“Ho potuto apprezzare, ancora una volta, lo spirito di servizio in difesa di tutti i Lucani che anima il Presidente Bardi nelle sue parole sulla questione ‘autonomia differenziata’. Ha ragione il Presidente: non siamo contro all’autonomia regionale tout court ma siamo contro l’autonomia regionale che può danneggiarci, anche solo per cinque anni, tempo previsto per il passaggio dal ‘regime’ della spesa storica a quello dei livelli essenziali delle prestazioni. Anzi, ai Lucani, l’autonomia farebbe comodo e avrebbe fatto comodo anche in passato: del resto, se l’avessimo avuta in materia di tutela ambientale al tempo della norma sull’aumento della soglia degli idrocarburi nei fanghi di depurazione usati in agricoltura, norma voluta per ‘aiutare’ il sistema dei rifiuti della Lombardia, il Governo non avrebbe impugnato la nostra legge regionale per vietare tale aumento. Si pensi, per esempio, se la Basilicata avesse autonomia in materia di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia. Petrolio, eolico, saremmo noi a decidere. È ovvio che non potremmo mai essere contro l’autonomia, se fatta in maniera equa ed uniforme.”
È quanto afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa.
“E non può essere equo né uniforme che per finanziare tale autonomia si utilizzino i residui fiscali, che, peraltro, le Regioni Emilia, Lombardia e Veneto non calcolano bene, nè la spesa storica, fosse anche ‘solo’ per i primi cinque anni. Tale circostanza, che rende precario il finanziamento delle nuove competenze, non è, come sostenuto da alcuni, un punto a favore delle pre Intese ma una loro grande pecca. Se si vuole che l’autonomia sia reale e definitiva, perché non procedere con ordine e definire prima i livelli essenziali delle prestazioni? L’uso della spesa storica, del resto, ha da sempre penalizzato le Regioni del Sud. Siamo senza servizi, senza infrastrutture, e non certo perché l’abbiamo voluto noi al contrario di quanto ha sostenuto una deputata Pd. Perché non dimentichiamolo e non facciamolo dimenticare a chi oggi si erge a paladino: le Intese, nel silenzio generale, sono state firmate durante il Governo Gentiloni. Braia e compagni – prosegue l’assessore Rosa – o erano distratti prima o sono in malafede oggi. La posizione di Bardi è, quindi, la più lungimirante: sì all’autonomia ma che sia basata sul criterio equo dei fabbisogni standard dei livelli essenziali delle prestazioni, come previsto dalla Costituzione e dalla legge. Anticipare il passaggio della definizione dei Lep agevolerebbe anche l’esecuzione delle pre Intese già sottoscritte e, a questo punto, non si comprende neanche perché continuare a perder tempo nell’attuazione della legge 42/2009, anche rispetto alla previsione del recupero del deficit infrastrutturale e della definizione dei fabbisogni delle infrastrutture, che al Sud sono decisamente ‘carenti’ rispetto al Nord”.