Pio Abiusi, in rappresentanza dell’Associazione Ambiente e Legalità, torna ad occuparsi delle questioni ambientali che affliggono la città di Matera ed in particolare la discarica di rifiuti del borgo La Martella. Di seguito la nota integrale.
Abiusi: “Matera, terra dei fuochi?”
Paragonare Matera alla “terra dei fuochi” può sembrare eccessivo ma quando lo Stato non c’è e prolungata è la sua assenza, la situazione non è del tutto remota. Il mancato controllo del ciclo dei rifiuti è l’anticamera della cultura della illegalità anche perchè i costi sostenuti dalla collettività vengono spalmati facilmente attraverso la TARI ed è semplice ingigantirli.
La gestione del ciclo dei rifiuti di Matera in questi ultimi tempi desta notevole preoccupazione perchè dimostra come sia possibile muoversi liberamente al di fuori dei canoni di legalità senza che nessuno metta il naso ed è così che i costi già lievitati a 200 euro pro-capite possono raggiungere allegramente i 250 euro. A confronto lo scandalo Fenice fa impallidire perchè lì i dati dell’inquinamento furono occultati ma una volta scoperti , con notevole ritardo, partì l’indagine giudiziaria e partirono anche le procedure previste dalle norme ambientali per arrivare alla bonifica del sito. Sul caso della discarica di Matera, grazie ad un martellamento incessante dell’Arpab e dopo oltre 4 anni, si è arrivati a:”rilevare superamenti del CSC (Coefficiente di soglia di Contaminazione) per Nichel, Piombo, Mercurio, Fluoruri, Ferro, Alluminio, Boro, Manganese, Solfati in piezometri sia interni che esterni alla Piattaforma, la discarica-” Quello che maggiormente preoccupa è il Mercurio per le significative quantità in eccesso ed infatti l’ASM, attraverso l’unità operativa di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, già il 3 Marzo scorso chiese al Sindaco l’emissione di una ordinanza contingibile ed urgente ai fini della tutela della salute pubblica e tendente al divieto di utilizzo delle acque sotterranee e di falda presenti nella zona interessata. Nella conferenza di servizio tenutasi il 21 Aprile scorso, dopo la diffusione della notizia, si disse che sarebbe stata cura delle autorità preposte alla salute pubblica individuare le misure di prevenzione. Asm già da tempo la sua parte l’aveva fatta , il Sindaco in maniera irresponsabile ed immunemente ha continuato ad ignorare la raccomandazione sottoscritta dai suoi rappresentanti, anzi un suo diretto collaboratore, l’assessore Zoccali, ha avuto modo di comunicare alla stampa in maniera irresponsabile che “ dai piezometri posizionati a monte della piattaforma sono stati rilevati superamenti della soglia CSC “, nulla di più dolosamente incompleto perchè il verbale da lui stesso sottoscrito dice altro, dice che i valori di superamento soglia hanno interessato anche i piezometri interni alla Piattaforma ed è quindi molto probabile che i terreni circostanti la stessa e fino ad almeno un chilometro, per quello che si conosce adesso, sono stati inquinati dalla attività della discarica e malgrado tutto l’ordinanza sindacale di divieto di emungimento delle acque sotterranee non è stata emessa. Lo Stato dove è?
Con ordinanza contingibile ed urgente del 5 Marzo i rifiuti della città vennero fatti stazionare in un piccolo impianto che effettua attività di recupero di rifiuti non pericolosi autorizzato in procedura semplificata ; alla colletività quel passaggio è costato circa 80 mila euro e si potrebbe connotare anche un traffico illecito di rifiuti per i passaggi che sono stati fatti senza rispettare il Sistri- Sistema di Tracciamento dei Rifiuti-, tutte cose di dominio pubblico ma tollerate, lo Stato dove è?
Il 25 Marzo con altra ordinanza contingibile ed urgente il Sindaco di Matera ritorna a sovrabbancare in discarica dove erano già state sistemate 1800 tonn. abusivamente e che avevano fatto scaturire una costosa oblazione emessa dal Noe e della quale i cittadini , di sicuro, se ne dovranno fare carico. Questa volta la nuova odinanza di sovrabbanco non ha scadenza ed è così che adesso, dopo che la Provincia di Matera il 3 Maggio ha emesso una sua ordinanza per l’avvio dei rifiuti della città di Matera all’inceneritore di Rendina Ambiente- S.Nicola di Melfi-, non è stata emessa alcuna ordinanza di revoca della precedente ed i rifiuti continuano ad essere abbancati in discarica. Lo Stato dove è? L’amministrazione provinciale di Matera non è da meno in termini di latitanza ed infatti dopo aver autorizzato in una riunione informale l’abbancamento dei rifiuti in discarica e dopo aver assicurato un costante controllo sulla procedura autorizzata sono andati a cercarla a “Chi l’ha visto”. La stessa cosa si dica per la relazione integrativa che avrebbe dovuto seguire il verbale sottoscritto nel corso della conferenza di servizio tenutasi il 21 Aprile in cui prese visione per l’ennesima volta dell’inquinamento in atto nelle falde e nelle acque sotterranee. Le Province sono sciolte ma i dirigenti continuano a percepire le competenze e gli impegni vengono disattesi. In tutto questo lo Stato dove è?
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità
Dalla intervista resa ad un giornale locale dall’ Assessore Zoccali si evince con chiarezza che non dice la verità perchè non è stato fatto ad oggi alcun prelievo dai piezometri e la situazione è ferma al Dicembre 2015 ed i dati sono quelli, distastrosi, discussi in conferenza di servizio il 21-4-16. Appare, inoltre , evidente come il nostro disattende l’ordinanza della Provicnia ed almeno in parte i rifiuti della città non vengono avviati a Fenice ma abbancati in discarica ed è per questo che l’ordinanza sindacale non è stata revoca..
Il resto della intervista è pasticciata ed è inutile ribattere punto per punto, la cosa avverrà con gli uffici regionali anche perchè se da quelle parti ci sarà uno scivolone è più facile intervenire perchè c’è una Procura attenta.. Sarebbe l’ora che la Provincia di Matera andasse ad ispezionare e facesse il suo dovere e non si fermasse alle carte trasmesse. Per lo Stato è tuttoapposto ed è così che nasce la terra dei fuochi.