Approvata in Consiglio regionale una risoluzione che prevede il ricorso alla Corte costituzionale sull’art. 38 “qualora non venga ripristinato il principio di leale collaborazione tra Stato, Regioni e Enti Locali”.
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 15 voti favorevoli di Pd, Cd, Pp, Ri, Udc, Gruppo misto, Psi e Sel e 5 voti contrari di Pdl-Fi, M5s e Lb-Fdi) una risoluzione, proposta da dal capogruppo del Pd Cifarelli che impegna il presidente della Giunta regionale “ad impugnare l’articolo 38 della legge 164/2014 (Sblocca Italia) qualora non vengano ripristinate le prerogative regionali e quindi il principio di leale collaborazione tra Stato, Regioni e Enti Locali in una norma di modifica che potrebbe trovare accoglimento nella legge di stabilità 2015 ovvero nella legge ‘Milleproroghe’”.
Con lo stesso documento il Consiglio fa voti perché il presidente “mantenga aperto il confronto politico / istituzionale con le altre Regioni, i rappresentanti parlamentari del territorio ed il Governo al fine di realizzare un’intesa equilibrata fra Stato, territorio e autonomie locali, per salvaguardare l’interesse della comunità lucana superando la pregiudizievole semplificazione amministrativa del titolo concessorio unico in materia di ricerca e coltivazione degli idrocarburi; riporti all’ambito regionale, nel rispetto delle prerogative, le competenze in materia di Via Via/Vas coinvolgendo, altresì, i Comuni e le Province nelle valutazioni afferenti le modalità ed i limiti di uso e consumo del suolo; si adoperi per accelerare tutti i procedimenti in materia di salvaguardia degli ecosistemi e dell’ambiente, di sicurezza e tutela della salute umana”.
Nel dibattito sulla legge sblocca Italia, aperto da una relazione del presidente Pittella, sono intervenuti i consiglieri Santarsiero, Robortella, Spada, Giuzio e Cifarelli (Pd), Mollica (Udc), Galante (Ri), Leggieri e Perrino (M5s), Benedetto (Cd), Romaniello (Sel), Bradascio (Pp), Pace (Gm), Rosa (Lb-Fdi), Pietrantuono (Psi), Napoli (Pdl-Fi) e l’assessore all’Ambiente Berlinguer. Il presidente Pittella ha poi svolto l’intervento conclusivo del dibattito.
Il Consiglio ha inoltre respinto a maggioranza (con 5 voti favorevoli di M5s, Pdl-Fi, Lb-Fdi, 7 voti contrari di Giuzio, Santarsiero e Robortella del Pd, Pp, Ri, Psi e Sel e 8 astensioni di Cd, Udc, Gruppo misto e Cifarelli, Lacorazza, Pittella, Polese e Spada del Pd) una mozione presentata dal consigliere Perrino (M5s) che impegna il presidente della Giunta regionale “a dare immediata attuazione alla mozione approvata in Consiglio regionale il 23 settembre 2014, sollevando la questione di legittimità costituzionale degli articoli 35, 36, 37 e 38 del dl. N. 133/2014 come convertito dalla legge n. 164/2014 innanzi alla Corte costituzionale”.
Di seguito il testo integrale della delibera approvata dal Consiglio Regionale nella serata di giovedì 4 dicembre 2014.
PREMESSO CHE:
Il 9 aprile 2014 il Consiglio Regionale ha approvato un ordine del giorno sulla Riforma del Titolo V della Costituzione Italiana;
Il 23 settembre 2014 a seguito della discussione sulla proposta di decreto “Sblocca Italia” il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione con la quale si impegnava il Presidente della Giunta regionale a “attivare ogni utile azione al fine di sostenere in sede di conversione del decreto legge 12 settembre 2014 n. 133 la tutela delle prerogative regionali previste dalla Costituzione italiana, prevedendo in caso contrario di impugnare la legge di conversione del decreto Sblocca Italia nelle parti ritenute incostituzionali”;
Nella Gazzetta Ufficiale n 262 del 11.11.2014 (supp. ord. N.85/L) è stata pubblicata la legge 11.11.2014 n 164, di conversione, con modificazioni del decreto Legge 12.09.2014 n. 133 recante “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”;
VISTO:
l’articolo 38 del predetto decreto Legge 12.09.2014 n. 133, convertito con modificazioni dalla legge 11.11.2014 n. 164, inerente “Misure per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali” che presenta profili di incostituzionalità, con particolare riferimento al comma 1 bis laddove non si prevedono spazi di co-decisione delle Regioni facendo così venir meno il principio di leale collaborazione tra Stato, Regioni ed Enti Locali;
CONSIDERATO CHE:
l’articolo 38 va cambiato prima ancora che per ragioni giuridico-costituzionali, perché sottrae al territorio ed al suo sistema istituzionale ogni diritto di autodeterminazione in materia di tutela ambientale ed uso del suolo;
Il comma 1 bis dell’articolo 38 va modificato nel senso che: la previsione del piano delle aree in cui sono consentite le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi deve essere sottoposto alla previa intesa con le Regioni, al fine di recuperare il principio di leale collaborazione, e con gli Enti locali per l’esercizio delle funzioni amministrative, e che il piano possa essere sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica;
DATO ATTO CHE:
la Basilicata non può essere esclusa dai processi decisionali in materia di ricerca e coltivazione di idrocarburi, dal momento che da oltre 15 anni concorre in maniera determinante al fabbisogno energetico dell’Italia nel rispetto dei principi generali di sussidiarietà e solidarietà e che pertanto gli attuali limiti nell’uso del suolo e quantità di estrazione pari a 154 mila barili giorno già autorizzati dalle intese del 1998 e del 2006, riferite alle concessioni Val D’Agri e Gorgoglione, sono da ritenersi invalicabili;
VISTO E CONDIVISO:
Gli ordini del giorno approvati dal Parlamento con il parere favorevole del Governo qui richiamato integralmente che tra l’altro promuove presso la Regione Basilicata, sotto la diretta responsabilità del Ministero dell’Ambiente, un tavolo della trasparenza con la partecipazione delle istituzioni e del mondo associativo e del territorio che operi, con la supervisione di una Commissione tecnico-scientifica composta come previsto per l’analogo organismo istituito ai sensi dell’articolo 1 comma 3 dell’Opcm 3267/2003 e dell’articolo 3, comma 2 dell’Opcm 3355/2004. per assicurare la vigilanza e l’informazione sull’impatto delle attività petrolifere per la salute e l’ambiente;
ATTESO CHE:
le modifiche sostanziali all’art. 38 della L. 164/2014 andrebbero perseguite prima ancora che sul terreno del conflitto di legittimità costituzionale con lo Stato, su quello del confronto politico/istituzionale tra Regione e Regioni, rappresentanti parlamentari del territorio e Governo al fine di conseguire un’intesa equilibrata fra Stato e Sistema delle Autonomie Locali;
VISTA:
l’importante intesa raggiunta in sede di conversione del decreto “Sblocca Italia” per quanto riguarda le compensazioni economiche a favore del territorio conseguite grazie al lavoro svolto dai parlamentari lucani, dai nostri Rappresentanti del Governo e dal Presidente della Giunta Regionale e che tale azione va proseguita per liberare tutte le risorse rivenienti dalle compensazioni ambientali dai vincoli stringenti del patto di Stabilità destinandole non più per spesa corrente ma per investimenti.
CONSIDERATO ANCORA CHE :
Sarebbe opportuno che il procedimento del titolo concessorio unico preveda che la Valutazione di Impatto Ambientale venga effettuata dalle Regioni e che solo trascorso un limite temporale possa essere trasferita alla competenza del Ministero dell’Ambiente (chiamata in sussidiarietà);
A tal proposito, al fine di rispettare i termini assegnati, si ritiene opportuno un potenziamento dei competenti Uffici regionali, nonché la predisposizione entro il 2015 del Piano Paesaggistico Regionale e di Uso del Suolo;
Che l’intesa con lo Stato, laddove prevista, vada condivisa con gli Enti Locali, al fine di assegnare loro il giusto protagonismo nel governo del territorio, attraverso l’approvazione di una apposita legge regionale che ne disciplini le modalità di partecipazione e valutazione delle proposte;
Occorre accelerare tutti i procedimenti finalizzati al potenziamento e alla riforma dell’Agenzia regionale per l’ambiente, all’aggiornamento del registro tumori, al completo e pieno funzionamento dell’Osservatorio regionale ambientale e rendere operativo il Centro di Medicina Ambientale presso l’Ospedale di Villa D’Agri, alla realizzazione di una indagine epidemiologica estesa all’intera popolazione regionale, partendo dalle aree interessate dalle estrazioni petrolifere;
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA
Impegna il Presidente della Giunta Regionale
– Ad impugnare l’articolo 38 della legge 164/2014 qualora non vengano ripristinate le prerogative regionali e quindi il principio di leale collaborazione tra Stato, Regioni e Enti Locali in una norma di modifica che potrebbe trovare accoglimento nella Legge di Stabilità 2015 ovvero nella Legge cd. “Milleproroghe”.
FA VOTI AFFINCHE’
Il Presidente della Giunta Regionale
– mantenga aperto il confronto politico / istituzionale con le altre Regioni, i rappresentanti parlamentari del territorio ed il Governo al fine di realizzare un’intesa equilibrata fra STATO, TERRITORIO e AUTONOMIE LOCALI, per salvaguardare l’interesse della Comunità Lucana superando la pregiudizievole semplificazione amministrativa del titolo concessorio unico in materia di ricerca e coltivazione degli idrocarburi;
– riporti all’ambito regionale, nel rispetto delle prerogative, le competenze in materia di Via VIA/VAS coinvolgendo, altresì, i Comuni e le Province nelle valutazioni afferenti le modalità ed i limiti di uso e consumo del suolo;
– Si adoperi per accelerare tutti i procedimenti in materia di salvaguardia degli ecosistemi e dell’ambiente, di sicurezza e tutela della salute umana come sopra specificato.
Dichiarazione congiunta del segretario regionale del PD Antonio Luongo e del Capogruppo PD in Regione Basilicata Roberto Cifarelli circa il dibattito e deliberato Consiglio Regionale
“Il dibattito e il deliberato del Consiglio regionale rappresentano il coronamento del grande e fruttuoso lavoro politico che la Regione, la delegazione parlamentare e le forze di governo hanno svolto in queste settimane per raggiungere un più avanzato riconoscimento del contributo della Basilicata agli interessi primari del Paese e, al tempo stesso, una adeguata salvaguardia delle esigenze di sviluppo e di sicurezza della nostra terra.
Risultati che vanno sottolineati, perché non era né facile né scontato poterli perseguire in un momento di grave crisi delle finanze pubbliche e in un clima assai sfavorevole al regionalismo.
Nelle decisioni assunte dal Consiglio Regionale si legge la più intelligente proiezione delle indicazioni scaturite dall’Assemblea regionale del partito nella riaffermazione della linea della coerenza e della concretezza portata avanti dal Presidente Pittella, dal governo regionale e dall’intera classe dirigente del centrosinistra.
Tenendo insieme istituzioni e popolo abbiamo vinto tutte le nostre battaglie, anche le più disperate, senza mai cedere al disfattismo demagogico.
Ce la faremo ancora un volta.”
Napoli (FI), la vera grande sfida di una classe dirigente che si rispetta.
“La questione vera è far comprendere ai lucani, parlando il linguaggio della verità, se quello che quindici anni fa fu considerato un asset strategico, cioè il petrolio e la valorizzazione delle risorse energetiche, continuerà ad essere tale per la Basilicata del futuro o meno. E’ un interrogativo al quale non possiamo “sfuggire” per rispetto ai ragazzi e a quanti hanno partecipato alla manifestazione, in maniera tanto interessata, per rivendicano il sacrosanto diritto di conoscere quale sarà il loro futuro”. Lo ha sostenuto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Michele Napoli nel suo intervento in aula.
“Il problema centrale – ha aggiunto – è che il malessere strisciante deriva dal fatto che a distanza di quindici anni da quella scelta non c’è stato nessun ritorno in termini positivi per il territorio. Ne è prova la disoccupazione crescente, la ripresa dell’emigrazione giovanile e lo stato comatoso in cui versa l’economia lucana. Una situazione, quella descritta, che perdura da anni e che certo non può imputarsi all’articolo 38 emanato solo di recente. Sarebbe da sciocchi negare che nel corso di questi anni sono state cancellate, con un tratto di penna, le aspettative della nostra comunità ovvero dotare il nostro territorio, solo a titolo esemplificativo, di infrastrutture funzionali e moderne, tali da consentire il raggiungimento di un livello di competitività territoriale vera leva per la crescita sociale ed economica della Basilicata.
Se dobbiamo per davvero condividere un percorso futuro – ha sottolineato Napoli – dobbiamo dire con chiarezza che la felice intuizione del ’98, l’dea cioè di coniugare lo sfruttamento delle risorse petrolifere con l’esigenza di salvaguardia delle matrici ambientali, è rimasta lettera morta.
“Il Centrosinistra lucano, che governa la Regione nel segno della continuità, – ha proseguito il Capogruppo di Forza Italia – ha fallito nel momento stesso in cui ha mancato di declinare concretamente i principi di fondo che rendevano affascinante quella felice intuizione. Negare l’evidenza significherebbe continuare a prendere in giro i lucani”.
Per Napoli “l’articolo 38 prospetta novità interessanti in tema di semplificazione amministrativa e certezza dei tempi dei procedimenti, che sono aspetti fondamentali per attrarre gli investimenti e sarebbe sbagliato sottacerlo, ma contiene anche profili di incostituzionalità laddove prevede il venir meno della potestà legislativa della Regione in tema di pianificazione e governo del proprio territorio in violazione del disposto del Titolo V della Costituzione.
L’esponente di Forza Italia ha quindi evidenziato che “abbiamo sprecato una grande opportunità; la sfida era e resta quella di fare della Basilicata un modello di sviluppo, nel quale erano e sono perfettamente compatibili le esigenze di valorizzazione delle risorse energetiche e di tutela di un patrimonio dotato di grande pregio ambientale e di notevoli potenzialità agricole e turistiche”.
“Per questa ragione – ha precisato Napoli – abbiamo la necessità di riprendere nelle nostre mani il futuro di questa terra, ma dobbiamo essere intelligenti e dimostrare di guardare il futuro con gli occhi della modernità che non vuol dire penalizzare la tutela dell’ambiente”.
“Il futuro lo si costruiamo giorno dopo giorno, passo dopo passo, fatica dopo fatica, con l’assunzione piena di responsabilità che ci competono. L’obiettivo – ha concluso il capogruppo di Fi – è quello di metterci alle spalle una parentesi negativa, facendo tesoro degli errori commessi e facendo nuovamente sognare i lucani una prospettiva nuova e diversa. Questa è la vera grande sfida di una classe dirigente che si rispetta”.
Gianni Rosa, Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale: “Pittella tira fuori il coniglio dal cilindro. Che scoop!”
Il petrolio corrompe gli animi. Noi non ne abbiamo mai dubitato.
Per questo non ci meravigliamo di chi oggi parla dell’incoerenza altrui quando è la stessa persona che ha fatto dell’incoerenza un’arte. Di chi ieri affermava che “Lo Sblocca Italia è stato migliorato, lo Sblocca Italia porterà benefici alla Basilicata” e oggi ci dice che quella legge presenta “chiari profili di il legittimità costituzionale” e ci ha tagliato fuori da ogni investimento infrastrutturale.
Ci meravigliamo, piuttosto, di chi fa della scrittura il proprio lavoro. Da costoro ci aspetteremmo che sappia almeno leggere. E un po’ di professionalità in più. Ma a quanto pare così non è.
Il “coniglio” del Presidente (così come lo definisce un giornale), ovvero Polese, che ha passato pezzi del suo discorso, prima a Pittella e poi a Cifarelli, riguardanti stralci di dichiarazioni del 2012, è trucco vecchio della politica. Si ‘tagliano e cuciono’ frasi, decontestualizzandole. Il tentativo ci fa sorridere.
Per fortuna le dichiarazioni sono ‘nero su bianco’ e chiunque può verificare che mai, abbiamo sostenuto che il petrolio sia lucano, anzi, in ogni intervento abbiamo sempre sottolineato che i giacimenti, una volta rinvenuti, sono di proprietà statale (negarlo sarebbe oltre che sciocco, anche inutile. Lo dispone la legge) e che se vuole lo Stato può prenderselo. È la terra che è lucana. E in quanto tale è giusto che a decidere se e quanto trivellare sia il Popolo lucano.
Non c’è, quindi, nessuna incoerenza tra quello che si è sostenuto in passato e quello che si sostiene oggi.
Che lo usi anche un giornale che dovrebbe fare della verità la sua guida è tutt’altra cosa, però.
Invece dobbiamo constatare che il denaro compra anche quel minimo di onestà intellettuale che ciascuno di noi dovrebbe sempre mantenere. Al quotidiano locale che da diversi giorni, nella sua homepage, fa campeggiare spudoratamente la pubblicità dell’Eni, diciamo: vale la pena schierarsi contro la volontà del Popolo? Forse risponderanno di sì.
Noi diciamo, invece, che quella di ieri è stata l’ennesima presa in giro del Sistema Basilicata nei confronti dei tanti che erano a manifestare sotto il Palazzo. Tra qualche settimana Pittella verrà a spacciarci come 5 a 0 qualche modifica che Renzi è obbligato a fare all’articolo 38 per rendere la norma compatibile con quella europea e a dirci che l’impugnazione non serve più.
A lui e a tutti i sostenitori delle lobby petrolifere (che oggi stanno uscendo allo scoperto) vorremmo sommessamente ricordare che il Popolo ha chiesto loro una sola cosa: impugnare l’articolo 38. E non lo hanno fatto.
La politica del centrosinistra lucano ancora una volta ha dimostrato lo strappo oramai insanabile con l’elettorato. Ha dimostrato la sudditanza nei confronti del Governo nazionale.
Il resto sono chiacchiere.
Altre Regioni hanno fatto quello che noi avremmo dovuto fare per primi e noi non siamo neanche riusciti ad accodarci. Ognuno trarrà le sue conclusioni.
Lacorazza: prima di tutto tutelare prerogative Regione
All’indomani della riunione sulla legge sblocca Italia, il presidente del Consiglio regionale interviene per ribadire il senso delle decisioni assunte e commentare la giornata di giovedì 4 dicembre
“Si può vedere ‘l’assedio’, come i media hanno fatto. Ma si può e si deve vedere anche la risposta delle istituzioni, che questa volta c’è stata. Aver svolto una riunione del Consiglio regionale con la notevole pressione della piazza, ma senza mai perdere il contatto anche diretto e rischioso con i manifestanti, ha rafforzato e valorizzato l’espressione più autentica dell’istituzione regionale. Ascolto, dialogo, rispetto e responsabilità. E poi la decisione, che è chiara e inequivocabile. Al di là del pluralismo delle posizioni espresse, il Consiglio regionale si pone prima di tutto a tutela delle prerogative della Regione, delle autonomie locali e dei territori, così come ribadito nei giorni scorsi dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative, e dallo stesso presidente della Conferenza delle Regioni Chiamparino. Così si ricostruisce il rapporto fra istituzioni e cittadini, così si comincia a sanare la frattura fra politica e società. Ringrazio il presidente Pittella e i consiglieri regionali, che hanno animato un dibattito vero, a tratti aspro, come il confronto democratico a volte richiede; ringrazio le forze dell’ordine e gli uomini della vigilanza che hanno svolto un ruolo delicato e importante; ringrazio i manifestanti, e innanzitutto gli studenti, che con il loro protagonismo costruiscono ogni giorno un pezzo di futuro per la Basilicata. Questo patrimonio di confronto e partecipazione non va disperso perché è la condizione essenziale per costruire una Basilicata migliore. E lo sarà ancora di più, mentre ci si interroga sulla qualità e sull’efficienza dei poteri locali, nella discussione che ci attende sulla riforma del Titolo V della Costituzione. Il confronto è a volte difficile, ma è sempre la strada migliore. Come la trasparenza delle posizioni e delle procedure. Tutte cose alle quali non dobbiamo rinunciare”.
Così il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, ha commentato i risultati della riunione di ieri dell’Assemblea sulla legge sblocca Italia.
credo che il ricorso sia già pronto. I cannoni sono stati caricati. La via intrapresa dal Consiglio , onestamente, è una via coraggiosa. E’ una cartina di tornasole che ci permetterà di valutare quanto contiamo sullo scenario nazionale. Se non ci prendono in considerazione con gli emendamenti proposti significa che veramente contiamo quanto il due di coppe. La via del ricorso alla suprema corte è, in definitiva, la via più semplice e ci accodiamo alle altre regioni che lo hanno già fatto. Se non modificata con quanto il consiglio propone il decreto per l’art 38 è chiaramente incostituzionale perchè va modificato prima il titolo V della Costituzione Ricordiamoci che siamo in presenza di emendamenti al testo del decreto Sblocca Italia che contiene tante altre belle amenità e non già agli ordini del giorno che sono chiacchiere al vento