Venerdì 27 settembre 2019 alle ore 9 con raduno in piazza Matteotti a Matera è in programma lo sciopero mondiale per il futuro. Di seguito le motivazioni nella nota inviata alla nostra redazione.
Dopo le mobilitazioni del 15 marzo e del 24 maggio 2019 il terzo appuntamento delle manifestazioni indette a protezione del clima e del diritto alla sopravvivenza delle speci tutte, è per venerdì 27 settembre. La rete degli studenti medi Basilicata scenderà per le strade della città per esternare il proprio dissenso rispetto agli ultimi avvenimenti, di più globale respiro, come l’incendio del cosiddetto polmone verde del pianeta, la foresta amazzonica e per richiedere a difesa estrema del nostro sfruttato territorio, alle istituzioni, al consiglio regionale e al presidente Vito Bardi la dichiarazione di disastro ambientale e un’exit strategy dal fossile, a seguito dei recenti e meno recenti sversamenti di greggio nel sottosuolo e del processo petralgate, e in vista del rinnovo dei permessi di estrazione. Gli studenti sono invitati a scendere in piazza per cambiare il sistema, non il clima!
Sciopero globale per il clima, Cgil Matera in piazza il 27 settembre
La Cgil di Matera, avendo aderito alla mobilitazione lanciata dal movimento «Fridays for future», parteciperà allo sciopero globale e le manifestazioni nella giornata di venerdì 27 settembre, organizzato dalla Rete degli studenti Medi della Provincia di Matera.
Di fronte all’emergenza climatica che sta cambiando il mondo in peggio, le nuove generazioni ci chiamano indicandoci la via della mobilitazione generale per arrestare un processo che potrebbe avere conseguenze terribili.
La Cgil di Matera parteciperà con la propria delegazione per intraprendere un cammino che reclama un futuro di vita e non di sopravvivenza. Le crisi ambientali e del lavoro sono cresciute con questo modello di sviluppo che brucia ambiente e diritti delle persone.
In Piazza per chiedere un netto e immediato cambio di rotta dei governi per affrontare il cambiamento climatico in atto e limitare il più possibile i danni.
Si tratta di una battaglia difficilissima ma decisiva e cruciale che mette in relazione la lotta per la giustizia sociale e quella per il cambiamento climatico – e insieme la difesa dei diritti umani e sociali – sono intrecciate e lo saranno sempre di più perché, se è vero che la crisi ambientale colpirà tutti, è vero che chi ha più soldi può comunque proteggersi di più, o migrare in un posto migliore.
E’ fondamentale mettere al centro la decarbonizzazione e la “giustizia climatica” affinchè l’ambiente venga percepito come un valore, equivalente alla moneta contante.
È necessario conquistare, l’idea che la lotta climatica deve precedere e inglobare tutte le altre.
Siamo di fronte ad una uova frontiera dove occorre ragionare anche sui nostri comportamenti individuali, su come incidono sul mondo, sul modello di sviluppo dove anche l’utilizzo della tecnologia deve servire per progettare uno sviluppo diverso che faccia vivere meglio le persone e rispetti il pianeta.
Per questo bisogna rivedere i modelli di produzione all’interno di un’idea di sistema dove si producano mezzi di trasporto, case, fabbriche che non inquinino o che comunque inquinino di meno.
Nelle Università anziché studiare algoritmi pensati per sfruttare al massimo le persone e massimizzare i profitti ci si dovrebbe invece concentrare su modelli diversi che tengano insieme lavoro e rispetto del pianeta.
Per questo è in dispensabile un piano straordinario di investimenti per interventi sulle strutture materiali, sulle infrastrutture sociali attraverso un nuovo modello di sviluppo che metta al centro chi lavora, la persona.
La crisi climatica è oggi la più grande e urgente sfida che l’uomo deve affrontare. Non rimane molto tempo, bisogna accelerare il passo nelle politiche climatiche e definire delle strategie coordinate tra i diversi Paesi per rispettare gli impegni presi, a partire dall’Accordo di Parigi, e per mettere in campo politiche adeguate allo scenario che il cambiamento climatico già ci impone.
Affinché i Governi, a partire da quello italiano, si attivino attraverso un impegno serio e tangibile è importante una spinta sempre più pressante e incisiva dal basso che abbia per protagonisti in primis i giovani.
Grazie all’esempio e alla spinta di Greta Thumberg sono oramai milioni le persone che da mesi scendono in piazza per chiedere che la politica faccia la sua parte, da subito, per fermare l’emergenza climatica.
In tutto il mondo il 27 settembre gli studenti scenderanno in piazza per il terzo Global Strike For Future, al quale aderisce anche Legambiente con i suoi Circoli e i tanti giovani volontari dell’associazione.
A Potenza il concentramento è alle 9,30 in Piazza Don Bosco mentre a Matera il concentramento è piazza Matteotti alle ore 9.