Ola commenta la decisione della Corte Costituzionale che con la sentenza 117 del 2013 ha bocciato la moratoria petrolifera lucana con questa nota che riportiamo di seguito.
Ola: la Corte boccia la moratoria petrolifera lucana. Tu quoque, Vito.
Il 3 giugno scorso la Corte Costituzionale – con sentenza 117/2013 – ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’articolo 37 della legge della Regione Basilicata 8 agosto 2012, n.16”, la meglio conosciuta “moratoria petrolifera lucana”. La notizia, ufficializzata qualche ora fa, è di quelle fragorose e rivelatorie. Perché svela quanto la Ola (Organizzazione lucana ambientalista) ha denunciato da
tempo: ovvero che la moratoria “defilippiana” è sempre stata un bluff politico che, come un boomerang, ora ritorna proprio in campagna elettorale in occasione delle prossime regionali di novembre.
A nulla serviranno i salti mortali di Vito De Filippo che – mentre accompagna l’Eni nei “Tesori delle Valli” e partecipa a cene e buffet elettorali – cerca di ridare la carica contro l’ultima decisione della
Corte Costituzionale, dichiarando l’intenzione di incalzare Stato e compagnie petrolifere su ogni singola procedura. Il governatore uscente finge di non sapere che le mancate intese già rilasciate dalla
Regione Basilicata su un articolo di legge (art. 37 della L.R.n.16 del 2012) bocciato dalla Corte Costituzionale con sentenza n.117/2013 (permessi ENI-Frusci, Shell -Grotte del Salice,ENI-Satriano,ENI Anzi)
sono di fatto delle “autorizzazioni” belle e buone che concederanno campo libero a queste ed altre multinazionali del petrolio interessate ad espandersi ulteriormente in terra di Basilicata. Tu quoque, Vito!
OLA: LA BOCCIATURA DELLA CONSULTA ALLA MORATORIA BLUFF SPIANA LA STRADA
ALLE COMPAGNIE PETROLIFERE IN BASILICATA
A nulla serviranno i salti mortali del presidente dell’ex presidente della regione Vito De Filippo che – mentre accompagna l’Eni nei “Tesori delle Valli” e partecipa a cene e buffet elettorali – cerca di ridare la carica contro l’ultima decisione della Corte Costituzionale, dichiarando l’intenzione di incalzare Stato e compagnie petrolifere su
ogni singola procedura, dopo che la sua moratoria bluff è stata bocciata dalla consulta.
Il governatore uscente finge di non sapere che le mancate intese già rilasciate dalla Regione Basilicata su un articolo di legge (art. 37 della L.R.n.16 del 2012) bocciato ieri dalla Corte Costituzionale con sentenza n.117/2013 (permessi ENI-Frusci, Shell -Grotte del Salice,ENI-Satriano,ENI Anzi) sono di fatto delle “autorizzazioni” belle e buone che concederanno campo libero a queste ed altre multinazionali del petrolio interessate ad espandersi ulteriormente in
terra di Basilicata.
Il 3 giugno scorso la Corte Costituzionale – con sentenza 117/2013 – ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’articolo 37 della legge della Regione Basilicata 8 agosto 2012, n.16”, la meglio
conosciuta “moratoria petrolifera lucana” votata in consiglio regionale dagli stessi consiglieri che hanno votato il Memorandum del raddoppio delle estrazioni in Basilicata.
La notizia, ufficializzata ieri sera, è di quelle fragorose e rivelatorie. Perché svela quanto la Ola (Organizzazione lucana
ambientalista) ha denunciato da tempo: ovvero che la moratoria “defilippiana” è sempre stata un bluff politico che, come un boomerang, ora ritorna proprio in campagna elettorale in occasione delle prossime regionali di novembre.
Moratoria su estrazioni petrolifere, De Filippo conferma il no della Regione Basilicata
“Rispettiamo la decisione della Consulta, ma la nostra posizione non cambia”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, commentando la decisione della Corte Costituzionale circa la così detta “moratoria” sulle estrazioni petrolifere.
“Riteniamo che qualunque attività legata alle estrazioni di idrocarburi in aree al di fuori di quelle già individuate non sia sostenibile per l’ambiente e per lo sviluppo ordinato e armonico della Basilicata. E se ci chiedono di non dire questo in una legge a carattere generale, ma di esprimerlo volta per volta, è quello che faremo, o meglio quello che continueremo a fare spiegando queste ragioni in ogni atto di mancata intesa esattamente come fatto dell’approvazione della legge ad oggi”.