Sulla discarica di Salandra riceviamo e pubblichiamo il comunicato inviato da Raffaele Tantone.
A Salandra facebook e cinema per aprire un dibattito sul futuro della discarica
La storia della discarica comunale di Salandra è stata fortemente determinata dalle molte emergenze del ciclo regionale dei rifiuti, con grandi ripercussioni sulla vita politica ed amministrativa del nostro piccolo comune.
Infatti negli anni, chi ha provato ad andare un po’ più a fondo sul tema rifiuti e’ stato avversato e messo ai margini, cosicché in mancanza di un’opposizione reale, si e’ sviluppata un’opposizione virtuale, nata sui social network,ma molto piu concreta.
Infatti da facebook e’ partita la richiesta al comune di Salandra di costituirsi parte civile nel processo “Monnezzopoli”, da Facebook e’ partita la petizione online per chiudere la discarica, che ha raccolto quasi 1000 adesioni,dai social e’ partita anche la richiesta di convocazione di un consiglio comunale aperto,con quasi 300 firme cartacee raccolte senza neanche un banchetto.
Un sommovimento civico generato dalla rete, che finalmente ha spinto 5 consiglieri a sottoscrivere una richiesta formale di convocazione dell’assise comunale .
Per questo attendiamo che il Sindaco convochi quanto prima il consiglio, avendo cura di evitare convocazioni di prima mattina ed in giorni lavorativi, perché potrebbe essere interpretato come un tentativo di non favorire la partecipazione.
I social sono stati anche il luogo dove 15 ragazzi, perlopiù fuori sede,hanno deciso di reagire alla mancanza di trasparenza ed alla rassegnazione, autotassandosi per finanziare delle analisi sugli aspetti ambientali ed economici, sulla gestione e la chiusura di un mega impianto da 400mila tonnellate.
In attesa dei risultati delle analisi, effettuate grazie alla gradita disponibilità del Tenente Giuseppe Di Bello, ci limitiamo ad osservare l’evidenza di una politica, che ha scaricato i costi economici ed ambientali della discarica sulle generazioni ed amministrazioni future.
Una politica da “Cicala” , che fra poco alzerà le tasse, presentando il conto ai cittadini, una politica che per anni si e’ cullata negli introiti dei rifiuti, non preoccupandosi di sviluppare la raccolta differenziata.
Una politica che non ha ancora spiegato da dove tirerà fuori i 400mila euro annunciati per le prime opere di chiusura della discarica.
Ma vi sarà tempo per approfondire questi aspetti, volevo solo concludere ricordando il primo importante momento, nell’ambito del percorso di acquisizione da parte della cittadinanza,della consapevolezza di avere un problema ambientale e quindi economico e sanitario con la discarica.
Anche in questo caso l’obiettivo e’ stato raggiunto tramite un mezzo non convenzionale, si tratta della presentazione del corto “Corso Dante”, girato a Salandra dal giovane regista Gianni Saponara, che ha indubbiamente svolto di il ruolo di catalizzatore di molte delle iniziative successive.
Ad ogni modo quella sera di quasi un anno fa, nel buio del cinema molti cittadini hanno ricevuto come me un pugno nello stomaco , guardando le immagini di un racconto di fantasia di morte e rifiuti, ambientato in Corso Dante: l’unica strada di Salandra che conduce al Cimitero ed alla Discarica.
Da quella sera sempre più cittadini chiedono di conoscere per partecipare, quella sera e’ partito un sentimento contro la rassegnazione, che bisogna far di tutto per far continuare a crescere ed organizzare.