Il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata rispedisce al mittente le affermazioni del Segretario della Cgil, Angelo Summa, secondo cui “ il Dipartimento Ambiente, nel corso del tempo ha continuato ad emettere, senza i dovuti approfondimenti procedimenti autorizzativi (AIA) per impianti fortemente impattanti sull’ambiente come Fenice ed il Centro Olio di Viggiano “
Le autorizzazioni di cui trattasi sono ben altro: corposi provvedimenti caratterizzati da rigore, puntualità e precisione, contenenti , a seguito di dettagliata analisi delle peculiarità degli impianti in questione, numerosissime prescrizioni finalizzate a garantire, in ossequio alle statuizioni della normativa vigente in materia, il conseguimento dell’obiettivo primario della promozione dei livelli di qualità della vita umana da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.
Immotivata anche l’affermazione del Segretario secondo cui “ .. In tutta leggerezza la Regione Basilicata ha concesso Autorizzazioni Ambientali pur consapevole di quali controlli non fosse in grado di svolgere l’ARPAB ed ignorando le carenze che impedivano fra l’altro di procedere ai controlli di emissione dei microinquinanti nell’aria “ Qui il Segretario della CGIL, anziché auspicare Autorizzazioni rigorose, sembra quasi volerne fare a meno, giacché Arpab non sarebbe stata comunque in grado di svolgere tutti i controlli conseguenti.
Si tratta di affermazioni in libertà, che sembrano voler trasferire al Dipartimento Ambiente responsabilità che attengono invece ai soggetti istituzionalmente deputati ai controlli; affermazioni che il Dipartimento Ambiente, per bocca del suo Direttore generale, avv. Carmen Santoro, rigetta in toto. ” In questo Dipartimento, ha commentato il DG, operano professionalità caratterizzate da competenza e serietà che continueranno ad elaborare provvedimenti autorizzativi improntati a rigore e responsabilità.
Al riguardo l’assessore Berlinguer ha aggiunto: ” Le critiche mosse al Dipartimento ambiente mi paiono ingenerose. La politica non può e non deve prevaricare l’amministrazione, la quale segue procedure ed obblighi di legge. Sostenere che il Dipartimento ha rilasciato autorizzazioni ambientali senza calibrarle sulle capacità di controllo di Arpab é paradossale; significherebbe sostenere che ove i controlli rischiano di essere deficitari diventa inutile scrivere le regole”.
Per quanto poi invece concerne l’adozione del Piano di tutela delle acque il Dip. Ambiente rammenta al Segretario Summa che , in ossequio alla normativa di settore vigente, l’adozione di tale strumento di tutela deve necessariamente essere preceduta dalla classificazione e dalla tipizzazione dei corpi idrici attraverso la rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, nonchè delle acque dolci e marino-costiere. Il monitoraggio si configura propedeutico alla redazione del Piano di Tutela così’ come espressamente sancito dalla legge e ribadito dalle osservazioni espresse dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio in data 06.05 2009 in relazione al Progetto del Piano di tutela delle acque adottato all’epoca con DGR n:1888del 21.11.2008 e mai approvato proprio a causa della mancanza di attuazione di un programma di monitoraggio.
Nella consapevolezza del carattere di indispensabilità del preliminare monitoraggio dei corpi idrici ai fini della redazione del Piano di tutela delle acque. Il Dip. Ambiente ha elaborato il Piano di monitoraggio di che trattasi, adottato con DGR n. 18 del 18.01 2015 che purtroppo non è stato realizzato da ARPAB, per le note carenze. Con deliberazione di G:R .252 del 16.03.2016, nell’ambito della rinnovata gestione organizzativa dell’Arpab, è stato quindi approvato il nuovo Piano di Monitoraggio che la stessa Arpab si é impegnata ad attivare immediatamente, consentendo nel prosieguo l’adozione del Piano di tutela delle acque.
L’assessore Berlinguer ha concluso commentando: ” Noto con dispiacere in questi giorni si sia instaurato un clima di sospetti e addebiti. Occorre invece cercare di capire quali errori sono stati commessi e come risolverli. La Basilicata si avvita altrimenti in una spirale depressiva che rischia di comprometterla definitivamente. Dobbiamo invece ritrovare la forza e lo slancio per rialzare la testa e ripartire”.