Nessuna nuova attività inerente il ciclo integrato dei rifiuti, con esplicito riferimento al trattamento dei rifiuti pericolosi e della frazione organica di rifiuti solidi urbani, verrà autorizzata nelle aree di competenza del Consorzio industriale di Potenza, quindi anche nella zona industriale di Tito, fino all’approvazione del regolamento per disciplinarne l’insediamento. È quanto dispone la delibera 145 del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Potenza, emanata il 7 ottobre scorso, che incarica contemporaneamente gli uffici competenti di predisporre una proposta di regolamento disciplinante l’insediamento di attività inerenti il ciclo integrato dei rifiuti, come richiesto dalla Legge regionale 35/2018.
Il sindaco di Tito Graziano Scavone esprime soddisfazione per la posizione assunta dal Consorzio e dal commissario straordinario Aniello Ertico, “rispettosa della norma e, soprattutto, delle prerogative dei territori interessati”. “La decisione – sottolinea il sindaco – apre a un modello di condivisione e di pianificazione che gli amministratori locali hanno sempre auspicato anche in relazione ai contenuti della legge regionale 35, con la conseguente definizione da parte del Consorzio del Piano di insediamento delle attività produttive. Come comuni industriali insieme ai colleghi sindaci di Sant’ Angelo le Fratte, Baragiano, Balvano e Melfi – continua Scavone – abbiamo sempre manifestato la nostra disponibilità e la nostra volontà di avere una partecipazione attiva per la definizione delle scelte che attengono gli insediamenti in area industriale, in particolar modo per gli impianti di trattamento dei rifiuti considerate le particolari condizioni di criticità ambientali ed emissive a cui questa tipologia di impianti spesso espone i territori”.
“Già dalla scorsa legislatura abbiamo implementato un modello diretto di condivisione delle scelte in materia ambientale con la cittadinanza – ricorda Scavone – stabilendo un principio dal quale non si potrà più tornare indietro”. “L’individuazione delle zone idonee a ospitare le diverse tipologie di impianti in materia di trattamento rifiuti che si riterranno necessarie non può prescindere da un’attenta e opportuna valutazione degli indirizzi e delle vocazioni delle aree, dalla storia e dalla volontà dei territori. Si tratta pertanto di una pianificazione da attuare in maniera congiunta, senza rinunciare alla vocazione produttiva dell’area industriale di Tito ma definendo qual è il grado di sostenibilità per tipologia di impianti industriali e se le stessa non sia già satura per alcune specializzazioni produttive”. “L’auspicio è che al netto del pronunciamento della Corte Costituzionale, a seguito dell’impugnativa promossa dal governo centrale sulla legge regionale sui rifiuti e in particolare sulla previsione normativa della definizione del Piano di insediamento delle attività produttive, si prosegua ora sulla strada indicata dal commissario Ertico in riferimento alla copianificazione territoriale – conclude il sindaco di Tito – al fine di salvaguardare interessi territoriali e sostenibilità ambientale degli insediamenti produttivi all’interno di aree industriali che in diversi casi hanno già avviato processi di riconversione anche in chiave commerciale e di servizi avanzati”.