Acqua, No Scorie: “Dove sono i piani di tutela regionali oltre le belle parole dell’assessore Latronico?”. Di seguito la nota integrale.
Il valore dell’acqua non si misura con il costo del suo utilizzo, così come lascia intendere l ‘assessore Latronico; l ‘acqua è un bene vitale alla base del quale non solo vi è la sopravvivenza, ma tutte le produzioni, agricole e industriali risultano precarie se non addirittura impossibili, quindi il suo valore è e deve restare “incalcolabile”.
Le parole dell’assessore Latronico sul valore dell’acqua restano pertanto sterile propaganda se la Regione Basilicata non attiva un vero e proprio piano di tutela delle acque che chiediamo da oltre un decennio.
Troppo facile in questa regione non avere regole e un piano di tutela delle acque che fermino le trivellazioni o impianti industriali sulle sorgenti e sulle falde , progetti di impianti di trattamento reflui tossici e radioattivi su fiumi e dighe, le discariche di rifiuti tossici vicini ai centri abitati e lungo il corso dei fiumi.
In Val d’Agri esistono ben 300 sorgenti: chi le tutelerà per continuare ad avere acque che sgorga dalle medesime per alimentare diga del Pertusillo? In una regione dove mancano in diversi comuni i depuratori civili e non sì è in grado di monitorare puntualmente quelli esistenti, si pensa davvero sia possibile monitorare impianti che tratterebbero centinaia e centinaia di sostanze chimiche tossiche e radioattive? In Basilicata, dopo le vicende Itrec dellaTrisaia, ci si accorse che controllore e controllato erano la stessa cosa e che i controlli sulla radioattività non erano mai stati fatti da “enti terzi”. Si iniziò così a parlare di controlli su H2s (idrogeno solforato) solo dopo dieci anni di estrazioni petrolifere e delle denunce di associazioni e cittadini, oggi messi nell’angolo anche da quei partiti che si erano dichiarati a parole loro paladini.
L’era dei costosi monitoraggi non ha più senso, se non si redigono leggi sulla riduzione degli inquinati per aria, acqua e suolo che agiscano sui processi industriali e fermino l ‘inquinamento dove esso ha origine, con monitoraggi in continuo sugli impianti su un ampio spettro di parametri sugli inquinanti industriali e soprattutto sugli idrocarburi, a quando una legge regionale efficace ed efficiente che tuteli tutte le acque dalla sorgente al rubinetto?
Una legge regionale di tutela che coinvolga maggiormente nei controlli sugli inquinanti e nella gestione delle acque anche Acquedotto Lucano SpA .
Si smetta dunque di pensare che sia sufficiente l’educazione ambientale nelle scuole sull’acqua : i ragazzi non ascoltano gli adulti che non tutelano concretamente l’acqua dall’inquinamento e da chi la considera esclusivamente una fonte di business a discapito della collettività.