E’ stata approvata oggi in Giunta regionale la nuova disciplina sulle procedure tecniche ed amministrative per il rilascio delle concessioni di derivazione e delle licenze di attingimento di acqua pubblica dai corpi idrici superficiali e sotterranei, per i diversi usi dei cittadini e degli imprenditori lucani.
La disciplina va a sostituire quella approvata con D.G.R. dicembre 2006 e maggio 2014 e risponde alle necessità di armonizzare il procedimento di Autorizzazione Unica e Concessione per l’attingimento delle acque superficiali, specie nel caso della costruzione di impianti idroelettrici. Inoltre, vengono definite le modalità di presentazione delle domande di concessione introducendo un nuovo regime di canoni concessori, conforme alla Legge Galli. Infine, la disciplina recepisce la direttiva dell’Unione europea stabilendo le azioni a salvaguardia del livello di qualità dei bacini idrici superficiali e sotterranei.
Il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha tenuto conto, per la formulazione della nuova disciplina, di tutte le forme possibili di utilizzo di acqua: uso domestico delle acque superficiali; uso di quelle sotterranee tramite trivellazione, costruzione di pozzi ed effettuazione delle prove di emungimento; perforazioni finalizzate al controllo, piccole e grandi derivazioni, comprendendo in queste ultime la produzione di forza motrice, l’acqua potabile, l’uso industriale e ittiogenico, l’uso civile, l’irrigazione agricola e l’utilizzo zootecnico; la riqualificazione dell’energia geotermica, forza motrice ed elettrica. A queste si aggiungono anche la raccolta delle acque piovane in vasche e cisterne e soprattutto il riutilizzo delle acque reflue depurate.
Le concessioni regolamentate nella nuova disciplina verranno rilasciate tenendo conto di criteri ben specificati, con controlli ad hoc su ogni richiesta di utilizzo. Si terrà conto, infatti, dei reali fabbisogni del richiedente in relazione alla quantità di acqua concessa e si valuteranno le possibilità di migliorare l’utilizzo delle fonti; si terrà conto dell’incidenza che i prelievi potranno avere sulle falde acquifere e si controllerà sulla qualità e la quantità delle acque rigettate.
“Tanti sono i processi in cui viene utilizzata una delle risorse più importanti della nostra regione – ha dichiarato l’assessore Berlinguer. Occorreva disciplinare la materia attraverso norme chiare per tutti. Opportuno anche limitare l’emungimento quando si rischia di compromettere la portata vitale di un fiume – ha concluso Berlinguer – e questo, in Basilicata, rischia di accadere spesso”.