Nell’ultimo consiglio comunale si è inscenato un de profundis per l’ennesima industria materana, da anni in agonia e con un destino oramai segnato: la Ferrosud. Opificio per la costruzione di carrozze ferroviarie, paradosso in termini per questa terra senza l’ombra della ferrovia.
Si sono fatte varie analisi sulla scomparsa di poli industriali ed aziende medio piccole, ma sembra che la politica che governa si disinteressi delle politiche di sviluppo, mentre all’orizzonte è meglio non fare ulteriori programmi perchè, sinora hanno accompagnato questo territorio nella più disastrosa delle crisi. Un tasso di disoccupazione mai raggiunto, una perdita reddituale senza precedenti, un massiccio ricorso ai sussidi sociali, un numero di cassintegrati da record.
Nessuno si interroga sul come sovvertire questa politica obsoleta poco impegnata sui programmi sociali, o su quelli che attengono alle puntuali perdite di posti di lavoro, per nulla in grado di agevolare ed incrementare impresa, alcuna analisi efficace viene fatta. Quando la Barilla lasciò Matera, privilegiando Foggia si disse che quest’ultima città era maggiormente attrezzata; per il polo del salotto fu la crisi industriale; per la banca d’Italia un rivedere la questione nazionale e così via per il Genio Civile, la Banca Popolare del Mezzogiorno, queste le recenti fughe. Perchè un discorso a parte meriterebbero le aziende del laterizio e dell’industria pastaia, aziende da sempre naturalmente vocate a questo territorio e scomparse nel nulla.
Intanto la politica regionale e comunale, con i loro leader, che sono un’unica cosa, emigrano al nord per trovare imprenditori interessati a investire in Basilicata, con scarsi risultati. Del resto chi volete che venga a versare capitali, ad affrontare il rischio d’investire in questi luoghi? Avete reso questa terra la meno competitiva d’europa all’ultimo posto della classifica nazionale e nel profondo del 235° posto sulle 267 regioni d’Europa, (fonti del “La gazzetta Dell’Economia”).
Non ci sono prospettive a medio o lungo periodo che invertino la tendenza. Anzicchè migrare in cerca di coraggiosi ed ardui imprenditori del nord per convincerli a delocalizzare nella landa desolata, avviate programmi semplici, seri e fattibili che facciano uscire questo territorio dall’isolamento, un esempio potrebbe essere il raccordo autostradale Matera-Gioia del Colle. Solo pochi chilometri di autostrada, le risorse ci sono, manca solo l’impegno di coraggiosi governanti.
Perchè lo sviluppo non può che prescindere dalla dotazione infrastrutturale; un’opera semplice, fattibile e concreta. L’eventuale ed essenziale realizzazione, integrata nell’imminente completamento della bradanica, chiuderebbe un quadro di ben più ampia portata, tanto che rappresenterebbe per la nostra città uno snodo viario di grande collegamento, spegnendo sufficientemente la carenza infrastrutturale attuale e lanciando Matera alle potenzialità enormi che tutti auspicano.
Sono convinto che nel territorio le città sono il motore della crescita economica in quanto luoghi privilegiati e prevalenti della produzione di conoscenza, di cultura e innovazione. Le infrastrutture sono il veicolo sul quale queste si muovono, per questo appare ovvio, anche se comprendo che il consiglio comunale da solo, ben poca cosa possa alla fattiva realizzazione di un opera di siffatta importanza.
Resta comunque proficuo, per la politica del il mio gruppo, PdL, sensibilizzare l’Amministrazione comunale, alla bontà del progetto, in modo che si faccia promotrice anche nei confronti dei comuni pugliesi interessati all’opera e che da questa, certamente ne trarrebbero beneficio, richiamando in causa le rispettive Amministrazioni Regionali, le compagini politiche ed i ministeri competenti.
E’ ben poca cosa ma forse è la piccola soluzione ai tanti problemi. Per tal motivo ho presentato un ordine del giorno al consiglio comunale affinchè si faccia promotore per la realizzazione dell’opera.
Adriano Pedicini Consigliere del PdL