Giuseppangelo Canterino, dirigente regionale Fratelli d’Italia-A.N. Basilicata su Cicogna nera Basilicata: “Un progetto utile solo alla “Total E&P Italia”. Di seguito la nota integrale.
Apprendiamo da fonti istituzionali che, grazie ad un finanziamento di 62.000 euro, il Parco Regionale di Gallipoli Cognato completerà i lavori di due percorsi naturalistici dedicati al “birdwatching”, ovvero all’osservazione della “Cicogna nera” nei pressi del fiume Basento. Iniziativa facente parte di un progetto iniziato nel 2012 e finanziato dalla Total E&P Italia per un totale di 200.000 euro.
Nulla di strano se si considera che la società petrolifera francese – si legge sul sito web – pone tra i suoi obiettivi primari “lo sviluppo di una politica sociale fondata sulla responsabilità e sull’uguaglianza al fine di integrare al meglio le proprie attività nei paesi ospitanti e di contribuire al loro sviluppo economico e sociale. Per Total E&P Italia, sviluppo sostenibile significa anche integrazione nelle comunità che accolgono le sue attività”. Prerogative che si allineano perfettamente con l’Accordo Quadro stipulato con la Regione Basilicata nel 2006.
Tutte queste buone intenzioni, però, stridono con la manifesta volontà della compagnia d’oltralpe di acquisire ulteriori quote di territorio lucano da perforare. Pensiamo, di fatto, a quando la società francese (già gestrice del centro di trattamento idrocarburi denominato ‘Tempa Rossa’, nell’alta valle del Sauro) “fremeva” per la concessione di alcuni permessi di ricerca di idrocarburi, ubicati proprio nell’area in cui si sta portando a termine il progetto sulla Cicogna nera.
Ambizioni confluite nella richiesta di un permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma – avanzata nei confronti della Regione Basilicata sotto il nome di “Oliveto Lucano”- comprendente i territori dei comuni di Accettura, Calciano, Cirigliano, Garaguso, San Mauro Forte, Stigliano, Oliveto Lucano, Tricarico, Albano di Lucania, Campomaggiore, Castelmezzano e Pietrapertosa.
Permesso (fortunatamente) negato dalla giunta regionale lucana agli inizi del 2015, che richiamava il pregio naturalistico di un territorio incompatibile – secondo il Comitato Tecnico Regionale per l’Ambiente – con ulteriori attività di ricerca e di coltivazione di idrocarburi. Il permesso di ricerca, inoltre, interessava aree comprese nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato e nella Rete Natura 2000, quindi in contrasto con la loro politica protezionistica.
A questo punto ci chiediamo: come mai la Total ha avanzato tali richieste, se era già al corrente delle caratteristiche del territorio in questione e se, dal 2012, si interessava di promuovere le qualità del Parco Regionale di Gallipoli Cognato? Cosa sarebbe successo alla Cicogna Nera se la stessa società avesse ricevuto il permesso alla ricerca e avesse, quindi, iniziato a lavorare in quei luoghi? Quale sarebbero state, infine, le ripercussioni sulle comunità locali, sempre più afflitte da malattie, mortalità e spopolamento, e sempre meno al corrente reali intenzioni delle multinazionali del petrolio?
Grazie a queste domande riusciamo a comprendere quanto sia grande il “narcisismo” di una multinazionale che, al netto delle perforazioni mancate (e alla pari di altre società), continua a dare priorità a qualcosa di “secondario” rispetto ai problemi e alle necessità espresse dai luoghi in cui opera. Contribuire a far crescere il territorio, per noi, significa preoccuparsi di individuare quei problemi e quelle necessità; il “Progetto Cicogna nera Basilicata”, invece, ha tutti i connotati di una vera e propria campagna pubblicitaria a favore della compagnia petrolifera e finisce con l’offuscare la figura del Parco Regionale. Il logo della Total che campeggia solitario in fondo al sito web dedicato alla Cicogna nera (www.cicognaparcogallipoli.it) senza la presenza di altre icone istituzionali oltre a quella dello stesso Parco, ne è la conferma.
Non ci resta altro da fare che ammonire Total E&P Italia per l’attenzione sostanzialmente “affaristica” dimostrata nei confronti di queste preziose zone lucane e sottolineare, altresì, che le sorti di una comunità vessata da migliaia di problemi non dipendono certamente dai progetti sulla Cicogna Nera et similia. Se non si penserà ad un piano di infrastrutture partecipato ed agibile e se non si supereranno quelle barriere (soprattutto legate alla viabilità) che attualmente precludono lo sviluppo delle aree interne della Basilicata, gli stessi progetti naturalistici resteranno fruibili solo da un numero ristretto di persone e non porteranno nessun giovamento all’economia del posto.
Basiti dall’ennesimo “attacco” agli enti pubblici territoriali lucani, che si dimostrano soggetti pressoché “flebili” e non in grado di andare avanti con le proprie forze, invitiamo la silente Regione Basilicata a far chiarezza su quanto accade nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato e a porre in essere tutte le misure necessarie a verificare e rendicontare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi che i vari progetti si prefiggono.