippo non si è detto pregiudizialmente contrario. In caso contrario, lavoratori e imprese si dicono pronti ad eclatanti azioni di protesta.
Il ritardo nei pagamenti, unitamente alla ristrettezza del credito bancario, stanno mettendo in ginocchio un settore che è ancora il traino dell’economia dell’intera regione. Il Presidente De Filippo ha condiviso le preoccupazioni espresse e ha annunciato una serie di iniziative per il settore, quali le convenzioni con le banche per le cessioni pro soluto dei crediti e un incontro con le principali stazioni appaltanti per cantierizzare tutti gli interventi possibili. De Filippo ha assicurato, inoltre, una nuova convocazione degli Stati Generali delle Costruzioni ai primi di aprile per fare il punto della situazione. I convenuti hanno apprezzato lo spirito propositivo e di collaborazione, ma nel contempo hanno evidenziato che di tempo per risollevare il sistema socio-economico lucano ne resta veramente poco.
Patto Stabilità, Vito De Filippo: posizione Commissione Europea fa sperare.
Il presidente commenta la dichiarazione con cui la Commissione si dice pronta a cooperare con le autorità italiane con elementi di elasticità che consentano i pagamenti pregressi
“Troppo presto per tirare un sospiro di sollievo, ma la dichiarazione della Commissione europea che si dice ‘pronta a cooperare con le autorità italiane per aiutare l’attuazione tecnica del piano di liquidazione del debito commerciale pregresso’ prospettando che possa ‘rientrare tra i fattori attenuanti’ che consentirebbero l’inserimento di criteri di flessibilità nel Patto di stabilità e crescita rappresenta indubbiamente un punto di svolta”. Con queste parole il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha espresso soddisfazione per la presa di posizione della Comunità Europea.
“Credo – ha aggiunto – che oramai sia chiaro a tutti i livelli di governo del continente che il ‘Patto’ sta strangolando sia le singole imprese che le generali possibilità di ripresa dell’economia e questo non può che far ben sperare”.
Convocata dal presidente De Filippo riunione degli Stati Generali delle Costruzioni. Blocco dei pagamenti e chiusura del credito portano le imprese sull’orlo del baratro. In campo il “pro soluto”, ma, in attesa di un quadro politico nazionale stabile, non si escludono scelte più drastiche. Si lavora anche per lo sblocco di quanti più cantieri possibile
Il comparto dell’edilizia, motore storico dell’economia lucana, è in difficoltà sotto i colpi della crisi e del patto di Stabilità, e il presidente De Filippo ha convocato questa mattina gli Stati Generali delle Costruzioni per mettere a fuoco i vari problemi e individuare, in un’ottica di concertazione, le strategie possibili per poter risolvere, o almeno mitigare, i problemi.
L’attenzione dell’incontro si è subito incentrata sul Patto di Stabilità. In particolare i rappresentanti delle imprese hanno denunciato come i ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, dovute alle politiche di bilancio nazionali ed europee che mettono un tetto alle liquidazioni anche di spese con effettiva copertura economica, stia letteralmente strangolando l’industria delle costruzioni, al punto di metterne in forse, congiuntamente alla perdurante crisi economica, la stessa esistenza. “Un tempo – hanno spiegato le associazioni datoriali – le banche effettuavano anticipazioni basandosi essenzialmente sulla valutazione dell’imprenditore, poi si è passati alla valutazione patrimoniale dell’impresa per chiedere garanzie reali, oggi siamo al punto in cui nemmeno le garanzie reali bastano più e i canali finanziari sono praticamente chiusi, per cui in assenza della liquidazione degli importi dovuti per i lavori il settore va irrimediabilmente in crisi”.
Un’analisi condivisa da De Filippo, che ha ricordato i numerosi interventi tesi ad ottenere un allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità (da ultimo la lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Monti e i contatti che ne sono seguiti) sottolineando come anche l’incertezza attuale del quadro politico non consenta di poter prevedere i possibili esiti di tali azioni. Al tempo stesso, da parte del Presidente è stato evidenziato il quadro a cui si andrebbe incontro con uno sforamento unilaterale del patto stesso, con un ingente prelievo forzoso di risorse dal bilancio regionale (pari all’entità dello sforamento effettuato) fatto da parte dello Stato che sottrarrebbe altre risorse all’economia regionale, e con altre sanzioni che renderebbero ancor più difficile l’attività fatta per agganciare la ripresa. Una scelta, quella dello sforamento, non pregiudizialmente esclusa da De Filippo, ma per la quale, ha sottolineato lo stesso presidente, occorrerebbero attente riflessioni e, soprattutto, un’ampia condivisione.
Al momento, quindi, appare opportuno lavorare con gli strumenti disposizione, primo dei quali, il “pro soluto”, ossia il sistema di certificazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione che consente di tramutare il credito in contante presso le banche. Un meccanismo già sperimentato negli anni scorsi e sul quale occorre spingere ulteriormente per far fronte alle cresciute esigenze. Ed è per questo che il Presidente ha annunciato l’adozione in tempi brevi di tutti i provvedimenti necessari, mentre in parallelo si procederà ad un confronto con l’Abi per far sì che si abbia una risposta finanziaria consistente dal mondo bancario.
Al netto di questo, che resta il problema principe, si è parlato anche delle iniziative avviate per tradurre subito in cantieri tutti gli investimenti che è possibile mettere in campo in questo momento di crisi. Subito dopo Pasqua i vari dipartimenti regionali si riuniranno per mettere a punto un quadro di sintesi sugli interventi attivabili con il Fondo Sviluppo e Coesione. Di pari passo ci si muove anche sul versante privato, e in particolare degli appalti legati all’industria estrattiva. Rispondendo alle sollecitazioni dei presenti, De Filippo ha ricordato quanto definito con il contratto di sito con l’Eni per la Val d’Agri in merito alle procedure di massima trasparenza nell’aggiudicazione dei lavori e nelle agevolazioni alla partecipazione di imprese locali (in particolare con dimensioni degli appalti tali da consentire la partecipazione della nostra piccola e media imprenditoria). Questioni tutte che continuano ad essere al centro dell’attenzione. Non solo De Filippo ha annunciato una nuova convocazione del tavolo entro il mese di aprile, ma ha anche dato notizia di come stia procedendo l’iter per l’Osservatorio permanente sull’industria delle costruzioni, con il regolamento di funzionamento già approvato dalla Giunta e ora all’attenzione del Consiglio per il definitivo varo.
Rete Imprese Italia sui debiti della Pubblicazione Amministrazione: Bene proposta Pubblica Amministrazione ma occorre definire sanzioni per amministrazioni inadempienti.
“Rete imprese Italia plaude all´apertura dei vicepresidenti della Commissione Ue, Olli Rehn e Antonio Tajani, per sbloccare il pagamento dei debiti della Pa. Il Governo si affretti a preparare il piano di liquidazione che definisca chiaramente la dimensione del fenomeno sanzionando quelle amministrazioni che non collaboreranno fattivamente nella fornitura dei dati. Il pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione verso le imprese costituisce il tassello determinante per il ripristino di condizioni economiche normali per l´uscita dalla crisi”: questo il commento di Rete Imprese Italia alla proposta della Commissione Europea sui pagamenti dei debiti alle imprese.
“L´apertura della Commissione Europa – sottolinea Rete Imprese Italia – va colta subito dal nostro Paese per dare soluzione al drammatico problema dei ritardi di pagamento della Pa che mette a rischio la sopravvivenza delle nostre aziende. Vanno individuate soluzioni semplici e di impatto immediato come la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti degli enti pubblici verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese verso lo Stato. La strada migliore per onorare un debito è pagarlo, superando il complicato meccanismo delle certificazioni che ha già dimostrato di essere inefficace”.
Rete Imprese Italia ribadisce anche la necessità di applicare e far rispettare la nuova legge, in vigore dal primo gennaio, che fissa il termine di 30 giorni per saldare le fatture nelle transazioni commerciali tra Stato e imprese.