Filippo Massaro di Csail-Indignati torna ad attaccare i petrolieri della Total: “Siamo come San Tommaso. Non ci vogliono le previsioni del guru di Cinque Stelle Casaleggio: il terreno fertile per le rivolte sociali è proprio nell’area del petrolio Val d’Agri-Sauro. Di seguito la nota integrale.
“Le parole entusiastiche del vice ministro all’Interno Bubbico, che conosce bene le compagnie petrolifere e quelle retoriche dell’ex Governatore-sceicco De Filippo (ormai ex con i giorni contati) che hanno accompagnato il cosiddetto “Protocollo della il-Legalità” siglato con la Total, conoscendo i subdoli soggetti non ci convincono. Sarà perché siamo diffidenti per natura o in tema di Giornata Mondiale della Gioventù come San Tommaso ma allo stato attuale non cogliamo segnali di ravvedimento da patte dei petrolieri della Total, mentre la classe politica recita la stucchevole sceneggiata demagogica pre-elettorale. Ad oggi le assunzioni sbandierate sono come le “vacche di Fanfani” sempre le stesse (54 giovani già selezionati e formati da un paio di anni) e imprese regionali-locali in attesa di briciole di subappalto. C’è di più: la Total , forte del discutibile avallo politico, non ha fatto un centimetro indietro dal suo metodo di reclutamento. Tutti ricorderanno il manegement della compagnia francese annunciare che nei Municipi di Corleto Perticara, Guardia P. e Gorgoglione affluiranno le notizie di prima mano per la ricerca di personale da assumere per Tempa Rossa anche se, come evidenziano gli uomini della società petrolifera francese, mettendo le mani avanti, imprese e ditte appaltatrici e sub-appaltatrici di lavori, disponendo, con arroganza, di totale autonomia, non sono tenute a garantire la manodopera locale. Per inettitudine voluta e incapacità contrattuale concordata assistiamo al baratto tra le Compagnie Petrolifere con la carriera di politici della Casta lucana.
Anche i sindacati dopo la manifestazione voluta a Corleto per il Primo Maggio e dopo le dure prese di posizione del segretario della Cgil si sono accontentati dell’ennesima firma su un documento mentre i disoccupati continuano ad aspettare la chiamata magari dal Centro per l’Impiego più vicino casa che invece è del tutto impotente a soddisfare la forte domanda di lavoro specie giovanile e di laureati.
Per questo, se a detta delle organizzazioni datoriali del manifesto Pensiamo Basilicata, il recente incontro in Regione con la Total non ha prodotto gli esiti sperati siamo ancora più preoccupati perché questo significa che le imprese locali e regionali hanno ben poche speranze di acquisire commesse e che la situazione negativa si ripercuoterà sulle maestranze locali. E’ evidente che le piccole e medie imprese presenti sul territorio e comunque in Basilicata hanno come dipendenti in stragrande maggioranza operai e dipendenti lucani e quindi in caso di penalizzazione-esclusione da appalti (anche per subforniture) non potranno garantire nemmeno la continuità delle attuali maestranze a causa della stasi del comparto dell’edilizia pubblica. Una situazione che non ci fa stare tranquilli rispetto all’obiettivo di Cgil, Cisl Uil di rivendicare una quota di assunti lucani pari all’80% del totale, un traguardo che con queste premesse ci sembra francamente irraggiungibile.
Non ci vogliono le previsioni del guru di Cinque Stelle Casaleggio: il terreno fertile per le rivolte sociali è proprio nell’area del petrolio Val d’Agri-Sauro dove di fronte agli affari colossali la povertà e con essa il disagio delle famiglie è in aumento.
Filippo Massaro, Csail- Indignati Lucani