Pasquale Cariello, Consigliere comunale di Scanzano Viva, in una nota invita il Consiglio Comunale di Scanzano ad esprimere il parere contrario rispetto ad ogni ipotesi di dislocazione e deposito di materiale nucleare in Basilicata.
Manifestazione di parere contrario ad ogni ipotesi di dislocazione e deposito di materiale nucleare in Basilicata.
E’ la proposta che il consigliere di Scanzano Viva, Pasquale Cariello, ha protocollato, inviandola al Consiglio comunale di Scanzano Jonico.
Una proposta che intende ribadire l’importanza di dire no come istituzione all’ipotesi che la Basilicata diventi il deposito indicato dal Governo. “Visto che la Basilicata – è scritto nel documento di Cariello – ha già dato e sta dando abbastanza con le estrazioni di petrolio e che queste queste ultime hanno creato ingenti danni al territorio, soprattutto in termini di inquinamento; valutato che i lucani non accetteranno, a nessuna condizione, come hanno già ampiamente dimostrato con i fatti di Scanzano Jonico del 2003, che la Basilicata diventi la pattumiera radioattiva italiana. Cariello, inoltre ricorda che uno dei criteri utilizzati per escludere le aree è quello dell’elevata sismicità, per cui la conformazione geologica della Basilicata, alla quale si aggiungono le continue pressioni al terreno provocate dalle trivellazione rilevando che la Basilicata sconta già grandissimi problemi ambientali irrisolti al quale si sta in questi mesi cercando di porre rimedio attraverso la creazione del Tavolo della Trasparenza che avvierà tutte le azioni da intraprendere per la bonifica del territori vicini all’Itrec. Chiede pertanto che il Consiglio comunale di Scanzano Jonico esprima attraverso un documento scritto la totale contrarietà all’individuazione della Basilicata quale sito per l’ubicazione del deposito nazionale di scorie radioattive per le ragioni ambientali, naturalistiche, economiche, sociali, richiamate sostenendo che è necessario che tutte le forze politiche siano unite in questo momento nel dire “NO”, poiché si tratta di una scelta che può compromettere lo sviluppo futuro della Regione.