“Denunciamo inascoltati da mesi. Sulla questione Tempa Rossa continueremo ad essere al fianco dei Comuni e delle imprese lucane. Dopo un anno e mezzo è il momento di dire basta. Come avevamo previsto, oltre i roboanti annunci ci vogliono i fatti per fugare i dubbi dei cittadini lucani. Non è certo sufficiente riformare Arpab solo per mettere un commissario o nominare un Direttore generale con criteri di merito tecnici tutti da dimostrare: ad oggi aumentano solo le perplessità per la comunità a causa una cattiva conduzione della vicenda delle estrazioni Total e Eni anche sui temi ambientali che si uniscono alle risposte sullo sviluppo, ma non arrivano. I sindaci dell’area di estrazione Tempa Rossa annunciano infatti una forte mobilitazione di protesta che, siamo certi, non è solo nei confronti di Total ma anche verso l’istituzione Regione la quale, dopo aver sottoscritto un accordo – da noi dal primo giorno definito “truffa” – non sta facendo rispettare neanche quei pochi impegni sottoscritti”.
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, a nome del gruppo Italia Viva Basilicata.
“Ambiente, salute, occupazione e sviluppo rimangono slogan da campagna elettorale – prosegue Braia – utilizzati dal centrodestra a trazione Lega per vincere le elezioni. Parole e totem poi miseramente scomparsi nell’azione politico-amministrativa. Rimane da capire come saranno declinate in un piano strategico regionale latitante sin dall’insediamento della Giunta Bardi e che, a questo punto, se non fosse indispensabile per rivendicare finanziamenti nazionali a valere sulle risorse del Recovery Fund, rischia di diventare quasi inutile da conoscere. In questa consiliatura rischia di diventare inattuabile. Eppure siamo convinti che proprio il piano strategico poteva essere il fondamento del reale futuro sostenibile per la nostra regione e diventare modello per le altre proprio sulla transizione energetica.
Sono passati già 18 mesi, presidente Bardi e Assessori Rosa e Cupparo, la Basilicata è diventata la regione che arricchisce i player e non viceversa, altro che “Prima i lucani”. Eni continua a estrarre e non paga alla Basilicata le compensazioni ambientali da ben 11 mesi. Total fa altrettanto perché continuerà a estrarre come “prove di esercizio” circa 40.000 barili/giorno, grazie a una proroga sino al 31/12/2020, versando quindi zero euro nelle casse regionali.
Sempre Total annuncia, senza dare dettagli su ricadute di ogni tipo, progetti avallati dal governo regionale, come la fabbrica dei droni, totalmente decontestualizzata dal territorio, senza coinvolgere i comuni, le imprese locali e le associazioni. Non rispetta le quote occupazionali previste e non mantiene l’equilibrio tra i 13 comuni dell’area interessata, a svantaggio in particolare dei 10 comuni che animano la protesta.
L’impianto, nel silenzio assordante, continua a produrre ma con varie fiammate alle quali non si danno spiegazioni tecnicamente e scientificamente valide o provate sotto l’aspetto della sicurezza ambientale e della salute dei cittadini. Sempre nell’ottica del “tutt’apposto”, oggi chi governa la Basilicata, non ha mai convocato il Consiglio Regionale dedicato a discutere dell’accordo. Eppure erano gli stessi che, un giorno sì e un altro pure, nella precedente legislatura pretendevano da Presidente e Assessori garanzie e ne denunciavano la gestione esattamente per le stesse questioni che ci vedevano impegnati, invece, in tavoli e relazioni a tutti i livelli, continue, condivise e trasparenti, rese pubbliche sul territorio regionale oggi dimenticato. Il Cova, ricordiamolo, coraggiosamente noi lo chiudemmo. Ora le compensazioni le “regaliamo”, invece.
Siamo con i sindaci, il mancato rispetto degli impegni assunti da Total è un fatto grave, come il cattivo odore che si avverte in molti dei Comuni della concessione da mesi e le denunce rimangono inascoltate, nonostante Accettura, Corleto Perticara, Cirigliano, Gorgoglione, Guardia Perticara, Oliveto, Stigliano abbiano più volte segnalato quanto accade all’Assessore regionale all’Ambiente e alla Total.
I dati occupazionali “diretti e indiretti” – conclude Luca Braia – continuano a non essere in linea con gli accordi condivisi e sottoscritti tra Total, Regione, sindacati e sindaci per i territori del secondo anello della concessione, nonostante la “Trasparenza” paventata e annunciata anche nel nome dell’atto firmato. Il silenzio della Regione e la mancanza di chiarimenti verso il territorio sono diventati intollerabili, fondamentale sarebbe avere almeno una relazione dettagliata in Consiglio su questi temi. Saremo, da parte nostra, nel rispetto delle normative di prevenzione anti covid, con i sindaci alla manifestazione del 17 ottobre davanti ai cancelli del Centro Oli: il controllo degli impianti, la tutela ambientale e l’occupazione devono essere le priorità per tutti.”