Pasquale Tucciariello, coordinatore regionale Federazione Popolare dei Democratici Cristiani, in una nota sollecita un intervento da parte del governo regionale per la messa in sicurezza del bosco cceduo di Fondana Catagna in agro di Atella. Di seguito la nota integrale.
Il sindaco di Atella, Gerardo Petruzzelli, ha inviato una lettera al Consorzio di Bonifica e al Commissario del Parco del Vulture per chiedere un intervento, urgente, nel bosco ceduo di Fontana Castagna in agro di Atella adiacente al territorio di Rionero, al fine di mettere mano al taglio poiché il bosco è maturo – l’ultimo intervento risale a oltre 23 anni fa – e ricavarne legno per palizzate, staccionate, recinzioni, arredo delle periferie e di Monticchio e ricavarne legna da vendere ai privati a basso costo. Questa lettera risale al 18 novembre dello scorso anno 2020. A questa lettera non è stata data alcuna risposta, a distanza di oltre 4 mesi.
Ora mi domando: possono comportarsi così i vertici di due enti pubblici, cioè non dare risposta e naturalmente corso ad una richiesta nientedimeno che di un sindaco? Non rispondono ad un sindaco figuriamoci se possono prendere in considerazione una lettera di un cittadino (perciò non reclama più nessuno, manco ti rispondono!). Sotto accusa vanno messi burocrazia e dirigenti.
Questa è la colpa. Qual è la pena? La sostituzione dei dirigenti, semplice no? Vanno sostituiti i vertici del Consorzio di Bonifica e del Parco del Vulture. Non rispondere ad una lettera inviata da un sindaco è un fatto gravissimo. Definiamolo, questo fatto, in maniera precisa: menefrechismo che significa – scomodiamo l’enciclopedia Treccani – disinteresse, indifferenza, indolenza, cinismo, strafottenza, incuria, negligenza, noncuranza. Dare risposta ad una lettera di un sindaco sarebbe stato – per dirla con Treccani – un atto di cura dei propri doveri di ufficio, di impegno, di interesse, di partecipazione, di diligenza, di premura, di sollecitudine, di zelo. Diciamola tutta: ciò per cui dirigenti e dipendenti vengono pagati. E invece a fronte di una retribuzione non è stato fatto un lavoro. Questo perché sono stati invertiti i termini, prima i diritti e poi i doveri, quando invece la cosa va al contrario, tu vai al supermercato, prendi la merce poi passi per la cassa e paghi. Qui va tutto al contrario. Se almeno i Benedettini, quelli che con i loro conventi hanno costruito la cara vecchia Europa, potessero fare ancora scuola (Ora et labora, prega e lavora: qui non si lavora più forse perché non si prega più). Chi deve sostituire i dirigenti e denunciare i dipendenti? Naturalmente il governo regionale, questo governo regionale che noi abbiamo votato, che anch’io ho votato perché si potesse cambiare registro. E invece i cambiamenti tardano a venire, e parliamo di cambiamenti significativi, quelli in grado di invertire la rotta della politica regionale che negli ultimi 25 anni ha determinato povertà in Basilicata e spopolamento della Basilicata poiché i nostri ragazzi sono andati via per assenza di prospettive di carattere sociale e di carattere economico. La politica regionale, se non l’ha ancora fatto – e non lo ha fatto – vada ad individuare le cause di degrado del territorio regionale e di abbandono. Una buona analisi e una precisa diagnosi saranno in grado di individuare risposte e terapie ai bisogni della nostra gente. Fanno ancora in tempo, ma ogni tempo va in scadenza.