I Consiglieri comunali Augusto Toto, Michele Paterino e Adriano Pedicini hanno inviato una lettera al Prefetto di Matera per segnalare l’inosservanza da parte del Presidente del Consiglio comunale di Matera a convocare il Consiglio comunale di Matera in cui discutere la mozione di sfiducia sollecitata l’11 febbraio scorso nei confronti della presidente del Consiglio comunale di Matera Brunella Massenzio. Di seguito il testo integrale.
Oggetto: Art. 39 , comma 2 – Testo Unico 267/2000. Segnalazione inosservanza da parte del Presidente del Consiglio comunale di Matera a convocare il Consiglio comunale.
I sottoscritti consiglieri comunali segnalano che sono decorsi inutilmente i termini previsti dall’art. 39 comma 2° del testo unico n. 267/2000 per la convocazione del consiglio comunale, atteso che il 5 febbraio 2013 e, successivamente, il 14 febbraio 2013 venivamo presentate due diverse richieste di convocazione, che ad ogni buon conto si allegano in copia, rimaste inevase.
Per quanto sopra, si chiede alla S.V. di valutare la possibilità di applicare le disposizioni dell’art. 39 comma 5°, al fine di consentire all’Organismo Amministrativo Comunale l’esercizio delle proprie funzioni istituzionali.
In attesa, porgiamo distinti saluti.
I Consiglieri comunali Augusto Toto, Michele Paterino e Adriano Pedicini.
Riportiamo di seguito il testo integrale della mozione sottoscritta da dieci consiglieri comunali di Matera il 31 dicembre scorso.
I Consiglieri comunali Michele Paterino, Enzo Acito, Angelo Lapolla, Angelo Tosto, Doriano Manuello, Augusto Toto, Adriano Pedicini, Sandro Tortorelli, Biagio Vizziello, Francesco Rosmarino hanno inviato una proposta di mozione di sfiducia al presidente del Consiglio comunale di Matera Brunella Massenzio. Di seguito il testo integrale della mozione.
Il Consiglio Comunale
Premesso:
che per giurisprudenza e per dottrina costante “ una delle funzioni essenziali del Presidente del Consiglio è quella di rivestire un ruolo di garanzia per tutte le parti politiche presenti nel Consiglio stesso….. e “ il Presidente “ una volta eletto assume un ruolo istituzionale e considerato quale “primus inter pares” fra i consiglieri comunali e, in tale veste, deve garantire tra l’altro l’effettività dei diritti di ciascun consigliere”;
che il presidente del Consiglio è titolare di una funzione di direzione e garanzia che comporta l’uso di poteri attribuiti non già per fini propri o di una determinata parte politica ma per tutelare diritti e prerogative di tutti i consiglieri e quindi dovrebbe astenersi da qualsiasi attività di parte;
che il vigente regolamento del consiglio comunale all’art. 6 comma 8^ prevede “la mozione di sfiducia del Presidente del Consiglio può giustificarsi solo in caso di cattivo esercizio della funzione, in quanto ne sia stata viziata la neutralità…….”
che l’azione proposta non vuole essere un processo alla persona ma al ruolo da essa ricoperto.
Ciò premesso si rappresenta quanto segue:
Il consigliere Paterino, appartenente al gruppo consiliare dell’Italia dei Valori, veniva a conoscenza, casualmente, di essere stato escluso dalle Commissioni in cui risultava componente, a seguito di una mera comunicazione, indirizzata al Presidente del Consiglio, anch’ella dell’IDV, a firma del Presidente del gruppo IDV, datata 28 novembre 2012.
Il Presidente del Consiglio, senza procedere ai necessari approfondimenti del caso, dava immediata esecuzione a tale comunicazione, chiedendo ai Presidenti di Commissioni di sostituire il consigliere Paterino con il consigliere Morelli.
Si ritiene, nello specifico, che il Presidente del Consiglio abbia adottato atti non conformi alla sua funzione in quanto, informata sulla mancata convocazione della riunione del gruppo IDV che avrebbe sancito la estromissione del consigliere Paterino da tutte le commissioni consiliari, avvertita che si stava procedendo in una interpretazione arbitraria dell’art. 18, comma 8^ del vigente regolamento, ha abbandonato il suo ruolo istituzionale di garante della legittimità delle procedure e di super partes per prendere posizione all’ interno del partito dell’ IDV contro il consigliere Paterino.
Al fine di verificare la correttezza di quanto in precedenza, con istanza in data 10 dicembre 2012, si chiedeva esplicitamente al segretario generale del Comune di formulare un proprio parere circa la legittimità del comportamento e delle procedure adottate dal “gruppo” dell’Italia dei valori e dal Presidente del Consiglio. Ad oggi tale parere non è stato espresso.
E’ noto che il gruppo consiliare non è un organo del partito ma uno strumento che attiene l’organizzazione dei lavori dell’assemblea consiliare e che, quindi, le decisioni assunte dal partito non possono incidere sulla attività del gruppo.
La giurisprudenza afferma che esiste un “diritto” dell’eletto in una lista all’appartenenza al gruppo di tale lista e che la eventuale espulsione di un componente del gruppo dal partito di riferimento non comporta automaticamente la decadenza dell’interessato dal gruppo. Pertanto, sino a quando rimane componente del gruppo, al consigliere “espulso dal partito” vanno garantite le prerogative e lo status che qualificano il suo ruolo e le sue funzioni e che dovranno continuare ad essere riconosciute e garantite nel prosieguo del suo mandato amministrativo, compreso la partecipazione a pieno titolo nelle commissioni consiliari permanenti.
L’autonomia di un consigliere di fronte al partito comprende la possibilità di agire nel gruppo del partito di appartenenza , nonostante l’eventuale espulsione dal partito. Tale possibilità deriva dall’inserimento del consigliere , al momento delle elezioni, nella lista del partito; questa circostanza fornisce una legittimazione permanente a comporre il gruppo del partito perché, dal punto di vista giuridico, non si può riconoscere al partito il potere di incidere sulla composizione di strutture interne all’assemblea, potere non previsto da alcuna norma. Inoltre, dal punto di vista politico, gli elettori hanno comunque affidato al consigliere, eletto democraticamente, il compito di attuare il programma presentato, in campagna elettorale, come esponente del partito di appartenenza e la scelta degli elettori non può essere intaccata da successivi diversi orientamenti del partito.
Peraltro il Presidente del Consiglio , nel suo ruolo di super partes per il ruolo istituzionale ricoperto, dovrebbe esimersi dalla specifica attività politica a favore di una determinata fazione partitica.
Questo, nel caso in specie, non è avvenuto, come si evince dalle dichiarazioni rilasciate, dal Presidente del Consiglio, al Quotidiano della Basilicata del 7.12.2012 tese soprattutto a screditare l’attività politica di un consigliere.
La nota di stampa, peraltro mai disconosciuta nè smentita dal Presidente del Consiglio,
contiene una dichiarazione, evidentemente non compatibile con il ruolo istituzionale ricoperto, che si ritiene tra le più denigranti, per aver affermato che ” Nessuno impedisce a Paterino, così come a qualsiasi consigliere comunale, di partecipare alle commissioni; non potrà più averne il gettone di presenza come componente del gruppo Italia dei Valori. E’ l’ unica differenza che si viene a creare”.
Scaturisce, da tale dichiarazione, che la richiesta, di un consigliere comunale, di poter partecipare a pieno titolo, con diritto di voto e con l’ autorizzazione a partecipare, da parte del proprio datore di lavoro, ai lavori delle commissioni, sarebbe stata motivata non dalla rivendicazione di un diritto costituzionalmente garantito ma dal mancato “percepimento del gettone di presenza”.
Questa affermazione scredita il lavoro e l’ impegno di tutti i consiglieri comunali, facendo generare il sospetto assolutamente infondato nell’ opinione pubblica, alimentato dal sistema della delegittimazione della politica e dalla crescente antipolitica, che i consiglieri comunali siano interessati non al ruolo di garanti della democrazia e della partecipazione, bensì alla remunerazione del gettone di presenza.
Viene a mancare, con tale affermazione, il ruolo di riferimento che il Presidente del Consiglio dovrebbe svolgere, a difesa delle funzioni istituzionali e di immagine, generando, con tali affermazioni, una caduta verticale della autorevolezza e credibilità del Consiglio Comunale.
Per quanto sopra premesso e considerato:
Ritenuto che il comportamento dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale si evidenzia non conforme ai compiti istituzionali, alla imparzialità della funzione e agli obblighi di garanzia dei diritti e delle prerogative di tutto l’ intero Consiglio Comunale ed in particolare di ciascun consigliere comunale;
Valutato che “il Presidente del Consiglio può essere legittimamente revocato qualora venga meno ai suoi doveri tra i quali spicca quello di rivestire un ruolo di garanzia per tutte le parti politiche e per ciascun consigliere”;
Ritenuto che non vi siano più le condizioni affinché l’attuale Presidente del Consiglio possa continuare a ricoprire tale ruolo , tutto ciò premesso, ritenuto e valutato si chiede di approvare la mozione di sfiducia presentata e procedere quindi alla sua sostituzione.
Matera, 31 dicembre 2012
I Consiglieri comunali Michele Paterino, Enzo Acito, Angelo Lapolla, Angelo Tosto, Doriano Manuello,Augusto Toto, Adriano Pedicini, Sandro Tortorelli, Biagio Vizziello, Francesco Rosmarino.
Anche il sindaco non è”conformato” ad essere il primo cittadino. Ferrandina è il suo habitat. Tornasse al suo paesello e ci rimanesse.
Non lo vogliono neanche lì!