Don Giuseppe Ditolve della parrocchia San Giuseppe Lavoratore di Pisticci Scalo in una nota esprime alcune riflessioni sul Centro raccolta di rifiuti presente nell’unica area verde di Pisticci centro e dei presunti reflui allo Scalo di Pisticci. Di seguito la nota integrale.
Vorrei fare innanzitutto una premessa: sono stato motivato a scrivere, dopo vari solleciti da più parti, ad esprimermi su tale tematica, anche se sulle questioni tecniche non sono all’altezza di dover dare delle risposte.
Ma questo non toglie nulla al mio essere sinceramente preoccupato per il futuro del nostro territorio pisticcese. Siamo ad un bivio e con caparbietà pensiamo di prendere il volo. Dobbiamo avere a cuore l’interesse di tutti, maturare un senso di responsabilità e di autocontrollo. C’è bisogno di chiarezza – nella comunicazione del dato oggettivo che concerne la questione in merito al Centro raccolta di rifiuti nell’unica area verde nell’epicentro del paese – di empatia e di mettersi nei panni dei cittadini, di relazionare in modo chiaro ed efficace nelle decisioni da prendere e non creare confusione rispetto a quanto si è visto negli anni passati.
È necessario essere pronti, seri e competenti nei confronti delle sfide da affrontare. Bisogna perciò uscire da una politica superficiale, diventata, sic et simpliciter, battibecco sui social. Questa non è politica perché non parla ai cittadini e non parla dei cittadini. È una politica prigioniera di posizioni ideologiche senza ideologia. Occorre ricostruire, ma la ricostruzione parte da basi solide. Non possiamo far crescere il senso di disillusione, di pessimismo che porta a lasciar perdere, a cercare solo di salvare se stesso/i, pensando che ogni uomo sia un’isola e che possa esserlo! È pericoloso e dipende da ognuno di noi.
Qui c’è in gioco in primis la SALUTE da rispettare come ci ricorda la nostra Costituzione e non sostituirla con il dio denaro; le conseguenze saranno, ahimè, delle generazioni future, e noi oggi siamo i responsabili o meglio ancora, potremmo essere gli untori omicidi del domani.
E non posso che richiamare le parole di Papa Francesco attraverso l’Enciclica sociale: “LAUDATO SI’. Sulla cura della casa comune”. Occorre proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro. La crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente e si è passivi, decidendo di non cambiare le proprie abitudini diventando incoerenti. < La natura è piena di parole d’amore. … La cura per la natura è parte di uno stile di vita che implica capacità di vivere insieme e di comunione. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. abbiamo una responsabilità verso gli altri e bisogna capire che vale la pena di essere buoni e onesti. Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla società fiorisce una innumerevole varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l’ambiente naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Questo vuol dire anche coltivare un’identità comune, una storia che si conserva e si trasmette> (LS nn.225.228.229.232). Quello che stiamo vivendo è un periodo delicato e decisivo, che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti. <Alla politica e alle varie associazioni – prosegue l’enciclica al n.214 – compete uno sforzo di formazione delle coscienze. Compete anche alla Chiesa. Tutte le comunità cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione perché grande è la posta in gioco, così come occorrono istituzioni dotate di potere per sanzionare gli attacchi all’ambiente, altrettanto abbiamo bisogno di controllarci e di educarci l’un l’altro>. Per questo oggi il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi. <Se i cittadini non controllano il potere politico – nazionale, regionale e municipale – neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali. D’altra parte, le legislazioni municipali possono essere più efficaci se ci sono accordi tra popolazioni vicine per sostenere le medesime politiche ambientali> (LS, 179). Sono certo che l’ecologia integrale può salvare l’ambiente e crea posti di lavoro. Stiamo celebrando l’ANNO SPECIALE 24 maggio 2020 – 24 maggio 2021 che Papa Francesco ha voluto dedicare alla LAUDATO SI’ nel suo V° anniversario, ognuno di noi è chiamato a una conversione nel segno della salvaguardia dell’ambiente naturale. Concludo, facendo una proposta e lanciando una sfida alla popolazione pisticcese: perché non incontrarci con almeno mille persone organizzando un flash mob insieme all’amministrazione comunale e insieme contribuire per il bene comune?