Il Direttivo Filctem CGIL Matera ha diffuso il documento elaborato durante la riunione che si è svolta nei giorni scorsi a Pisticci presso i locali dell’associazione culturale ” La Spiga” alla presenza del Segretario Generale CGIL Matera, Manuela Taratufolo, avente come ordine del giorno:
” Bonifica del sito industriale Valbasento. Quali prospettive”. Di seguito una nota integrale.
Era ora. Dopo aver rischiato di perdere i finanziamenti statali relativi alla bonifica dei siti classificati di “interesse nazionale” di Tito e Valbasento, è stato siglato l’accordo di programma tra regione Basilicata, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente per una cifra di circa 46 milioni di euro.
Adesso non bisogna più perdere tempo. E’ di vitale importanza che dette risorse vengano immediatamente cantierizzate per dare risposte chiare in termini ambientali, di salute pubblica e di vivibilità per le popolazioni interessate, le quali hanno pagato negli anni un prezzo troppo alto per una bonifica che non è stata fatta con celerità nell’area compresa tra Salandra e Pisticci.
E’ d’obbligo che all’ambiente si coniughi il lavoro. E’ in questa ottica che le istituzioni devono intraprendere le necessarie attività di ricerca di quelle aziende manifatturiere disposte ad allocarsi in Valbasento che rispondano a criteri di serietà e di credibilità e che operino, possibilmente, nel settore della “Green Economy”, con l’obiettivo di creare un polo dedicato.
A tale proposito la regione Basilicata deve attivarsi per far si che la bonifica radicale diventi precondizione per il rilancio economico – occupazionale. Posizione lineare da sempre sostenuta dalla FILCTEM CGIL Matera la quale ritiene, inoltre, che in tale momento drammatico della storia recente, siano necessari solo ed esclusivamente i fatti.
E’ storicamente un fatto che l’ENI sia in debito nei confronti della Valbasento, un territorio che ha utilizzato nel corso della sua pluriennale attività, portando, comunque, sviluppo e progresso in un’area arretrata e depressa.
Ci pare sia giunta l’ora che il territorio riceva una giusta ricompensa per lo straordinario contributo di materie prime quali petrolio, gas metano, che ha dato e continua a dare. Non possiamo ridurci a essere a disposizione, sia pure per obbligo di legge, delle multinazionali o al più di divenire un mero “strumento” per la depurazione degli scarti di lavorazione.
Condividiamo l’impegno manifestato ufficialmente da Tecnoparco, di costruire un accordo di programma con la regione Basilicata e i ministeri interessati, che possa favorire da subito l’insediamento di alcune iniziative industriali manifatturiere.
Quando gli interessi coincidono bisogna avere il coraggio di sostenerli unitariamente, anche con iniziative forti nei confronti della Regione, la quale evita di rispondere, da ormai due mesi, ad una richiesta di convocazione di CGIL, CISL e UIL del materano.
Vogliamo che vengano stabilite linee guida affinché si arrivi alla determinazione di uno strumento attrattore di investimenti che metta in campo tutte le convenienze localizzative, ma anche un obbligo morale verso il territorio.
Ad oggi non sono ancora definite le risorse destinate agli ammortizzatori sociali in deroga e di ciò la Regione ne deve dar conto. Gli ammortizzatori non costituiscono il futuro per i lavoratori ma solo un mezzo utile a sopravvivere. L’unica soluzione possibile è la ricollocazione nelle attività produttive.
Per quanto sopra detto, il Direttivo FILCTEM CGIL Matera impegna la categoria a monitorare puntualmente le fasi della bonifica e di attivarsi giorno dopo giorno per incrementare l’occupazione, auspicando che tale “mission” sia fatta propria in toto dalla nuova Giunta regionale e da tutti i soggetti interessati.
Bonifica “Sin” totalmente finanziata con Fondi Coesione regionali.
I finanziamenti statali inizialmente destinati a tali opere sono stati del tutto azzerati.
In relazione ad una nota della Filtcem sulla Bonifica dei così detti “Siti inquinati di interesse nazionale, si precisa che la Regione Basilicata non ha rischiato di perdere i finanziamenti statali a tali opere destinati ma li ha effettivamente persi semplicemente perché il fondo destinato ai “Sin” (quelli lucani ma anche quelli nelle altre regioni) è stato semplicemente azzerato negli anni scorsi dal Governo nazionale.
Di contro, proprio l’auspicata, da parte della Cgil, attivazione da parte della Regione finalizzata a porre in essere “solo ed esclusivamente i fatti” ha portato la stessa Regione a destinare quasi 45 milioni di propri fondi, attinti quasi tutti dal proprio Fondo di Coesione, alle attività di Bonifica, definite, queste sì, con il concorso di Ministero dello Sviluppo economico e Ministero dell’Ambiente. Una situazione paradossale, visto che il sito inquinato viene dichiarato di interesse nazionale ma la sua gestione finisce con l’essere scaricata integralmente sui fondi a disposizione della Regione, ma che testimonia proprio la volontà di non perder tempo.