Centro Oli di Viggiano, Arpab, Regione Basilicata ed Eni tra puzze e misteri: le domande delle associazioni Osservatorio popolare della Val d’Agri, Libera Val d’Agri, Libera Basilicata, Laboratorio per Viggiano. Di seguito la nota integrale.
Apprendiamo che da qualche giorno è attivo su piattaforma Telegram il servizio dell’Arpab “PisticciOdorBot” con cui si possono fare segnalazioni anonime relative ai cattivi odori nell’area, un servizio peraltro già attivo da tempo anche a Tito (TitoOdorBot).
Nell’esprimere la nostra soddisfazione per i martoriati cittadini di questi due comuni lucani, ci chiediamo tuttavia perché analogo servizio (peraltro richiesto da anni dalle locali associazioni di cittadini) non possa essere offerto dall’ARPAB anche per i cittadini della Val d’Agri martoriati da decenni da puzze nauseabonde che hanno un’unica origine certa: le emissioni in atmosfera del Centro Olio Val d’Agri di ENI!
A questo proposito è importante ricordare che il sistema OdorBot di Arpab è stato realizzato sulla scorta del sistema OdorLab messo a punto per la prima volta dall’Università Di Bari e tarato ed utilizzato prima a Taranto e subito dopo, nel 2016, proprio nell’area attorno al COVA durante lo studio VIS (Valutazione di Impatto Sanitario ed ambientale nei comuni di Viggiano e Grumento Nova), riscontrando in questo caso “una forte correlazione tra concentrazione dei COV (composti organici volatili emessi dal Cova), segnalazione della popolazione e direzione del vento”. Il sistema OdorLab dell’Università di Bari tarato in Basilicata è stato adottato con successo da tempo anche nelle regioni Sicilia, Marche e Lombardia.
Come associazioni chiediamo da sei anni che in Val d’Agri, secondo le raccomandazioni della VIS per la tutela dei cittadini abitanti intorno al COVA, sia adottato dall’ARPAB il sistema di OdorLab.
La recente novità tuttavia è che nel verbale del 27 luglio 2022 della conferenza di servizi per l’autorizzazione all’impianto di trattamento di acque di produzione ENI Rewind (contestato dalle associazioni sulla questione della possibile “radioattività naturale” delle acque trattate e del loro destino finale), proprio ARPAB nel suo parere relativo a tale autorizzazione, chiede alla società (ENI Rewind) di effettuare il monitoraggio delle emissioni odorigene citando proprio il sistema OdorLab dell’Università di Bari proposto nelle precedenti osservazioni ufficiali su ENI Rewind dalle associazioni di cittadini della Val d’Agri!
A questo punto ci chiediamo perché anche in Val d’Agri ARPAB (e non qualche multinazionale) e la Regione Basilicata non forniscano, se non il servizio originale OdorLab richiesto da sei anni, almeno quello OdorBot già messo a disposizione di altri cittadini lucani, necessario in Val d’Agri nonostante ENI stia tentando con acquisti di proprietà intorno al Cova di fare intorno a se il ” vuoto biologico”: ma si sa che “il vento soffia dove vuole” ed il vento porta la puzza anche lontano, come sanno molto bene in certe giornate persino i cittadini dei comuni della media Val d’Agri!