Nel complesso delle Monacelle in via Riscatto a Matera le associazioni Legambiente Matera, Comitato No Inceneritore e WWF Matera hanno presentato in una conferenza stampa le iniziative da porre in campo a seguito della scellerata approvazione, da parte della Giunta Regionale della Basilicata, della Autorizzazione Integrata Ambientale che consentirà al cementificio Italcementi di incrementare fino a 60.000 tonnellate l’anno la quantità di combustibile da rifiuti e combustibile solido secondario da utilizzare nel proprio stabilimento di Matera. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato Angela Calia e Mimmo Genchi del Comitato No Inceneritore, Pio Acito per Legambiente e Tommaso Ruggieri per WWF Matera.
Mimmo Genchi: “Il risultato del lavoro svolto dal Comitato tecnico regionale che ha autorizzato il passaggio da 12 mila a 60 tonnellate di rifiuti da bruciare nella cementeria Italcementi Matera non ci convince e qualcuno in proposito ci deve ancora spiegare se Italcementi è un cementificio o un inceneritore. Autorizzare 45 mila tonnellate in più vuol dire consentire l’ingressso di 1400 camion che trasportano 33 tonnellate per 2800 viaggi in più e quindi più traffico veicolare e più polveri che si poseranno in un’area a ridosso del Parco della Murgia Materana”.
Pio Acito: “Le nostre osservazioni purtroppo sono state rigettate dalla Regione Basilicata anche perchè credo che dal tono e dallo stile delle risposte probabilmente sono state inquisite dall’azienda che poi ha deciso cosa rispondere in merito. Da quando fu annunciata la richiesta di Italcementi relativa all’aumento delle tonnellate di rifiuti da bruciare sono passati 4 anni. Noi abbiamo sensibilizzato la comunità raccogliendo 980 dai cittadini per fare chiarezza sull’uamento della mortalità a causa dei tumori sul nostro territorio. Il Comune di Matera dal canto suo non ha mai convocato un consiglio comunale aperto nè si è mai preoccupata di discutere di questo problema nella commissione Ambiente. Ricordo che l’Italcementi è sul nostro territorio da 40 anni mentre il Parco della Murgia materana fu istituito venti anni fa. I Governi nazionali hanno posto limiti alle emissioni da parte di aziende come Italcementi con la legge Seveso a seguito di una tragedia che provocò la morte di 48 persone e la legge sull’amianto. Italcementi emette ogni ora una quantità di emissioni pari a quelle di 300 camion che vanno a 40 km all’ora, ovvero 28 mila metri cubi di fumi a 120 gradi di temperatura e a 42 km di velocità. Ogni giorno Italcementi emette 1570 kg di polveri che non sappiamo cosa contengono. Di sicuro nel Parco della Murgia gli asparagi e gli alberi di mandorlo e ulivo sono coperti di polvere bianca mentre la Regione nella relazione dice che non ci sono ricadute sul suolo. Visto che la proprietà di Italcementi è tedesca vorremmo che anche a Matera si applicassero i parametri per le emissioni applicate in Germania.
Ma sinora tutto tace. Ci saremmo aspettati interventi sul tema da parte dei nostri assessori Braia e Cifarelli oltre che da parte dell’assessore all’ambiente del Comune di Matera, Violetto. Ma anche il Comune ha preferito respingere le nostre richieste. Eppure il sindaco avrebbe la possibilità di pubblicare una ordinanza che fissa i limiti per le emissioni per Italcementi. Invece il Comune ha preferito rimettersi alla decisione del Comitato tecnico regionale. Invece a mio avviso era oppportuno avviare, come da noi richiesto, una indagine epidemiologica per verificare se c’è correlazione tra le emissioni di Italcementi e l’aumento di tumori sul nostro territorio. Noi ci fidiamo dello studio del Dottor Di Ciaula che ha pubblicato i suoi studi a livello europeo ma la Regione ovviamente li ha ignorati come ha ignorato le nostre osservazioni.
Pertanto visto che da oggi è entrata in vigore l’AIA per Italcementi abbiamo deciso di organizzarci per presentare entro 60 giorni un ricorso al Tar per impugnare il provvedimento regionale. Il ricorso è oneroso, parliamo di migliaia di euro e pertanto saremo presenti in piazza nelle prossime settimane per chiedere ai cittadini un euro per salvare il proprio futuro. Mi auguro che anche altre associazioni che si occupano direttamente della salute dei cittadini ed in particolare quelle che raccolgono fondi per combattere le malattie tumorali possano sostenere la nostra battaglia.
Inoltre siamo pronti a metterci allo stesso livello di Italcementi per avviare nuove indagini utilizzando centraline come quelle tarate e gestite dall’azienda con le stesse modalità di indagine. I dati raccolti saranno poi certificati da Arpab in modo tale da poter essere considerati credibili”.
Michele Capolupo
La foto della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)
Magari, magari! Magari avessero gli stessi limiti tedeschi… In Germania si bruciano SOLO combustibili alternativi da rifiuto: non 60mila ma 1 milione di tonnellate di rifiuto. Altro che il cemento, dovrebbero dar loro le zappe, e non sono sicuro che saprebbero usarle.