Il ministero dell’Ambiente e il governo Renzi continuano nel loro disegno di trasformare il mar Jonio e la Basilicata in un colabrodo e in una gruviera petrolifera, dichiarando così guerra alle popolazioni del sud
ed alle amministrazioni comunali, nettamente contrarie a queste attività. Sul sito del Ministero dell’Ambiente – comunica la Ola, Organizzazione lucana ambientalista – sono state infatti pubblicate altre 5 istanze di permesso di ricerca idrocarburi presentate dalla Global Med LLC.
Tre delle cinque istanze, che prevedono la tecnica dell’air-gun ed un eventuale rilievo geofisico 3D, sono ubicati di fronte alle coste calabresi ed a Crotone, mentre 2 sono ubicate tra Gallipoli e Santa
Maria di Leuca. Le nuove istanze si aggiungono all’autorizzazione VIA ministeriale per Enel Longanesi e alle istanze di ricerca della Shlumberger e dell’Appennine Energy , mentre sono in totale 11 le
istanze che rischiano di trasformare il mar Jonio in una gruviera petrolifera.
La superficie marina interessata dalle ricerche di idrocarburi è di quasi 3.500 Kmq con decine di comuni costieri calabresi e pugliesi interessate. La Ola ricorda che è possibile presentare le osservazioni presso il ministero dell’ambiente entro il 19 ottobre 2015.
Mediterraneo No Triv in una nota ricorda che la Global Med ha dichiarato che la Regione Puglia ha inviato il suo parere contrario alla D 89 e alla D 90 oltre i termini di legge. La Puglia come la Basilicata? Di seguito la nota integrale.
La società petrolifera Global Med che intende cercare petrolio nel Mar Ionio con ben 5 istanze di ricerca ( d 85 F.R., d 86 F.R., d 87 F.R., D 89 F.R. e d 90 F.R.) presenta delle integrazioni documentali al Ministero dell’Ambiente pubblicate sui quotidiani locali e nazionali il 5 agosto 2015.
La Global Med se da una parte cerca di replicare alle eccezioni sollevate dalle associazioni come Mediterraneo no triv, dall’altra parte precisa di non poter argomentare sulle indicazioni espresse con parere negativo dalla Regione Puglia perché inviate al Ministero dell’Ambiente oltre i termini prescritti per legge.
Infatti, la società petrolifera nel documento prodotto al Ministero dichiara che “ la Regione Puglia ha inviato il suo parere al MATT il 13 maggio 2015 e cioè 112 giorni e 113 ( per la d 89 e per la d 90) dopo la scadenza prevista per legge. Pertanto, il parere contrario della Regione Puglia non sarà considerato nelle presenti controdeduzioni”.
Quindi, come già fatto dalla Regione Basilicata che ha inviato il parere contrario alla d 79 della Enel Longanesi un anno dopo, anche la Regione Puglia nonostante la rilevanza della questione, disattende i termini prescritti dal DLGS 152/2006 al punto che sul documento la società dichiara di non prenderla neanche in considerazione nelle controdeduzioni decidendo di avvalersi della decadenza nella quale è in corsa la Regione Puglia.
Eppure, tutte le associazioni hanno inviato le loro osservazioni contro i progetti di ricerca di petrolio nel mar ionio nel rispetto dei tempi stabiliti dal Codice dell’Ambiente.
E allora, che senso ha dire di essere contrari alla devastazione del mare e dei conseguenti “potenziali” pericoli per l’ambiente marino e per le voci economiche più importanti quali turismo e pesca se poi non si inviano gli atti entro i termini di legge?