WWF Matera. “Non ci sono i servizi primari per l’oasi di San Giuliano”.
In una nota il WWF Matera esprime forte dispiacere per i mancati impegni dei soggetti coinvolti nella gestione del centro visite e del museo naturalistico Oasi di San Giuliano, noi volontari per un anno e mezzo abbiamo garantito l’apertura e un minimo di servizi per quelle strutture, nonostante i mille problemi abbiamo ospitato migliaia di ospiti, prima senza luce, poi senza acqua potabile, e per finire senza acqua nemmeno per garantire i servizi igenici, cosi vogliamo far crescere il nostro territorio? cosi’ vogliamo valorizzare posti che meriterebbero tutta l’attenzione pubblica, politica e sociale? non e’ giusto sottilineano che tutto debba essere scaricato sul volontariato noi facciamo quello che possiamo lo abbia fatto e lo faremo, ma senza i servizi primari non possiamo e non possiamo fare miracoli , ricca si…. di disservizi. gli arredi interni sono ancora da completare, le aree pic-nic letteralmente distrutte dagli enti stessi che non si sono curati dopo lavori straordinari di risistemare l’area, e’ vergognoso! un posto del genere tra l’altro se valorizzato porterebbe anche a posti di lavoro, invece qui nella classica realtà meridionale porta ancora una volta al forte dispiacere personale di chi ci credeva nel territorio e ora si ritrova nella squallida situazione di abbandono ideologico e pratico. e’ finito il tempo delle mille promesse, sono i fatti che contano.
WWF Matera
Nota Antea – Come già segnalato in numerose occasioni nei mesi scorsi, la delegazione provinciale Antea Onlus Miglionico torna a denunciare la situazione di totale degrado in cui versa l’Oasi protetta di San Giuliano e la sistematica violazione,spesso anche da parte delle istituzioni, dei regolamenti che dovrebbero garantirne la tutela.
Questa volta intendiamo sottoporre all’attenzione delle autorità competenti e dell’opinione pubblica la vergognosa situazione in cui versa l’area picnic situata in Contrada “Foggia di Lupo”.
Fino a qualche tempo fa la suddetta area era off-limits in quanto ,come previsto dal regolamento dell’oasi, ricade nella cosiddetta “Zona A” (zona umida, destinata alla nidificazione e alla riproduzione della fauna del lago), quindi sottoposta a divieto di caccia,pesca ed attività invasive in genere (birdwatching, picnic, ecc).
Da quando,però, l’Amministrazione Provinciale di Matera, violando il regolamento, ha realizzato in quella zona la già citata area picnic la situazione a “Foggia di Lupo” si è parecchio aggravata:
rifiuti di ogni genere, dai resti dei picnic ai pneumatici (come dimostrano le foto), abbandonati ovunque da persone incivili.
Ora ci chiediamo, che significato ha costruire un’oasi con tanto di regole e leggi da rispettare se le istituzioni sono le prime a non osservarle e a non farle osservare?
A cosa serve suddividere l’oasi in aree dalle diverse funzioni se in ognuna di esse ognuno fa quello che gli pare?
Ora ci mancano solo le barche in mezzo al lago e siamo al completo!
Oasi di S. Giuliano, le precisazioni della Provincia
Matera, 11 ottobre 2012 – In merito alla questione dell’abbandono dei rifiuti presso l’Oasi di S. Giuliano occorre fare alcune precisazioni rispetto alle competenze in capo all’Ente.
Confermando come la Provincia concordi pienamente sull’inadeguatezza di comportamenti degradanti, cosa che per altro ha in più occasioni stigmatizzato, è necessario evidenziare come l’art.6 della legge regionale istitutiva della Riserva di San Giuliano (n. 39 del 10-04-2000) indichi i Comuni territorialmente competenti quali referenti per la cura dell’asportazione dei rifiuti “e concorrono nella sorveglianza con i propri agenti di polizia urbana, lungo le strade ed in ogni altro luogo pubblico all’interno della riserva… (omissis)”. D’altra parte ciò non potrebbe essere diversamente in quanto, come è noto, la Provincia non ha competenze in materia di raccolta dei rifiuti.
Spiace comunque rilevare che a fronte di ciò si vogliano addossare responsabilità che non possono certo essere attribuite all’ente gestore, come già si è fatto di recente con altri articoli, e si tralasci, invece, tutta l’attività che la Provincia realizza nell’ambito della tutela e della valorizzazione della Riserva.
È vero, molto ancora c’è da fare se si vuole affrontare, in generale, il tema delle aree protette nella nostra regione, a partire dalla lotta, impari, che ci vede quotidianamente impegnati contro la perdurante inciviltà di alcuni cittadini, autori di azioni di degrado di vario genere. In ogni caso la Provincia può ritenersi uno dei pochi enti che ha perseguito, e persegue, attività di valorizzazione e tutela delle aree protette, seppur con mezzi finanziari scarsi, che il più delle volte, sono stati reperiti con progetti finanziati da risorse esterne.
La realizzazione del centro visite, ad esempio, costituisce un aspetto alquanto qualificante e unico, non solo a livello regionale ma addirittura nazionale: la messa in esercizio delle strutture, affidate in gestione, rappresenta un punto fondamentale per la crescita di una coscienza della tutela e della valorizzazione delle risorse naturali e ambientali. Il funzionamento delle strutture didattico naturalistiche e delle attività connesse, peraltro, si rifà strettamente all’art. 1 “Ridenominazione, istituzione e finalità della riserva”, comma d, della Legge Istitutiva precedentemente citata: “favorire l’attività scientifica, culturale e didattica promuovendo iniziative atte a suscitare interesse e rispetto per gli ambienti naturali”.
Parlando di aspetti concreti è doveroso ricordare come nell’ambito della Riserva sia stato realizzato, con fondi europei, un centro di recupero di animali selvatici, ormai punto di riferimento regionale, che assiste e cura una media di circa 150 esemplari all’anno di specie di avifauna e mammiferi. A breve, inoltre, sarà realizzato un progetto di potenziamento della didattica e della fruibilità a valere sulla misura PIOT per 400 mila euro.
Sono, inoltre, innumerevoli le iniziative che si cerca di portare avanti, anche in un momento di grande difficoltà finanziaria, grazie anche alla rete di relazioni con il mondo tecnico, scientifico e delle associazioni.
La critica è sempre ben accetta se costruttiva, ben argomentata, rispettosa e, soprattutto, se basata sulla esatta cognizione dei fatti. Di certo la Provincia continuerà a svolgere i propri compiti e solleciterà, come ha sempre fatto, gli enti competenti a collaborare per risolvere talune problematiche che non afferiscono alla propria sfera di attribuzione.
Non si è capito a cosa sia servito dare l’oasi in gestione, visto che di gestorio, quantomeno sul piano della tutela ambientale, si vede poco o nulla…
la Provincia ha dato in gestione una struttura VUOTA di arredi e mancante di acqua potabile. Fino adesso l’area pic nic, prima che i signori della Provincia tagliassero gli alberi è stata curata e manutenuta dai volontari del WWF senza un centesimo di denaro pubblico.
la situazione disagi e mancati lavori si trascina da un anno e mezzo. I ragazzi del WWF a titolo volontariato e con grande passione ed abnegazione hanno accolto migliaia di visitatori da tutta Italia, fornendo assistenza informativa ed organizzando eventi estivi!!
Anche a me è capitato di vedere rifiuti sulla linea di battigia del lago (vengono portati dalla corrente del fiume da monte, considerato che è una diga), vicino le strade e vicino alle aree ricreative, ma da li a colpevolizzare la Provincia perchè ha realizzato dei sentieri e delle aree pic nic dove “turisti” incivili lasciano i rifiuti…. ne passa.
Oramai si legge di tutto, fin anche ad arrivare ad esternare concetti paradossali. La colpa dei rifiuti non è di chi li abbandona sul posto, ma di chi ha realizzato un punto di ristoro con le panche e i tavolini. Gli uccelli vanno via non per le esercitazioni dei fire boss, ma per le persone che fanno birdwatching!! Apprendo dalla nota dell’ANTEA che nella zona “A” non si può fare neanche questo.. In pratica non posso fare due passi con un binocolo per vedere gli uccelli….. Buono a sapersi!!!
Il buon “ambientalista” non è solo chi denuncia i piatti di plastica lasciati per terra facendogli delle foto. Il buon ambientalista è colui che dopo aver fotografato i rifiuti si impegna a rimuoverli e a trasportarli al primo cassonetto…. Cosa che nel caso di specie non è avvenuta… E, credetemi, sono stato sul posto, bastava una classica busta nera porta rifiuti. Io sono di Grottole… e la riserva la sento anche mia, ma al tempo stesso cerco di analizzare le problematiche per trovare delle soluzioni e delle proposte, e non per cercare a tutti i costi un colpevole sul quale addossare responsabilità… Mi sento di dare un consiglio alla Provincia…. Se non avesse fatto Musei naturalistici, aree didattiche, sentieristica e aree pic nic, forse non avrebbe avuto tutti questi problemi…
Recintate la riserva con fili ad alta tensione…. così siamo sicuri che pescatori, turisti, velisti e naturalisti si terranno alla debita distanza… 🙂