Il 3 giugno scorso la Corte Costituzionale – con sentenza 117/2013 – ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’articolo 37 della legge della Regione Basilicata 8 agosto 2012, n.16”, la meglio conosciuta “moratoria petrolifera lucana”. La notizia conferma quanto la Organizzazione lucana ambientalista ha denunciato da tempo: ovvero che la moratoria “defilippiana” è sempre stata un bluff politico che, come un boomerang, ora ritorna proprio in campagna elettorale in occasione delle prossime regionali di novembre.
Sulla vicenda si registra la nota dell’onorevole Cosimo Latronico (PDL) che riportiamo integralmente.
All’indomani della bocciatura della Consulta della moratoria sulle estrazioni di petrolio assunta nei mesi scorsi dal Consiglio Regionale di Basilicata credo valga la pena ribadire le nostre posizioni, rimaste immutate da allora”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Pdl), capogruppo in Commissione ambiente e lavori pubblici della Camera. “Innanzitutto una domanda di fondo. Quanto giova ai lucani, al di la di ogni disputa costituzionale sulla titolarità delle competenze in materia di concessione di permessi di ricerca mineraria, aprire un conflitto con il governo centrale piuttosto che chiedere la realizzazione di un accordo condiviso in materia energetica, a partire dall’adozione del decreto interministeriale di attuazione del previsioni dell’art.16 del decreto legge sulle liberalizzazioni, che andava emanato ormai da quasi un anno, per ottenere alla Basilicata risorse fiscali legate alle estrazioni petrolifere per finanziare un fondo per lo sviluppo delle infrastrutture e delle attività produttive e per la valorizzazione ambientale? Dopo aver siglato, sempre con il concorso ed il sostegno dei parlamentari, con il governo Berlusconi un “Memorandum” che rivedeva ed attualizzava in maniera anche critica i due accordi di programma siglati con il governo e con le compagnie a partire dal 1998, rimettendo al centro la questione dello sviluppo e della tutela ambientale della Basilicata, è conveniente mollare la presa e rinunciare a negoziare un nuovo accordo organico e di alto profilo con il Governo e le compagnie? O piuttosto non si rischia di fare il gioco, con decisioni unilaterali e forse anche inefficaci, di chi non vuole rivedere la distribuzione fiscale a favore dei territori che contribuiscono al fabbisogno energetico come invece ha disposto per la prima volta il Parlamento con l’art.16 del dl liberalizzazioni? In sede di conversione del Decreto Sviluppo in Senato, abbiamo ottenuto dal Governo Monti l’approvazione di un ordine del giorno che impegnava il governo a procedere nella direzione di provvedere alla adozione dei decreti di attuazione previsti dalle norme varate dal Parlamento nei primi mesi dell’anno e che rappresentano ancora oggi la cornice legislativa del “Memorandum” sottoscritto tra Regione e Governo. Naturalmente non basta, se si spezza un fronte unitario che avevamo costruito mettendo al centro lo sviluppo della Basilicata, la sua tutela ambientale insieme alle impellenti esigenze del Paese di attingere alle risorse minerarie come leva per lo sviluppo in un momento di grave crisi e di recessione che registriamo sulla carne viva delle persone. La Basilicata che nel 2011 ha prodotto 1,17 miliardi di mc di gas naturale, 3,73 milioni di tonnellate di petrolio, il 71 % di quanto è stato estratto in Italia, che ha incassato 32 milioni per il bonus carburante,19 milioni per le royalties ai Comuni e 100,4 milioni di euro assegnati direttamente alla Regione, continua a chiedere il riconoscimento dello status di hub energetico di Italia e d’Europa pur in un quadro di rigorosa tutela ambientale o si concede alla scorciatoie ideologiche che negano lo sfruttamento delle risorse, anche quelle minerarie? La Basilicata in questi ultimi 13 anni ha messo a disposizione significative parti del suo territorio con ipoteche irreversibili e con responsabilità in termini di mancato sviluppo che semmai andrebbero scandagliate; cambiare d’un tratto abito è un esercizio forse improduttivo ed assai poco credibile! Senza con questo rinunciare a valutare i singoli progetti che vengono proposti e loro compatibilità! E’ il tempo della responsabilità per il Paese e per la Basilicata, in primo luogo per le sue classi dirigenti! Sviluppo e tutela ambientale sono un percorso possibile!”
Petrolio: Giunta regionale nega intesa su concessione “Palazzo San Gervasio”.
No alle ricerche in un’area di 470 Kmq che coinvolge 13 comuni. De Filippo: “Possono cambiare tante cose, non la nostra volontà di tutelare i lucani e lasciar loro il diritto di scegliere”.
Prosegue la linea del no a nuove attività petrolifere nelle aree lucane non ricomprese in quelle già oggetto di concessioni. La Giunta Regionale ha adottato questa mattina la delibera di “mancata intesa” per la richiesta di rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato “Palazzo San Gervasio” avanzata dalla Aleanna Resources LLc riguardante circa 469,90 Kmq, ricadente in 13 comuni della nella provincia di Potenza (Acerenza, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Maschito, Montemilone, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Rapolla, Ripacandida e Venosa.
Il provvedimento di giunta prende atto della recente decisione della Corte Costituzionale circa la così detta ‘Moratoria’ ma, in linea con precedenti analoghi provvedimenti, giunge comunque ad esprimere la mancata intesa in virtù di valutazione che riguardano il livello di pregio naturalistico, storico e ambientale dell’area interessata e la compatibilità con la pianificazione energetica regionale. Ma soprattutto, nell’esprimere la mancata intesa, la Giunta ribadisce che “i titoli minerari (vigenti e previsti), occupando più della metà del territorio regionale, creano vincoli e condizionano la programmazione ed il governo del territorio” mentre “la valorizzazione e la protezione dell’ambiente costituiscono obiettivi primari ed ordinari della gestione del territorio, attuata attraverso strumenti di programmazione e pianificazione contenenti azioni di sviluppo sostenibile, che mirano al contenimento del consumo di suolo in ragione delle esigenze ecologiche, sociali ed economiche dei diversi territori”.
“Possono cambiare molte cose – ha commentato il presidente De Filippo – ma non la nostra volontà di tutelare cittadini territorio e di lasciare le scelte strategiche nelle mani dei lucani”.
MORATORIA PETROLIO: VITA (PSI), NON CI LIMITIAMO AD UNA DIFESA DI PRINCIPIO
“Non sarà certamente la sentenza della Corte Costituzionale sulla moratoria per nuove ricerche petrolifere in Basilicata a farci cambiare idea e tanto meno a farci limitare nell’azione politica ad una mera difesa di principio. Piuttosto, a parte l’ennesimo caso di scontro istituzionale di competenze tra Stato e Regioni ascrivibile ai troppi nodi delle irrisolte riforme istituzionali che non si è stati capaci di sciogliere da troppo tempo, attendiamo un passaggio del Governo Letta”. E’ il commento del capogruppo Psi in Consiglio Regionale Rocco Vita che aggiunge: “rivendichiamo, innanzitutto, una discontinuità di atteggiamento e di azione rispetto al precedente Governo Monti che con i Ministri-tecnici ha dato il via libera alle compagnie petrolifere persino nelle ricerche al largo della costa ionico-metapontina”.
Nel sottolineare che “i socialisti alla Regione come sul territorio si sono sempre battuti per stoppare ogni attività di società di idrocarburi (al di fuori di quelle dei due comprensori in produzione), specie in mancanza di fatti concreti delle compagnie petrolifere per la tutela dell’ambiente, del territorio e della salute e per determinare maggiori royalties, oltre al troppo limitato beneficio della card carburanti, da una parte e dall’altra di programmi di sviluppo, infrastrutture e nuova occupazione da parte del Governo” Vita afferma che “non si possono ancora archiviare gli attacchi all’autonomia regionale venuti dal Governo Monti e dai Ministri tecnici Passera e Clini che attraverso il Piano Energetico Nazionale avrebbero voluto esautorare Regione e Comuni da ogni decisione. I provvedimenti di quel Governo sono ancora in vigore e pertanto – continua – spetta ai nostri parlamentari promuovere iniziative per stopparli e riprendere il confronto con il Premier Letta. Pertanto è necessaria una linea decisamente più dura del passato che possa contribuire ad affrontare diversamente la “questione petrolio”. E’ dunque questo il contesto in cui si inserisce per i socialisti la “questione petrolio lucano” che può e deve diventare un’opportunità autentica di sviluppo e di occupazione e non un vincolo che possa pregiudicare il futuro delle nostre comunità, attraverso programmi di monitoraggio ambientale, salvaguardia del territorio e occupazione, direttamente nei due comprensori petroliferi e contestualmente garantire ricadute economiche e di lavoro su tutto il resto del territorio regionale, attraverso un nuovo e più efficace sistema di spesa delle royalties”.
Ecco come ha interpretato la notizia della moratoria bocciata dalla Corte Costituzionale per “W la trottola” l’artista materano Sergio Laterza.