“Probabilmente si dovrà attendere l’esito della gara del Governo dell’Azerbaigjan tra tre concorrenti (Poseidon, Consorzio Tap e Consorzio Nabucco) per il trasporto del gas dal Caspio in Italia attraverso il cosiddetto “corridoio sud” prima di conoscere le sorti del progetto di stoccaggio gas naturale della Geogastock in Val Basento”. A sostenerlo è il presidente del Gruppo IdV in Consiglio Regionale Nicola Benedetto riferendo che i tempi previsti sarebbero non prima del mese di marzo 2012. “Pertanto, il rinvio al 19 ottobre della Conferenza di Servizio tra Regione con l’Eni, come riferisce l’associazione ambientalista Ola – afferma Benedetto – potrebbe ulteriormente slittare perché si complica la partita internazionale del gas del Caspio. Il recentissimo ingresso del gruppo tedesco Bayerngas nel progetto Nabucco ha infatti mischiato le carte in tavola, tenuto conto che gli interessi dell’Eni sono nel progetto South Stream con i partner russi e che quindi l’Eni considera proprio quelli di Nabucco suoi diretti avversari, figuriamoci se i tedeschi dovessero avere la meglio nella gara. Come se tutto ciò non bastasse, il Ministero degli Esteri russo ha imposto un vero e proprio “niet” all’avvio, da parte della Commissione Europea, di negoziati con l’Azerbaijan e il Turkmenistan per la costruzione di un sistema di gasdotti che trasportino il gas naturale attraverso le zone del Caspio (il cosiddetto Corridoio Sud) sollevando un conflitto di interessi.
In effetti, a ben guardare, un conflitto di interessi c’è: sia la Russia che l’Unione Europea stanno trattando con Turkmenistan e Azerbaijan, due Stati ricchissimi di gas. Mentre l’UE punta al Corridoio Sud per ridurre la propria dipendenza da Mosca, la Russia sta investendo moltissimo nel South Stream, con l’Eni, altro gasdotto che dovrebbe portare metano dalla Russia all’Europa a partire dal 2016. Due sono gli elementi fondamentali: Geogastock risponde alle strategie russe e del “cane a sei zampe”; nel Caspio non c’è gas per tutti. Sulla scacchiera internazionale di altissimi interessi economici e geopolitici – dice Benedetto – il progetto Geogastock in Valbasento diventa un semplice pedone. Non per questo però la Regione, i Comuni della Valbasento, i cittadini, le associazioni ambientaliste e i comitati popolari e civici devono, per forza, fare da spettatori e attendere i vincitori della partita. Anzi, motivi in più per aprire gli occhi, partecipare alle varie fasi, dallo schieramento iniziale al movimento dei pezzi e non limitandosi ad alzare la posta in gioco, costringendo il management Eni ad esporsi, perché non sarà certo un milione di euro in più e una decina di posti di lavoro in più a soddisfare gli interessi delle nostre comunità e del nostro territorio, non certamente monetizzabili in quanto ad impatto ambientale e compatibilità con le attività produttive e turistiche esistenti e da incrementare”.
Ott 01