Nel corso del 2013 il CRAS Centro Recupero Animali Selvatici istituito dalla Provincia di Matera nella Riserva Regionale di San Giuliano pur avendo svolto la propria attività all’insegna di grandi difficoltà e limitazioni è riuscito con tenacia e impegno ad ottenere positivi risultati che confermano la validità e l’utilità delle attività svolte a tutela dell’ambiente, con particolare attenzione alla fauna rara e protetta, supportando durante l’anno iniziative volte alla educazione e sensibilizzazione dei cittadini per un maggiore rispetto della natura e del nostro territorio.
In 12 mesi sono stati affidati al CRAS, a scopo di cura e recupero, 334 esemplari gran parte dei quali appartenenti a specie particolarmente protette dalle numerose normative nazionali ed europee.
Poco più dell’87% di essi rientra nella categoria sistematica degli Uccelli, l’8,4% in quella dei Rettili e il 4,5% in quella dei Mammiferi.
Sono state trattate in tutto 38 specie animali diverse anche se un particolare rilievo è rappresentato dai Rapaci che, tra tutti i volatili rappresentano la maggiore percentuale come numero di esemplari pervenuti (76%). Sono infatti complessivamente 221 i rapaci diurni e notturni curati dal CRAS e appartenenti a 10 specie diverse. La maggiore frequenza di interventi di soccorso e cure riguarda il Falco grillaio (Falco naumanni) dovuta ad una particolare specializzazione che il CRAS ha acquisito nella cura e nel rilascio in natura di tantissimi esemplari. Nel 2013 sono stati infatti accolti e curati 175 esemplari (pari al 52,4% di tutti gli animali affidati) consegnati da cittadini, associazioni e forze dell’ordine. Già da diversi anni era consolidata la spiccata dedizione del CRAS nella cura di questa specie di notevole rilevanza in ambito nazionale ed europeo per la presenza di importanti e numerose colonie riproduttive in alcuni centri della provincia. In particolare la città di Matera è famosa per avere la colonia urbana di falco grillaio più grande e caratteristica al mondo, sia per l’elevato numero di coppie nidificanti (circa un migliaio) sia per le sue abitudini di condividere il suo habitat riproduttivo con quello degli abitanti della città dei Sassi. Un valore aggiunto di notevole significato sul rapporto e sulla convivenza tra Uomo e Natura che potrebbe essere un ulteriore fiore all’occhiello per una città candidata e diventare Capitale Europea della Cultura 2019.
Tutti gli animali affidati sono stati rinvenuti in 25 comuni diversi, di cui 15 della provincia di Matera, 1 della provincia di Potenza, 6 della provincia di Bari, 3 della provincia di Taranto. Il comune con la maggiore percentuale è Matera con il 54,2 % dei ritrovamenti avvenuti nel proprio territorio.
L’andamento degli arrivi su base mensile ha il picco più alto durante l’estate in relazione al fatto che in tale periodo è in pieno svolgimento l’attività riproduttiva di molte specie e vi è una maggior richiesta di interventi di soccorso per giovani e adulti. La media mensile di arrivo al Centro è stata di 28 esemplari al mese con punte di 120 ricoveri .
Per quanto riguarda le cause di ricovero una grande percentuale (65,3 %) è costituita da pulcini vittima di cadute o distruzione di nidi, prelievi illeciti, giovani che si involano prematuramente per disturbi ai nidi trovandosi spesso in difficoltà per varie cause di origine antropica. Il 17 % degli esemplari è invece vittima di traumi di varia natura (compresi atti di bracconaggio e folgorazione con linee elettriche pericolose) che in parte si risolvono positivamente ma che in vari casi determinano l’impossibilità di recupero completo o addirittura la morte dei soggetti già poche ore dopo la consegna. Le altre cause di ricovero annoverano situazioni molto diversificate e con percentuali modeste. Tra queste anche l’abbandono di tartarughe terrestri e acquatiche o la consegna volontaria o anonima di esemplari detenuti illegalmente.
L’esito dei ricoveri è stato legato a diverse variabili come la gravità della patologia, la tempestività del soccorso o le complicazioni durante le cure. Dei 334 animali pervenuti al CRAS ben 187 (56 %) sono stati nuovamente liberati e restituiti alla natura e molti di essi inanellati per motivi scientifici. Solo per il 19,5 % di essi invece non c’è stato nulla da fare per le gravità delle ferite o per lo stato di elevata debilitazione all’arrivo. Il 10,8 degli esemplari, in particolare nei casi di carenza di spazi e strutture di degenza, è stato successivamente affidato, con la collaborazione della LIPU, ad altri centri per le cure necessarie mentre per il 9,8 %, nonostante tutti gli sforzi non è stato possibile permettere una liberazione in natura entro quest’anno rinviandola alla prossima primavera. Il 2% degli esemplari, a causa della persistenza di gravi problemi che rendono impossibile la vita in natura, è risultato irrecuperabile e resterà per sempre presso il centro insieme ad altri esemplari ospitati nelle voliere. Per questi animali irrecuperabili, che ormai hanno fondamentalmente una utilità didattico-scientifica, viene quotidianamente garantita cura, alimentazione adeguata, assistenza e mantenimento in voliera in gruppi sociali costituiti da individui della stessa specie o di specie simili e compatibili con la loro natura. Nel corso del 2013 l’assistenza medica è stata prevalentemente garantita grazie al supporto dello staff specialistico del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari mentre l’aspetto scientifico relativo all’inanellamento dei soggetti reimmessi in natura è stato curato dal dott. Egidio Mallia, responsabile veterinario del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e che da anni collabora con il CRAS materano.
Il responsabile e coordinatore del CRAS Matteo Visceglia dichiara:
“L’attività svolta quest’anno è certamente positiva in termini di risultati complessivi ottenuti ma vogliamo sottolineare che essa è stata possibile solo con grande impegno quotidiano personale e con l’aiuto di alcuni volontari, con spazi e strutture insufficienti rispetto alle necessità e con poche risorse finanziarie. Il lavoro che abbiamo svolto ha un duplice valore: da una parte siamo riusciti a svolgere quotidianamente all’interno di una Riserva Naturale Regionale un’azione concreta di tutela diretta della fauna mediante il recupero, la cura e la reimmissione in natura di moltissimi esemplari protetti a livello europeo, dall’altra abbiamo svolto un continuo ed intenso lavoro di informazione e sensibilizzazione nei confronti di diverse centinaia di persone che ci hanno interpellati per chiedere i nostri interventi di soccorso sugli animali da essi ritrovati in difficoltà, per avere informazioni su come risolvere situazioni problematiche nei rapporti con la fauna selvatica o per avere consigli su come proteggere e tutelare gli animali in natura. In tanti casi abbiamo dato l’opportunità a molti turisti, famiglie, studenti e appassionati naturalisti di poter osservare da vicino alcune delle specie più legate al nostro territorio facendo comprendere come anche nella nostra provincia vivono specie rare ed interessanti che in molti hanno asserito di aver visto solo sui libri o nei documentari naturalistici. Tutto ciò è stato molto gratificante per noi e ci conferma che molto lavoro resta ancora da fare, sia nell’ambito scolastico che in quello turistico, culturale e scientifico. A tal proposito vogliamo sottolineare che abbiamo costantemente svolto attività di collaborazione con diversi istituti e ricercatori che studiano alcune specie di interesse scientifico ed abbiamo offerto la nostra disponibilità in varie iniziative di ricerca e monitoraggio sul territorio al fine di studiare e valorizzare sempre di più un patrimonio faunistico che resta ancora da conoscere e divulgare”.