In riferimento alla centrale di Fiumicello il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianni Rosa denuncia irregolarità nel procedimento autorizzativo, perizie contrarie, danni ambientali e la Regione tace
Quella che doveva essere la ristrutturazione dell’ex centrale idroelettrica di Fiumicello, stando alle segnalazioni che ci sono pervenute da parte di residenti della zona e da parte di vari comitati, sta destando non poche preoccupazioni.
Abbiamo appreso, infatti, che il progetto che, in origine, doveva essere di sola ristrutturazione dell’impianto preesistente, si sta trasformando, mano a mano che procedono i lavori, nella costruzione di un impianto quasi totalmente nuovo.
Non si tratta solo di una questione formale. Infatti questa, chiamiamola, evoluzione progettuale starebbe creando notevoli danni ambientali in una delle zone più belle, e più attrattive, della costa tirrenica lucana. I riversamenti di terra nelle cristalline acque marateote sono episodi di qualche giorno fa.
Rischio di frane e smottamenti, che potrebbero mettere a rischio la stabilità delle fondamenta degli edifici civili che si trovano in prossimità del nuovo tracciato delle tubature di scarico sono, poi, solo alcuni dei rischi paventati dai numerosi pareri e perizie dei tecnici interpellati.
Ma non solo. Dalle segnalazioni pervenuteci si evincono anche diverse anomalie nei permessi autorizzativi, numerosi pareri sfavorevoli da parte del Comune di Maratea, che non sono stati presi in considerazione all’atto dell’autorizzazione del progetto, nonché l’assenza delle Sovraintendenze e di altri uffici regionali, preposti ad esprimere il loro parere, durante le conferenze di servizio tenutesi negli anni.
Per dare una risposta a tali segnalazioni abbiamo presentato, nei giorni scorsi, un’interrogazione al Presidente della Giunta al fine di avere gli opportuni chiarimenti rispetto alle questioni poste dai cittadini e sapere quali provvedimenti la Regione intende adottare per salvaguardare la baia di Fiumicello.
Un dato però è certo: in Basilicata la prevenzione dei rischi idrogeologici e la tutela del patrimonio naturalistico soccombono sempre davanti ad un’amministrazione disattenta e noncurante che preferisce riparare i danni e non agire tempestivamente per evitare che si producano.