La vicenda vissuta dalla sindaca di Ruoti Anna Maria Scalise, e riportata in questi giorni dai mass media, ripropone l’eterno interrogativo del perché ci siano poche donne sindaco, ancor meno presidenti di giunte regionali o a capo di partiti politici.
Perché, ancora troppo spesso, e la recente esperienza delle candidature al Quirinale lo dimostra, le donne vengono chiamate alla bisogna in maniera strumentale, per candidature da bruciare, sacrificare o, ancor peggio, come nel caso del Comune di Ruoti, per fare da prestanome. E quando, come nel caso di Annamaria Scalise, rifiutano questo ruolo e si muovono in modo autonomo e competente, viene azionata la macchina del fango senza alcuno scrupolo. Una donna più fragile, meno tenace ed esperta, sicuramente sarebbe annegata in questo mare di calunnie e diffamazioni. La sindaca Scalise ha invece tenuto testa egregiamente e la macchina della giustizia ha dimostrato di funzionare bene.
Una profonda amarezza si prova nel constatare quanto la nostra società e la Regione in cui viviamo siano pervase da una cultura maschilista e patriarcale, che in questa vicenda porta a veri e propri atti criminali.
Come Commissione Regionale Pari Opportunità esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla sindaca di Ruoti Anna Maria Scalise che, nonostante quanto costretta a subire nel corso del suo mandato, ha svolto con grande efficacia ed ottimi risultati la sua azione amministrativa, ed evidenziamo l’importante lavoro svolto dalla Magistratura. Possiamo guardare al futuro con maggiore ottimismo perché, anche se lentamente, un cambiamento è in atto.