Sul progetto della Fondazione Matera-Basilicata 2019 denominato “Airport City: Tuning Gravity’s Strings”, l’ambientalista Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità fa il punto su progetto installazione artistica con cavi d’acciaio sulla Gravina per Matera 2019. Di seguito la nota integrale.
Il WWF Matera è una sezione dell’associazione ambientalista che con serietà e silenzio pone in evidenza concretamente e nella maniera giusta talune problematiche ambientali. Quando fu la volta della Lucana Ambiente, una società di Bernalda che intendeva realizzare un impianto a biomasse quasi a ridosso delle tavole palatine, per semplificare, il WWF- Matera si oppose di fronte al TAR di Basilicata e poi al Consiglio di Stato contro la società e la Regione Basilicata ed i magistrati dettero ragione all’associazione, l’impianto è rimasto sulla carta. Il Comune di Bernalda, invece, non riuscì a presentare in tempo utile il ricorso. E’ questo solo un esempio, il WWF è in prima linea anche contro l’invasione selvaggia delle pale eoliche. Ciò detto è giusto tributare un riconoscimento per aver sollevato pubblicamente quanto covava sotto la cenere da un po’ di tempo e che ha avuto anche dei risvolti giudiziari per iniziative non autorizzate, quindi illegali, in area protetta; il 9 Febbraio scorso i Carabinieri Forestali, prontamente intervenuti, provvidero a far rimuovere i manufatti abusivi.In questi giorni il WWF ha sollevato pubblicamente l’esistenza di un progetto che stando allo stato dell’arte non può che finire in un cassetto dimenticato o essere opportunamente delocalizzato. E’ intendimento da parte della Fondazione Basilicata-Matera 2019 realizzare un progetto denominato “Airport City” e che prevede l’istallazione di una fitta rete di cavi d’acciaio tra le pendici dell’altopiano murgico alla confluenza del torrente Jesce nel Gravina di Matera che è riserva integrale e dove sono consentiti solo interventi di “mantenimento” e “restauro” delle componenti ambientali ed antropiche, da condurre su esplicita autorizzazione dell’Ente Parco; in concreto quei tipi di interventi che, data la necessaria compatibilità, non richiedono neppure Valutazione di Incidenza Ambientale, una procedura che in appresso illustreremo. Orbene l’intervento del WWF è servito a porre in evidenza che si stava discutendo del nulla da un costo valutato in 700 mila euro senza escludere che in fase esecutiva possa divenire di 1 Meuro. Esaminiamo quanto è accaduto, si erano esercitate pressioni sugli organi di direzione del Parco Regionale Archeologico-Storico- Naturale delle Chiese rupestri del materano affinchè ci fosse condivisione su una progettazione preliminare del “Airport City”. Il Parco non condivide nulla e tanto meno una progettazione preliminare, il Parco rilascia nulla osta su progetti esecutivi e per quegli interventi compatibili in quelle aree dove gli stessi sono possibili. Morale della favola la Fondazione fino ad adesso ha parlato del nulla. Astraendoci solo per un attimo ed ipotizzando che il progetto dovutamente istruito riesca ad ottenere il nulla osta del parco dovrà essere sottoposto a V.Inc.A.- Valutazione di incidenza ambientale – che è obbligatoria ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e del DPR 357/1997 e s.m.i. Qualsiasi ntervento/attività/progetto/piano/programma che ricade in aree della Rete Natura 2000 e non finalizzato alla loro conservazione deve essere assoggettato alla procedura di Valutazione di incidenza ambientale, l’area del Parco rientra quasi per intero nella ZSC IT9220135- Gravine di Matera-. Siamo al cane che si morde la coda perchè nelle riserve integrali sono consentiti solo interventi di conservazione che proprio per la loro natura non vanno sottoposti a procedura Vinca mentre il progetto, esecutivo,dovrà essere sottoposto a procedura Vinca perchè non è finalizzato alla conservazione dei luoghi. Continuando ad astrarre, la Vinca non può che finire con parere sfavorevole perchè l’intervento è delocalizzabile; una delle nostre osservazioni che presenteremmo, qualora si giungesse ad instaurare la procedura, sarebbe questa.
Il progetto va sottoposto, inoltre, al parere vincolante della Soprintendenza per le Belle Arti ed il Paesaggio della Basilicata ai sensi del D.Lgs 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art.10 della l. 137/2002”. Volendo scendere, sempre in astratto, nel merito il manufatto può essere realizzato a partire dalla terza decade di Settembre e può essere utilizzato fino al 31 gennaio 2020 perchè poi c’è il ritorno della fauna migrante protetta a nidificare. Non entriamo nel merito di questo altro aspetto, farà parte delle osservazioni qualora fossimo costrette a farle. Morale della favola: difficilmente il manufatto sarà utilizzabile in tempo utile nel 2019 se la Fondazione intende realizzarlo lo delocalizzi in area non protetta, fuori dalla ZSC, altrimenti avremo parlato del nulla. Occorre tentere da conto che anche quegli interventi previsti in una fascia esterna al perimetro di 5 KM della ZSC debbono essere sottoposti a Procedura V.Inc.A. di cui a determina dirigenziale 75F/2004/D1169 del 30-11-04.