Il malessere sociale e il bisogno disperato di un posto di lavoro offusca la via maestra da perseguire che, per chi svolge funzioni politiche ed istituzionali , non può non riguardare prima di tutto il bene e il futuro della nostra gente e dei nostri figli. Lo afferma il capogruppo di Centro Democratico in Consiglio Regionale Nicola Benedetto sostenendo che purtroppo l’illusione che il petrolio, magari anche oltre i 154mila barili al giorno concordati nel 1998 con l’Eni e successivamente nel 2006 con Total, possano dare lavoro stabile e duraturo, benessere e sviluppo, occasioni per frenare la fuga dei cervelli lucani persiste nella coscienza di molti cittadini e non solo. Pare che di colpo si sia cancellata dalla memoria l’avventura dell’Eni in Valbasento realizzata negli anni sessanta con la Pozzi a Ferrandina e con l’Anic a Pisticci, con punte di manodopera sino a 5 mila unità. Per recuperare la realtà dei fatti sarebbe sufficiente – continua Benedetto – una visita a quello che resta adesso dell’operazione di Enrico Mattei in Valbasento dove sono ben visibili ‘mausolei’ che è veramente difficile definire diversamente, ‘sepolcri’ di una industrializzazione fallita proprio perché ha puntato tutto ed esclusivamente sulle risorse energetiche. All’Eni e alle altre compagnie petrolifere si deve pertanto chiedere ben altro. Intanto, di ripulire la Val Basento dei mausolei per poter fare una vera reindustrializzazione, che passa attraverso la bonifica di quel territorio. Solo così si possono richiamare aziende di livello che possono dare un sollievo a questo territorio. Cosa importante ancora, nella rinegoziazione degli accordi, è rivendicare dall’Eni di promuovere in Basilicata, visto che il gruppo è abbastanza vasto con attività internazionali e diversificate, l’insediamento di aziende che possano dare un minimo di avvio a qualche nuovo indotto nella meccanica, nella metalmeccanica. Sicuramente è un indotto moderno: la meccanica, la metalmeccanica sono due punti che non moriranno mai nell’economia e nell’impresa e nel fare impresa. Come è necessario sollecitare lo stato del progetto di chimica verde di cu si sono perse le tracce. Bisogna inoltre lavorare – afferma il capogruppo di Cd – per la pista Mattei e chiedere all’Eni di dare forte il contributo per realizzare finalmente quello di cui la Basilicata ha bisogno per superare l’handicap infrastrutture, un aeroporto, viabilità e ferrovie moderne. Continuo a sostenere, specie dopo i primi successi di presenze ed arrivi a Matera in questa stagione estiva, che cultura ed agricoltura valgono più dei 154mila barili di petrolio da estrarre per i grandi benefici in termini di sviluppo, di occasioni ed opportunità di lavoro che sono già palpabili a Matera perché il turismo rappresenta il settore di autentico sviluppo e di occupazione stabile e duratura a differenza dell’occupazione legata all’attività estrattiva che, come è noto, ha una durata temporanea ed è quindi caratterizzata da precarietà. Quanto all’agricoltura, ribadire che il territorio lucano non è disponibile ad ulteriori perforazioni che sacrificano innanzitutto l’agricoltura– aggiunge Benedetto – non è mai superfluo. Con il nuovo Psr 2014-2020 dobbiamo pensare a sostenere il mondo agricolo fortemente impegnato in produzioni di qualità che sono l’autentica frontiera dell’export del “mangiare sano, mangiare lucano” sui mercati nazionale ed estero e non certo il petrolio che raggiunge Taranto per proseguire all’estero.
Di tutto questo vorrei si occupasse la politica con serietà e ripiegandosi sui problemi veri piuttosto che perdere tempo in fantasiose staffette per la presidenza della giunta del 2018. Il Pd non può più pensare di governare queste complesse problematiche attraverso un patto in casa propria per la spartizione di poltrone ed incarichi. Evidentemente – conclude Benedetto – la lezione politica e civile con le amministrative di Potenza prima e successivamente quelle di Matera non è stata compresa nel suo autentico significato specie se proiettato al 2018 quando non ci sarà staffetta in grado di reggere di fronte alla disperazione della gente.