Il Presidente di Liberiamo la Basilicata “Giuseppe Di Bello” ha inviato alla nostra redazione una nota che contiene un appello pubblico al popolo lucano per chiedere le dimissioni immediate del Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella. Di seguito le motivazioni legate a questa richiesta.
Liberiamo La Basilicata, premesso che il Decreto sblocca Italia all’art. 38 sancisce di fatto la morte ambientale ed economica della
Basilicata e che l’art. 35 e’ stato per giunta anticipato dal Presidente Pittella, chiede l’abrogazione dell’articolo 38 del Decreto Sblocca Italia. Un articolo che non tiene in minima considerazione il calcolo costi-benefici dell’impatto economico, sociale e ambientale
soprattutto per la Basilicata già provata da anni di estrazioni petrolifere senza benefici per la popolazione. Questo approccio è
assolutamente perdente quando si pensi che l’inquinamento sistematico visibile in terra di Basilicata con l’aumento scellerato delle
estrazioni aumenterebbe il rischio di incidenti e già subiamo la presenza di pozzi estrattivi nelle immediate vicinanze di centri
abitati e, mette a rischio aree di pregio naturalistico e paesaggistico, dove si svolgono fiorenti attività economiche legate ai
settori dell’agricoltura di pregio (vini, oli di oliva, cerealicoltura biologica ed allevamenti altrettanto di pregio) per non parlare del
turismo per cercare di estrarre petrolio di bassa qualità che potrebbe coprire, valutate le riserve certe a terra e a mare, il fabbisogno
nazionale per appena 13 mesi. La norma contenuta nello Sblocca Italia da carta bianca a tutti gli appetiti delle multinazionali senza alcun rispetto per l’art. 32 della Costituzione Italiana e senza altre precauzioni ed indicazione di priorità quali ad esempio la
salvaguardia del bene pubblico per eccellenza quale è l’acqua destinata ad uso potabile e la Basilicata è produttrice di acque ad
uso umano anche per oltre 3 milioni di Pugliesi. L’articolo 38 da carta bianca e procedure accelerate e semplificate che consentono,
contro ogni principio precauzionale, di dare la compatibilità ambientale in appena 60 giorni alle attività estrattive ed a progetti
molto impattanti e tecnologicamente delicati.
Nel chiedere l’abrogazione dell’articolo 35 del Decreto Sblocca Italia (importazione di monnezza) che si fermi quanto disposto dall’art. 35 del decreto “Sblocca Italia” perché, promuove l’importazione di rifiuti da altre regioni o nazioni, e su quest’articolo si è introdotta la lobby dei signori della monnezza presenti in Basilicata avallati da atti concreti… vedasi la delibera di giunta regionale di Basilicata
n. 808 del 27 giugno 2014 con la quale il Presidente Pittella e quattro assessori esterni autorizzano dei mega monnezzari per rifiuti
di importazione pericolosi e non pericolosi con relativi impianti di trattamento e trasformazione in CDR (combustibili da rifiuti).
Migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti extra bacino regionale in assenza di un Piano regionale gestione rifiuti. Il tutto si badi bene
passato attraverso le attività produttive. Leggendo tra le righe i prerequisiti di accesso ai benefici economici che sarebbero dovuti
arrivare ad aziende manifatturiere e di produzione di beni il tutto a
nostro parere usando corsie preferenziali ed interpretazioni
estremamente di parte rispetto alla classificazione delle aziende che
trattano rifiuti. A tutto ciò si aggiunga la svista di aver erogato milioni di € ad aziende attenzionate con misure cautelari dalla
Direzione Nazionale Antimafia, dalla Direzione Investigativa Antimafia con arresti e processi in corso. In un momento di una crisi
profondissima in cui versa la Basilicata, di gran lunga peggiore di
quella che vive il resto dello Stato Nazione, si regalano imilioni di
€ ovvero il 100% dell’intero costo delle opere. Ovviamente tutto
questo non fa altro che aggiungersi alle problematiche legate
all’inquinamento dell’aria, del suolo, del sottosuolo, delle acque in
particolare quelle destinate ad uso umano. Una Regione la Basilicata
che ha visto nel corso degli ultimi anni la supremazia delle Lobby
della monnezza che hanno ottenuto benefici impensabili su altri
territori dello Stato Nazione, con l’autorizzazione di inceneritori
camuffati in cementifici (Italcementi di Matera, Cementeria
Costantinopoli di Barile), l’aumento di richieste puntualmente
autorizzate di finti impianti a biomasse che funzioneranno con
combustibili da rifiuti, e, mini inceneritori tipo quelli previsti a
Tito… Il silenzio che continua a coprire lo scandalo di 2 aree SIN
(sito di interesse Nazionale da Bonificare) quelle di Tito Industriale
e della Val Basento, dove non solo non hanno messo mano alla bonifica
rischiando di perdere ben 46 milioni di euro destinati dal Ministero
dell’Ambiente, la Regione su quelle stesse aree ha autorizzato ben 4
opifici per trattamenti di rifiuti pericolosi e non, creando di fatto
una contraddizione in termini ovvero invece di bonificare introducono
nuovi veleni in aree con alto tasso di tumori, malattie alle vie
respiratorie, tiroidi e malattie cardiovascolari.
Non una sola parola è stata detta sulla richiesta di aumento della
volumetria del deposito di rifiuti radioattivi nell’area del Centro
ENEA-ITREC di Rotondella (richiesta una superfice realizzabile di
14.500 metri quadri).
Queste scelte politiche stanno riducendo la Basilicata tra
trivellazioni e rifiuti in una immensa groviera ed in una mega
discarica. Spesso le due cose addirittura convergono vedasi i pozzi
vuoti come Costa Molina 2
E’ chiaro ormai che gli organi esecutivi della Regione Basilicata sono
di fatto in netto contrasto con gli obiettivi di salubrità ambientali
previsti dall’Unione Europea, le delibere e le autorizzazioni sono in
evidente contraddizione con gli adempimenti delle direttive
comunitarie e delle norme nazionali in materia di tutela della salute
pubblica e di principio di precauzione che in una Regione quale la
Basilicata ricchissima di acque ad uso potabile per i Lucani e fonte
primaria di approvigionamento di tre milioni di residenti della vicina
Puglia. Un bene così importante dovrebbe essere al primo posto per
qualsiasi scelta politica, perché l’acqua è indispensabile per la
stessa sopravvivenza e da ciò dovrebbe derivarne una attenta
regolazione e programmazione tanto delle estrazioni petrolifere quanto
della gestione dei rifiuti ogni scelta scellerata in tal senso andrà
ad incidere negativamente e direttamente sulla vita quotidiana di
tutti.
Il Presidente Marcello Pittella su questi temi così importanti cosa
fa? Tace, non si muove, e non ha ancora dato mandato agli avvocati
della regione perchè impugnino il Decreto Sblocca Italia per
incostituzionalità.
Liberiamo la Basilicata chiede il sostegno di una petizione pubblica
di tutti i Lucani definiti “comitatini” dal Presidente del Consiglio
dei Ministri Matteo Renzi, e le contestuali dimissioni del presidente Marcello Pittella.