La dichiarazione ad opera del Consiglio dei Ministri nell’ultima seduta del 2017 dello stato di emergenza in conseguenza del rapido aggravamento del vasto movimento franoso nel territorio del Comune di Stigliano fa giustizia di una situazione diventata intollerabile. Adesso il neo assessore Miranda Castelgrande non perda tempo per dare attuazione agli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico definiti dal suo predecessore Benedetto.
Ad affermarlo è il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) sottolineando che il provvedimento del Governo mette solo una “toppa” nella grave falla rappresentata dell’insufficiente dotazione finanziaria per il piano regionale che deve intervenire in una realtà segnata da 27 frane ogni 100 km quadrati con il coinvolgimento di più del 90% dei 131 comuni con incidenza importante nell’area sud a cavallo tra Potentino e Materano, in più, sull’erosione costiera che da 50 anni è presente sul litorale metapontino.
Nell’evidenziare che l’accordo di programma del 2010 tra Regione e Ministero dell’Ambiente ha messo “sulla carta” soli 37 milioni di euro, Castelluccio evidenzia che l’ex assessore Benedetto nel presentare il piano “Difesa del Suolo” denunciò la responsabilità del Governo, tenuto conto che il nostro piano ha ammesso 385 interventi urgenti tra danni delle alluvioni e smottamenti per importo complessivo di circa 560 milioni di euro, ed ha dovuto far fronte al fabbisogno con il mutuo con la Banca Europea per gli Investimenti e Fondo per lo Sviluppo e Coesione.
E’ da tempo che è stata presentata ai Governi che si sono succeduti nella legislatura appena conclusa una proposta precisa per il riconoscimento agli imprenditori agricoli del ruolo di agricoltori-manutentori del territorio e quindi non solo della propria azienda in modo da superare le inadeguatezze del passato e dare efficacia agli interventi direttamente da parte chi vive sulla terra. E dai dati forniti dall’Anbi(Associazione Nazionale Bonifiche Impianti Irrigui) ogni miliardo di euro investito nella difesa del suolo produce 23mila posti di lavoro, mentre che in 40 anni si sono persi 8,5 milioni di ettari di suolo. Di qui l’impegno da rinnovare per l’attivazione dei “contratti di fiume e di foce”; l’impiego immediato di una quota del fondo dell’Accordo di programma ministero-Ambiente-Regione Basilicata per interventi nei “punti più critici” per prevenire ulteriori fenomeni metereologici eccezionali della stagione invernale. Si percorra dunque la via della pulizia e dello scavo dei grandi e piccoli canali sui quali non si fa più manutenzione da 30/50 anni. Devono essere puliti gli alvei e dove necessario le sponde dagli alberi e dalla vegetazione che crea ostruzione e pericolo in caso di piena.
A questi interventi straordinari – dice ancora Castelluccio – deve seguire una manutenzione ordinaria svolta dai consorzi, purtroppo anche da noi inadeguati persino ad affrontare compiti ordinari. C’è ancora molto da fare e soprattutto da recuperare ma se si riusciranno ad unire in modo proficuo le competenze che non mancano a una visione concreta di pianificazione degli interventi potrebbero finalmente arrivare dei risultati in tempi certi.