Angelo Festa, Segretario Regionale dell’Adiconsum di Basilicata – ha aderito all’iniziativa promossa dalla stessa Associazione insieme ad Agorà digitale, Altroconsumo, Studio legale Sarzana e Assonet, invitando i Parlamentari di bloccare la delibera dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, n. 668/2010 del 12/2010, che introdurrebbe un meccanismo censore in mano alla stessa Agcom, in grado di impedire completamente l’accessibilità ai siti italiani ed esteri. In tale maniera verrebbero rimossi anche contenuti sospettati di violare il diritto d’autore in modo automatico entro cinque giorni dall’accertamento, prescindendo da qualsiasi requisito di colpevolezza accertato dell’Autorità giudiziaria.
“Tale azione censoria – ha affermato Angelo Festa – senza garanzia della certezza del reato e senza una corretta difesa, ai limiti del rispetto costituzionale, non può avvenire senza un reale dibattito politico in Parlamento. Per questo – ha concluso Festa – chiediamo ai nostri Deputati di intervenire velocemente per riportare la discussione in Parlamento e di sospendere ogni regolamentazione sul diritto d’autore finché il Parlamento non riuscirà ad essere sede di un grande dibattito pubblico”.
Adiconsum invita tutti ad adedire alla lettera aperta cliccando qui per scaricare il testo della lettera.
LETTERA AI PARLAMENTARI
Per una moratoria alle nuove regole per la Rete, finché il Parlamento non deciderà in maniera esplicita sull’equilibrio tra diritto d’autore, accesso alla conoscenza e pericolo di nuove censure.
Immaginate che un giorno intere sezioni della vostra biblioteca vengano rese inaccessibili. Non vi verrà mai detto quali specifici libri, e per quale ragione sono stati rimossi, ma troverete solo un cartello che vi informa che qualcuno, da qualche parte, per qualche ragione, ha segnalato che i libri di quella sezione violano i diritti di qualcun’altro. Immaginate che anche dagli scaffali accessibili della biblioteca qualcuno rimuova costantemente libri senza che voi o gli altri altri utenti della biblioteca, possiate sapere quali volumi sono stati rimossi, e senza che vi sia data la possibilità di valutare se la rimozione di tali libri viola alcuni dei vostri diritti fondamentali.
Credete che questo possa accadere in una democrazia?