“ Noi con Salvini Basilicata continua la disamina, l’indagine e l’acquisizione di prove sull’acqua del Pertusillo che alimenta anche l’acquedotto pugliese.”
A volte ritornano. Le “chiare fresche e dolci acque”che Petrarca cantava nel 1340 sono ormai rare e tocca spendere sempre maggior impegno, tecnologia ed energia per potabilizzare e depurare l’acqua che fluisce nelle nostre case. Tutto questo stabilirebbe già una sfida di mantenimento, se non ci fosse pure il cambiamento climatico a sparigliare le carte:con l’aumento di temperatura, anche a parità di precipitazioni, l’evaporazione cresce e così pure i consumi d’acqua. Non ci si deve occupare dell’”Acqua” in relazione al futuro non solo del Pianeta Terra, ma in funzione di come questo bene prezioso vada e venga amministrato con cura nell’interesse delle intere comunità, per non dire dell’intera umanità. Governanti e politici, enti pubblici preposti, hanno il dovere o per meglio dire l’obbligo e non solo morale, ma reale di preservare questo bene che è vita. Ci corre l’obbligo di non ritenere come tesoro scontato ed acquisito l’oro blu come giustamente viene denominato questo bene che è una linfa vitale per il genere umano per quello animale e per la natura in genere. Infatti anche la flora e tutta la natura che ci circonda si alimenta e cresce grazie all’Acqua! Il fine è quello di ridestare in tutti noi quel dovere civico, socio-vitale, a preservazione e tutela del bene più prezioso senza il quale l’uomo non può vivere.
Che l’acqua sia un bene prezioso lo sappiamo dagli albori dell’umanità. Che per essa si possano scatenare conflitti ce lo insegna la storia. Che pure gli strateghi della Terra abbiano disegnato scenari di guerra per l’accaparramento dell’oro blu,non è una novità. Passando in rassegna il rapporto che le più diverse tradizioni e culture del mondo avevano e hanno con l’acqua,intesa sempre come un bene comune,si può dedurre che storicamente, quello relativo all’acqua è sempre stato trattato come un diritto naturale – un diritto che deriva dalla natura umana, dalle condizioni storiche,dalle esigenze elementari e dalle idee di giustizia. I diritti all’acqua come i diritti naturali non nascono con lo stato: scaturiscono da un dato consenso ecologico all’esistenza umana. In quanto diritti naturali,quelli dell’acqua sono diritti di usufrutto; l’acqua può essere utilizzata ma non posseduta. Oggi però la tendenza è di trattare l’acqua come una merce; di qui la grande mobilitazione internazionale, le campagne di sensibilizzazione, il referendum in Italia. E bisogna rilevare che da regione a regione la questione idrica assume una realtà diversa a secondo di chi gestisce l’apparato della rete territoriale In Lucania, purtroppo, l’oligarchia “pittelliana” ha gettato una zona d’ombra anche in questo ambito, infatti per incamerare le royalty dell’ENI non viene tutelato l’ambiente e, come già abbiamo evidenziato più volte l’inquinamento del territorio a causa dello sversamento del grezzo dai serbatoi bucati, è a livelli altissimi! E mi sentirei di esordire e continuare a redigere questa brutta pagina della nostra storia affermando che, purtroppo, la telenovela, che poi è realtà, continua con un epilogo non felice. E’ un periodo buio per la Basilicata. Infatti, oltre i cambiamenti climatici (che hanno prodotto eventi meteorologici e climatici estremi, inondazioni, siccità e scompensi tra acque dolci e salate, deterioramento delle fonti e problemi alle falde acquifere, i problemi sono legati alla privatizzazione di una buona parte del territorio per la mano invasiva dell’uomo cioè delle multinazionali,che con la complicità del governo locale pittelliano sta deturpando questa magnifica perla lucana! L’acqua, non potabile ed inquinata, si deve alla confusa gestione della Regione Basilicata per la riapertura del Cova di Viggiano che continua a suscitare preoccupazioni, dubbi e ombre.
La conferma arriva da vari episodi verificatisi nell’ultimo periodo. Il primo, riguarda la forte convinzione che l’Eni sia stata autorizzata a riaprire il Cova nonostante non abbia rispettato un punto importante delle prescrizioni a cui doveva ottemperare. Il secondo, riguarda la notizia che l’Arpab, l’agenzia ambientale che dovrebbe controllare l’Eni, ha dichiarato lo stato di emergenza per carenza di personale. Rispetto al primo punto, il movimento Noi con Salvini Basilicata, denuncia che l’Eni non ha rispettato la prescrizione numero 3 indicata a pagina 13 della relazione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). La parte non ottemperata riguarda il passaggio dove viene chiesto all’Eni di descrivere lo scenario dell’impatto provocato all’ambiente dallo sversamento di greggio. L’Eni, invece di descrivere lo scenario,dichiara che l’entità dell’impatto provocato è ancora in fase di valutazione (infatti è noto a tutti che le operazioni di emungimento delle tonnellate di petrolio finite nei terreni al di fuori del Cova,non sono ancora terminate).Quindi,è alquanto evidente che senza il rispetto di questa prescrizione, l’Ispra e la Regione Basilicata non avrebbero dovuto autorizzare il riavvio dell’impianto se prima non erano in possesso della descrizione dettagliata dell’impatto e dei danni prodotti al territorio dopo la fuoriuscita di petrolio dai serbatoi del Cova. Andiamo ora sul tema Arpab. Su questo, la situazione è veramente paradossale se si pensa che la struttura più importante per effettuare i controlli al Cova dopo l’incidente dello sversamento e per tenere l’Eni sotto stretta osservazione, ha dichiarato lo stato di emergenza per carenza di personale. Come può essere possibile che il governatore Pittella, l’assessore regionale all’Ambiente Pietrantuono e il direttore generale dell’Arpab Iannicelli, il 19 luglio scorso, abbiano fatto una pomposa conferenza stampa congiunta per annunciare che il Cova poteva riaprire e non abbiano fatto neanche un accenno all’emergenza personale in corso all’Arpab.
Perché, Pittella, Pietrantuono e Iannicelli, che si sono fatti fotografare uno accanto all’altro, non hanno detto in conferenza stampa che l’Arpab è in queste condizioni?
Perché questa importante informazione, che riguarda l’affidabilità e la funzionalità dell’Agenzia ambientale che dovrebbe controllare le attività del Cova, non è stata data ai giornalisti presenti?
Che credibilità può avere la massima istituzione lucana se, su argomenti come quelli della sicurezza e della tutela della salute dei cittadini,un governatore,un assessore e un alto dirigente pubblico, fanno il gioco delle tre carte con tanta spudoratezza.
I trucchetti del governatore Pittella e dei suoi accoliti, hanno dell’incredibile e offendono l’intelligenza dei lucani e di tutti noi. In più, creano allarme e preoccupazione perché su una vicenda così importante, come la riapertura del Cova di Viggiano, non si può fare tattica per ragioni di comunicazione.
Il governatore, che si riempie la bocca dicendo che la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto,la smetta di fare propaganda e spieghi perché l’Arpab è ridotta in queste condizioni e perché in questi anni non l’ha dotata di mezzi,personale e risorse necessarie.
E’ chiaro che Pittella si sta comportando come gli ex governatori Bubbico e De Filippo, e cioè tenere l’Arpab in una condizione di debolezza e disorganizzazione,così i controlli non vengono fatti come sarebbe necessario, ma ci si affida a quelli dell’Eni che, come è avvenuto finora,diventa il controllore di se stesso.
Oltre a questo, tanti altri interrogativi sono emersi sulla gestione dell’Arpab e sulle incongruenze per la riapertura del Cova.
Ne accenniamo due su tutti:come e chi smaltirà i reflui del petrolio,qualora il Cova riaprisse,e cosa risponde l’Arpab dopo il grave episodio che ha visto l’assunzione di un dirigente che si è messo in aspettativa lo stesso giorno in cui ha firmato il contratto.
Insomma,una serie di vicende inaudite e scandalose, pasticciate da una giunta regionale incapace di tutelare il bene comune e succube della forza e della prepotenza dell’Eni.
Ci aspettiamo che Pittella risponda, al più presto, su tutto.
Coordinamento Noi Con Salvini Basilicata
Antonio Cappiello (Segretario Regionale Noi Con Salvini Basilicata)
Luigi Modrone (Vice Segretario Regionale Noi Con Salvini Basilicata)
Adriana Domeniconi (Coordinatrice Donne Basilicata di Noi Con Salvini)
Lug 31