L’Associazione Falco Naumanni, l’Associazione Lanius, Città Plurale di Matera, il Fondo Ambiente Italiano di Matera, il Forum Ambientalista di Pomarico, la LIPU- Lega Italiana Protezione Uccelli, il Movimento Azzurro Murge, Mutamenti a Mezzogiorno, WWF – Matera hanno inviato alla nostra redazione una nota congiunta in cui contestano le modalità con cui viene consentita la caccia nella Riserva di San Giuliano per abbattere i cinghiali. Di seguito la nota integrale.
E’ necessario contenere la popolazione dei Cinghiali per ridurre e limitare i danni da questi arrecati e soprattutto per ridefinire equilibri ecologici che questa specie tende a sconvolgere a proprio favore, ciò va fatto con metodi compatibili all’ambiente. Il Parco Nazionale del Pollino promuove la divulgazione e l’istallazione dei chiusini per catturare gli ungulati, stessa cosa sta accadendo al Parco delle Chiese Rupestri e della Murgia Materana che, dopo una annosa vicenda giudiziaria, rientra in possesso di detti chiusini e li installa di concerto con gli agricoltori. In tutte e due i casi siamo in presenza di territori ampi dove l’attività antropica è presente e, malgrado tutto non si fa ricorso ai cosiddetti selecontrollori. La Provincia di Matera alla quale è affidata tra l’altro la “cura ” della Riserva Regionale Orientata di S. Giuliano invece di predisporre idonei capanni per l’osservazione dell’avifauna (Il cosiddetto Birdwaching), costruisce altane per la caccia grossa al cinghiale. La disattenzione nei confronti di questa riserva naturale è massima. Tempo addietro come associazioni ambientaliste e della cittadinanza attiva chiedemmo alla protezione civile di non utilizzare l’invaso come zona di addestramento degli aerei in loro dotazione per la lotta agli incendi. Non facemmo altro che chiedere l’applicazione del Regolamento redatto dalla Provincia di Matera ed in vigore da oltre 5 anni eppure nessun dirigente di quella amministrazione si è degnato in passato ed ancora oggi di chiederne il rispetto. Dove non riesce la Pubblica Amministrazione riesce il Volontariato. La Riserva di S. Giuliano è composta da oltre 1/3 di acqua ed oltre la metà del territorio è rappresentato dalla zona A, quella a massima protezione dove l’accesso è strettamente regolamentato qualora l’Amministrazione Provinciale facesse rispettare il regolamento da lei stessa redatto. L’area A è quella di maggior importanza naturalistica; vi è poi la zona B in cui l’accesso è regolamentato da percorsi ed eventuali infrastrutture, chi le ha mai viste? C’è, infine, la zona C- a dire il vero molto ridotta- dove i privati possono svolgere attività agricole ed artigiane ma sempre nel rispetto delle normative e della sostenibilità ambientale. Ci chiediamo se è proprio necessario fare entrare i fucili in questi piccolo fazzoletto di terra quando sappiamo bene che vi sono altri sistemi di controllo della specie così come hanno fatto tanti parchi. Crediamo proprio che il dirigente preposto non sia all’altezza del compito e vada rimosso immediatamente. Nelle more si sospenda l’installazione delle piattaforme e si colga l’occasione, visto che vi sono le risorse, per realizzare i capanni di avvistamento e, perchè no , di curare la sentieristica e la vigilanza.
Matera,24 Agosto 2012
Associazione Falco Naumanni
Associazione Lanius
Città Plurale- Matera
Fondo Ambiente Italiano – Matera
Forum Ambientalista -Pomarico
LIPU- Lega Italiana Protezione Uccelli
Movimento Azzurro Murge
Mutamenti a Mezzogiorno
WWF – Matera
L’oasi nel deserto
La delegazione provinciale Antea Onlus Miglionico si unisce alle perplessità e alle critiche di numerose altre associazioni animaliste ed ambientaliste riguardo al progetto di abbattimento controllato dei cinghiali nel territorio dell’Oasi di San Giuliano.
Il territorio dell’oasi dovrebbe rappresentare un riparo sicuro per tutte le specie animali ma,ormai da troppo tempo, si è trasformato in un territorio privo di regole,dove ogni cittadino agisce indisturbato ,spesso in violazione delle leggi nazionali e regionali ed in barba al regolamento dell’oasi.
Se poi,al comportamento incivile della gente comune, si aggiungono scellerate decisioni da parte delle istituzioni ,le quali invece hanno il dovere di salvaguardare l’area del lago, sorge spontaneo il sospetto che l’oasi stia diventando solo un contenitore di finanziamenti.
Proprio alla luce di queste considerazioni, Antea ritiene che il problema dei danni all’agricoltura causati dai cinghiali, ammesso che di reale problema si tratti, rappresenti l’ultima delle emergenze paragonata a pratiche estremamente dannose per l’area,quali, l’abbandono di rifiuti di ogni genere,anche pericolosi, il continuo disboscamento abusivo di intere aree e utilizzo di pesticidi e concimi chimici nei campi agricoli attigui o addirittura ricadenti nel perimetro dell’area protetta.
Gli stessi agricoltori che lamentano la presenza dei cinghiali, ignorano il fatto che i danni causati dall’uomo per le proprie esigenze siano più pericolosi di quelli causati da un cinghiale affamato che gia deve subire l’onta degli incendi,della siccità ,dei cacciatori e dei bracconieri.
Per queste ragioni,Antea Onlus chiede alle istituzioni regionali,provinciali e comunali nel cui territorio ricade l’area dell’oasi, la convocazione urgente di un tavolo di confronto tra tutti i soggetti interessati al benessere e alla salvaguardia dell’area protetta di San Giuliano, per cercare la soluzione ai problemi che la attanagliano ormai da troppo tempo ,svuotandola di ogni valore e significato.
Infine,Antea come auspicato anche dall’ISPRA (Istituto Superiore perla Protezioneela RicercaAmbientale), alla luce dell’emergenza incendi degli ultimi mesi che hanno distrutto la flora e la fauna locale e del problema siccità che da tempo mette a dura prova la sopravvivenza delle specie animali, chiede al presidente della Regione Basilicata la sospensione del calendario venatorio su tutto il territorio lucano, fino al naturale e completo ripristino del loro habitat.
Antea onlus Miglionico
Gli ambientalisti spesso hanno ragione… ma a volte sono anacronistici, un po ottusi… Se si decide di farli moltiplicare a scapito degli operatori agricoli è necessario dare un adeguato risporo ai danni che questi subiscono… se si decidedi mantenere il numero mi si devono spiegare cosa cambia se acchiapparli vivi e poi ucciderli o ucciderli direttamente… hanno per caso qualcosa da spartire con coloro che forniscono i chiusuni? … che tra l’altro costano?. Io so solo che i danni non vengono risporati e loro si ostinano a dire che non vanno uccisi. E’ bello parlare con la tasca degli altri…. ma fatemi il piacere … andate a zappare…
Il problema loro “ambiendalisti” e che nn vivono dalla terra e x questo parlano cosi, xkè nn vengono colpiti direttamente da questi branchi di cinghiali che si moltiplicano a dismisura distruggendo tutto cio che incontrano… Voglio proprio vedere cm reagireste nel vedere completamente distrutto in una notte un raccolto di grano, pomodori e ortaggi vari dopo che sn stati buttati soldi e salute da chi lo ha coltivato. Voi dite che nn devono essere abbattuti allora mette le mani al portafoglio e pagateci tutti i danni che ci hanno provocato da quando sn stati liberati dalle nostre parti visto che fino a una decina di anni fa nn se ne sn mai visti da queste parti…
Ma e’ tanto difficile installare dei chiusini? Qualche anno fa sono stati istallati in alcune zone, ma dopo un po sono rimaste li abbandonate (sicuramente c’e’ stato qualcuno che su questo ci ha mangiato). Perche’ non si da la possibilita’ a chi ha avuto dei danni di potersi organizzare da se. Tanto si sa che se si aspetta alla provincia o chi per se la situazione non si risolvera’ mai (evgghj a m’r).
E poi ha ragione Francesco nel dire che loro non vivono dalla terra e non sanno i sacrifici che si fanno nell’ avere un’attivita’ agricola o nel produrre qualcosa per se con i costi che bisogna sostenere.
i chiusini di cui parli sn stati installati ma mai messi in funzione e x quello che so io quelli che sn andati in funzione erano abusivi nel senso che gli hanno utilizzati i cacciatori x prendere + facilmente i cinghiali 😉