Associazione Cova Contro: “L’additivo petrolifero che ha contaminato Montemurro ed il Basento: il DCPA, bandito dal 2009, rinvenuto nuovamente tra Val d’Agri e Val Basento presso lo scarico di Tecnoparco, è centinaia di volte la soglia di legge”. Di seguito la nota integrale.
Grazie alle donazioni di cittadini locali e sostenitori di Cova Contro anche da fuori regione, e con l’apporto delle associazioni vittime dell’amianto – AIEA e del Movimento Tutela Val Basento possiamo pubblicare quanto segue.
Il 12 agosto prelevammo oltre le acque anche i sedimenti nel tratto terminale di scarico della Tecnoparco Valbasento spa, nell’alveo del fiume Basento a pochi metri dal mescolamento delle acque fluviali con quelle reflue, in territorio di Pomarico, a ridosso del confine con Pisticci. La puzza acre e pungente, e l’intensità dei miasmi che si ravvisavano durante il prelievo di terreno hanno trovato conferma nelle analisi che hanno rilevato: cadmio quasi il doppio della soglia di legge, cancerogeno, cobalto oltre soglia, rame oltre dieci volte la soglia di legge, zinco oltre il doppio, idrocarburi pesanti quasi il triplo della soglia, e poi il DCPA, o meglio dimetil-tetraclorotereftlato, una molecola nota come erbicida (il Dachtal), altamente tossica e persistente, non più in commercio in Europa dal 2009 e sospetto cancerogeno per l’EPA americana, molecola che è stata riciclata per altre lavorazioni come per esempio quelle petrolifere, ove compare per le sue proprietà di modulazione dei fluidi. Il DCPA nell’alveo del Basento era a 0,848 mg/kg, attenzione milligrammi non microgrammi, se lo trattassimo come pesticida clorurato, quale è, sarebbe ottanta volte la soglia di legge. Da tenere in considerazione che il parametro di legge usato è il testo unico ambientale, ma trattandosi di fiume in realtà gli indicatori di qualità sarebbero molto più sensibili e quindi con valori al ribasso ergo la contaminazione sarebbe valutata in maniera ancora più grave da un punto di vista ecologico ed ecotossicologico.
A Montemurro lo stesso additivo emerge da più punti, nelle acque come nei terreni. Continuiamo a trovare il DCPA sempre in compagnia degli idrocarburi pesanti. A contrada Larossa e nelle vicinanze, nei terreni emerge sempre contaminazione da cadmio, ora anche rame, ed elevati tenori di berillio, nichel, piombo, cobalto e zinco. Gli idrocarburi pesanti a 139 mg/kg (soglia a 50) ed il DCPA che è tre volte il tenore registrato nel Basento-scarico Tecnoparco, in montagna a Montemurro la sostanza arriva a 2,135 mg/kg, una molecola artificiale tossica, sospetta cancerogena, per la quale il limite da applicare per i suoli residenziali sarebbe 0,01 mg/kg…parliamo di 213 volte la soglia di legge ?! Ci gira la testa ormai tanto sono sballati i valori, preghiamo le autorità affinchè replichino o ci correggano, o confermino, facciano qualcosa insomma, il problema è più serio del previsto, eppure avevamo il dubbio che la filiera petrolifera nelle pieghe di controlli pubblici carenti avesse inondato il territorio di sostanze speciali, esterne ai disciplinari ordinari di controllo. Ci rammarica sapere che i controlli in atto a Contrada Larossa come nel Basento ancora non contemplano la ricerca del DCPA nè di altre molecole artificiali, mancano controlli tarati sugli additivi industriali e le molecole di sintesi, l’approccio oggi usato è quello fermo a decenni fa a fronte di una industria, come quella petrolifera, che annualmente brevetta nuove molecole/polimeri.
A Montemurro nell’area di contrada Larossa, e non solo lì ormai, il DCPA è anche nell’acqua a 0,143 mg/litro, un valore enorme se venisse trattato come semplice pesticida, e viaggia sempre in concomitanza con gli idrocarburi pesanti disciolti rinvenuti a 0,238 mg/l. Per sicurezza è stato analizzato anche un campione di presunto bianco ambientale che di fatto ha dato zero per entrambi i parametri da noi attenzionati su tutti i campioni.
Da anni non più solo a contrada Larossa ma anche su altri versanti montani di Montemurro affiorano liquami anomali, iridescenti, maleodoranti e contaminati a fasi alterne da metalli pesanti ed idrocarburi con andamenti non costanti, ed ora si aggiunge il DCPA, con tenori altissimi e pericolosi per la pubblica incolumità vista la tossicità delle sostanza.
Abbiamo ricostruito il viaggio di una molecola altamente inquinante e persistente, bocciata per l’uso agricolo, ha trovato applicazione in altri settori, brevetti inclusi, ora per l’ennesima volta chiederemo ad Arpab di ricercare la sostanza e di chiedere alle compagnie petrolifere i formulari con l’elenco di tutte le molecole usate in tutti i passaggi di estrazione e lavorazione, probabilmente in qualche passaggio del ciclo estrattivo il DCPA viene usato e disciolto nella miscela mineraria e da lì rimane in soluzione anche negli scarti di lavorazione. Proporremo al Salvagente.it di ricercarlo altrove, Arpab e Regione dovrebbero ricercarlo invece in tutte le matrici, alimenti inclusi.
Già richiesto alla Procura di Potenza di ricercare la sostanza visto che se presente anche negli scarti potrebbe presupporre ulteriori violazioni alle norme di reiniezione e trattamento dei rifiuti.