“La contemporaneità tra l’appello lanciato oggi dal manager Shell Marco Brun “lasciateci lavorare nel sottosuolo lucano” e le sentenze a raffica di Corte Costituzionale e Tar, tutte favorevoli alla stessa tesi delle compagnie petrolifere, vale a dire “disco verde ed incondizionato” a ricerca ed estrazione di idrocarburi, non ha nulla di casuale. E’ in atto una strategia, che Italia dei Valori ha denunciato da tempo, per far trovare i nuovi Governo e Consiglio Regionali, che saranno eletti a metà novembre, di fronte al “fatto compiuto”. Lo sostiene il commissario regionale di Idv Gaetano Cantisani che ha tenuto un incontro con dirigenti e simpatizzanti della Val d’Agri.
“Si impone adesso, per il rispetto dovuto agli elettori lucani e per non “inquinare” la campagna elettorale – dice l’esponente IdV – un’autentica moratoria politica nel senso che Governo e compagnie devono assumere l’impegno morale a non procedere in nessun atto sino a quando non sarà insediato il nuovo Consiglio e nominata la nuova Giunta. In fondo si tratta di congelare per 30-45 giorni le nuove attività di ricerca e tornare al tavolo del confronto con gli interlocutori istituzionali che non possono essere del tutto sostituiti da sindacati ed imprenditori. Hanno ragione le associazioni ambientaliste come la Ola a temere che le sentenze a favore delle società petrolifere rischiano di innescare una sorta di corsa al Tar dove si è certi di avere via libera. Non si sottovaluti: con le 15 ulteriori istanze depositate alla Regione il totale di superficie regionale sacrificata sull’altare degli interessi delle lobby petrolifere salirebbe a 4500 kmq, quasi la meta’ dell’intera superficie regionale. La questione – afferma Cantisani – non può essere affrontata in un’aula di giurisdizione amministrativa o costituzionale ma va riportata nelle sedi democratiche che hanno il consenso dei cittadini ai quali bisogna chiedere, se è necessario anche un referendum popolare, un parere chiaro e netto”.
Ott 21