Angelo Vito Colangelo: “Quel fumo nel cielo di Tempa Rossa”. Di seguito la nota integrale.
Dalla scorsa domenica una gigantesca e densa nuvola di torbido fumo si è accampata minacciosa nel cielo sopra Tempa Rossa, dove si sta realizzando un vasto programma di estrazioni petrolifere nel territorio di Corleto Perticara, in provincia di Potenza, e di Gorgoglione, in provincia di Matera.
Miasmi venefici hanno raggiunto i centri abitati, seminando panico ovunque. Si sono levati subito cori di protesta, che hanno invaso i social, dove sono dilagati sentimenti di rabbia e di paura, di sconforto e di frustrazione.
In verità, non sono mancate persone che hanno reagito positivamente, manifestando ancora una volta la voglia di continuare a lottare contro il pericolo di un disastro ambientale e di una desertificazione della Lucania-Basilicata, o almeno delle sue aree interne. Hanno ribadito il loro impegno civico, anche a costo di indossare magari i panni dell’eroe di Miguel de Cervantes, che si ritrovò a combattere contro i Mulini a vento. Sarebbe comunque, la loro, una lotta coraggiosa contro un pericolo ritenuto probabile e letale in questa enclave del Sud, un tempo inaccessibile, ma in questa fase iniziale del terzo millennio invasa da nuove Compagnie di ventura che, con l’ausilio di truppe indigene scelte, sembrano aver dichiarato guerra alla Natura, immolandola impietosamente sull’ara del Dio Profitto.
Che fare, però, concretamente? Chi scrive, un lucano di Stigliano-Aliano, è la persona meno indicata per fornire indicazioni e suggerimenti. Sia perché vive a 800 chilometri di distanza, sia perché conosce poco le prassi politiche e amministrative. Anzi, sia detto per inciso, una breve esperienza di consigliere comunale di minoranza, risalente a quarant’anni fa risultò infruttuosa, se non addirittura fallimentare, perché egli, ignorando la lezione del Machiavelli non volle e non seppe distinguere e disgiungere l’agire politico dalla componente etica.
Eppure, qui ed ora, s’intende avanzare una proposta nella speranza che possa essere valutata, considerata e condivisa da qualcuno. L’idea è che tutti i soggetti interessati provvedano a convocare in seduta straordinaria e aperta al pubblico i Consigli comunali di Stigliano, Aliano, Accettura, Cirigliano, Gorgoglione, Corleto e Guardia Perticara per esaminare l’opportunità che tutti i Consiglieri si dimettano e i Sindaci rimettano il loro mandato nelle mani dei rispettivi Prefetti.
Potrebbe essere, questa, un’azione dirompente, ma utile a svegliare le Autorità regionali dormienti e a portare il tema sul tavolo di discussione al Ministero della Sanità e del Governo. Diventerebbe, così, quella delle estrazioni petrolifere selvagge, che qualcuno sospetta e denuncia avvengano al di fuori di ogni controllo, una questione nazionale, capace di trovare spazio e risonanza sulla stampa e sulle reti televisive italiane.<br>
Utopia? Distopia? È difficile a dirsi. In ogni caso l’ultimo grave incidente è forse l’ultima chance che rimane agli Amministratori e ai cittadini lucani per evitare di venire a patto col diavolo, come capitò al Faust goethiano. È, insomma, un’occasione da non sprecare, se davvero ci si vuole salvare l’anima.