La sostenibilità ambientale in Valbasento è esaurita dopo essere stata compromessa dalla chimica del passato e da processi tuttora in atto. Per questo motivo devono immediatamente cessare tutte le attività impattanti, in nome del principio di precauzione, adottato dall’Unione Europea come strategia di gestione del rischio nei casi in cui si evidenzino indicazioni di effetti negativi sull’ambiente o sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante, anche quando i dati disponibili non consentano una valutazione completa e conclusiva del rischio. E gli effetti negativi, per quanto riguarda le matrici ambientali della Valbasento, sono evidenti. E’ questa, in estrema sintesi, la richiesta avanzata questa mattina dal Forum Ambientale Permanente del Comune di Pisticci e dalla locale amministrazione comunale.
Nella sala consiliare di Pisticci centro, infatti, è stato illustrato al pubblico un ampio documento di analisi e proposte sulla intricata situazione valbasentana. Un caso di fronte al quale tutte le istituzioni, a partire dalla Regione Basilicata, sono chiamate a dare risposte, interrompendo un irresponsabile esercizio del silenzio. E’ quanto invoca un territorio afflitto da patologie tumorali in preoccupante aumento, dalla carenza di occupazione e dalla compromissione delle prospettive di sviluppo dei comparti collegati al turismo ed all’agricoltura, proprio a causa delle problematiche irrisolte, connesse alla “filiera” dell’inquinamento.
Alla conferenza hanno preso parte il Presidente del Fap, Nicola Cirigliano; Laura Stabile e Massimiliano Selvaggi, in qualità di rappresentanti delle associazioni che vi fanno parte; l’Assessore comunale all’Ambiente, Pasquale Domenico Grieco ed il Sindaco di Pisticci, Vito Di Trani.
L’Assessore Grieco ha ribadito le modalità di costituzione, le funzioni e le finalità del Fap, istituito con delibera di Consiglio Comunale ed operativo da alcuni mesi. “In Valbasento c’è il rischio di trovarsi ad un punto di non ritorno, perché alcuni procedimenti hanno inciso sotto il profilo biologico” ha detto Grieco introducendo il lavoro documentale del Fap, poi illustrato dal presidente Cirigliano, il quale, fra l’altro, ha tenuto a precisare “la natura politica prima che tecnica delle richieste, perché alcune attività impattanti ancora in corso non sono più sostenibili in un territorio così compromesso, a partire da dinamiche che affondano le radici nel passato e raggiungono il presente. Il mercato – ha aggiunto Cirigliano – già rifiuta i prodotti dei nostri agricoltori e le acque inquinate non sono un bel biglietto da visita per le ambizioni del comparto turistico. Due assi portanti del nostro sviluppo che fanno più occupazione di quella rimasta in Valbasento”.
Il rischio principale è quello per la salute dei cittadini. “In questo posto – ha aggiunto Laura Stabile del Fap – è difficile avviare delle attività produttive, ma è facile ammalarsi di tumore, come ci dicono i nostri medici di base ed anche la Provincia di Matera. Le istituzioni, pertanto, sono chiamate a decidere sullo sviluppo del nostro territorio, a partire da un’attività di bonifica del Sin e dalla conseguente riconversione industriale, che tardano ad essere avviate”. Anche perché “Tecnoparco ha fallito l’obiettivo per il quale è nato, ovvero fornire utilities e servizi convenienti proprio come presupposto del rilancio del polo ex Anic, puntando, invece, su un’attività privata di smaltimento dei rifiuti, anche con l’avallo dell’Asi e quindi della Regione che detiene il 40% dell’azienda” come ha ribadito Massimiliano Selvaggi del Fap. Documento alla mano ha chiesto anche di rimuovere il paradosso di una Regione che, attraverso un Consorzio Industriale perennemente commissariato, è dentro Tecnoparco, ed ha il dovere di spiegare con chiarezza la sua politica industriale.
Il Sindaco Di Trani ha esordito precisando di non temere né lo spauracchio occupazionale né le denunce. “Minacciarmi di una denuncia è fatto gravissimo, se c’è trasparenza non comprendo cosa ci sia da preoccuparsi”, ha detto il primo cittadino riferendosi al suo recente sopralluogo sul canale di Tecnoparco ed alle repliche dell’azienda Poi l’intervento amplia gli orizzonti: “L’inquinamento è un problema per la salute, l’ambiente, il turismo, l’agricoltura e lo stesso sviluppo della zona industriale. I ritardi nelle bonifiche sono ingiustificati. Siamo in una regione che estrae petrolio, ma non vediamo alcun beneficio da questa attività. Sulla questione ambientale ho sollecitato più volte il Presidente Pittella, ma non ho mai ottenuto risposte. Senza presupposti chiari, perché il sindaco di Pisticci deve dire si ai reflui petroliferi? Peraltro l’indagine dell’antimafia pone dubbi sulle attività di smaltimento, tanto che noi oggi non possiamo sapere cosa venga effettivamente trattato. Pittella fermi i camion che dalla Val d’Agri portano i rifiuti petroliferi in Valbasento e Tecnoparco torni svolgere la sua funzione d’origine. La nostra azione è nell’interesse delle comunità e da oggi il nostro impegno sarà ancora maggiore poiché abbiamo il compito di assicurare a tutti un presente ed un futuro migliori”.