Vincenzo Devincenzis, già sindaco di Montalbano Jonico ed impegnato da sempre sulla tematica dell’emergenza idrica a favore dei lucani e del Metapontino ha inviato una nota sul tema. Di seguito il testo integrale.
E’ Acquedotto Pugliese che governa le acque lucane così come dimostrato dai due grandi impianti di potabilizzazione di Alianello, sul Pertusillo e Ginosa su Montecotugno.
Ed è da questi impianti che partono per la Puglia circa un milione di metri cubi di acqua al giorno per uso potabile nonchè per uso industriale a cui vanno aggiunte Ilva di Taranto e consorzio calabro Alto Jonio.
C’è anche da comunicare che il sistema di telecontrollo sulle 33 prese della canna Sinni E’ ubicato in agro di Ginosa e coordinato da Eipli ed Acquedotto Pugliese.
IN questo gioco delle tre, carte,sono secondarie le figure dell’ad di Acque del Sud, Decollanz, ex EIPLI e di Vera Corbelli, dirigente di autorità di bacino appennino Meridionale e anche commissario di governo per l’emergenza idrica di Basilicata.
Si evince chiaramente da questi dati,che la Basilicata ha pochissima valenza sulla gestione della propria risorsa idrica per responsabilità politiche,soprattutto pregresse,vista la condizione attuale di Pertusillo e soprattutto
Montecotugno, diga rotta e mai riparata da Eipli nel silenzio più assoluto dei presidenti e consiglieri regionali che si sono succeduti in questi anni, i quali avrebbero dovuto fare intervenire la Protezione Civile per riparare la diga lesionata da 10 anni e non lo hanno fatto.
Con l’aggravante che è stata soppressa anche l’Autorità di Bacino della Basilicata a certificare l’incapacità politica di una regione che oggi si trova con tutti gli invasi a secco e non già per mancanza di piogge,bensì per imperizia umana.
Eppure sappiamo tutti che queste emergenze idriche sono cicliche, lo abbiamo visto nel 1989/90, poi nel 2000/2001/2002.
E poi ancora nel 2007 e nel 2017, nonché oggi, 2024 e senza che in questi anni si siano prevenute e programmate queste ciclicità, e nonostante i buoni propositi degli organi competenti che ci hanno riempito di fiumi di inchiostro al verificarsi di ogni ciclicità, solo per distrazione di massa,salvo poi ricadere negli stessi errori.
Oggi, ad invasi vuoti, non vi è acqua per usi irrigui e non vi è speranza per questo settore con tutti i limiti economici ed occupazionali che ne deriveranno.
Queste ciclicità siccitose indicano una sola cosa: che Acquedotto Pugliese deve farsi i dissalatori, come avviene a Barcellona e in Israele e come da me sempre suggerito. Ma è anche condizione assolutamente necessaria quella di ricostituire l’autorità di bacino di Basilicata. Altrimenti sarebbe nullo l’Accordo di Programma Quadro tra Puglia e Basilicata, fatto da Bubbico nel 1999 e rinnovato da Pittella nel 2016.
La motivazione per rivendicare l’autorità di bacino lucana e presto detta.
Le dighe lucane forniscono la maggiore quantità di risorsa nel sistema idrico integrato di “Eipli” e “Acque del Sud”.
Ergo, la chiave del rubinetto deve tenerla la Basilicata, partendo dalla stazione di Telecontrollo Eipli-Acquedotto Pugliese, di Ginosa.